martedì 6 settembre 2016

Caos M5S, la questione non è giudiziaria ma politica

Le vicende della giunta capitolina di Virginia Raggi stanno facendo emergere le contraddizioni politiche interne al M5S 

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Virginia Raggi e Paola Muraro
(foto da ilfattoquotidiano.it)
Il movimento di Beppe Grillo e di Gianroberto Casaleggio è stato fondato sull’antipolitica, sul ‘vaffa’ diretto a tutti i partiti politici. Un’entità neutra o liquida, come si dice oggi, ben sintetizzata con lo slogan: ‘ne di Destra ne di Sinistra, ma dalla parte dei cittadini’. Un movimento populista sostenuto da supporter di tutti gli orientamenti ideologici ed una macchina elettorale che ha raccolto consensi in tutti gli strati sociali.
Beppe Grillo - (foto da repubblica.it)
I problemi emergono quando il M5S diventa forza di governo ed è chiamato a prendere decisioni politiche concrete. L’esempio dell’amministrazione comunale di Parma è dirimente. Il sindaco Federico Pizzarotti, eletto al ballottaggio con i voti della Destra, è stato messo ai margini del Movimento quando ha iniziato ad amministrare la città, quando cioè ha evidenziato una sua linea politica. Lo stesso è avvenuto a Gela, a Livorno, ecc. Per non parlare degli epurati e degli espulsi tra i militanti, gli amministratori ed i parlamentari. Fino a quando il M5S rimane una forza di opposizione riesce a mantenere l’unità, ma tende a disgregarsi quando deve governare.
Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Roberto Fico
(foto da repubblica.it)
Le disavventure della giunta di Virginia Raggi, anche lei eletta al ballottaggio con i voti della Destra, sono una conferma di questa contraddizione. Le divisioni interne stanno emergendo con chiarezza anche nel direttorio nazionale del Movimento. Le bugie e le incongruenze sulle epurazioni fatte e quelle non fatte (almeno finora) evidenziano l’applicazione di due pesi e due misure. L’assessore Paola Muraro pur avendo ricevuto un avviso di garanzia ed un evidente conflitto d’interessi sembra inamovibile, mentre Carla Raineri, nominata pochi settimane fa Capo di gabinetto dalla Sindaca grillina, è stata costretta a dimettersi perché percepiva uno stipendio troppo alto.
La questione non è giudiziaria, ma d’indirizzo politico. Le scelte degli assessori e dei manager delle aziende municipalizzate sono la conseguenza di una precisa linea politica. Il bluff dell’antipolitica sta emergendo con chiarezza. Le decisioni sono ‘ideologiche’ e sono fatte nella consapevolezza che esse incideranno sulla vita dei cittadini e finiranno per favorire questo o quel ceto sociale.
Il Movimento ed i suoi amministratori, come tutti i partiti politici, sono costretti a schierarsi secondo il loro convincimento ideologico e promuovere politiche di Destra o di Sinistra. Le divisioni interne ne sono l’ovvia conseguenza, così come il disorientamento e la rabbia dei sostenitori.





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