Le
conseguenze di un terremoto come quello che si è verificato il 24 di agosto nel
Centro Italia non si possono impedire, ma certamente si sarebbero potute
limitare se i finanziamenti stanziati per il miglioramento antisismico fossero
stati spesi tutti e senza inutili sprechi
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
La Chiiesa di San Pietro e Lorenzi ad Accumoli dopo il terremoto - ( foto da tg24.sky.it) |
Dopo i terremoti dell’Umbria del 1997 e dell’Aquila
del 2009 sono stati stanziati 84 milioni di euro per la ricostruzione degli
edifici danneggiati della provincia di Rieti. A queste risorse si sono
aggiunti altri milioni finanziati dalla Regione e dalla Chiesa. Soldi in parte
non ancora spesi. Ora il terremoto di
Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto testimonia i ritardi e gli sprechi
tipici della ‘furbizia’ degli italiani. Ecco alcuni esempi riportati da
repubblica.it.
Dopo il terremoto del
1997 lo Stato ha finanziato nella provincia di Rieti la ricostruzione degli
edifici danneggiati, tra gli interventi previsti c’era quello della Chiesa di
San Pietro e Lorenzi ad Accumoli. Il
crollo del campanile di questa chiesa, costruito sopra il tetto di una casa, ha
provocato la morte della famiglia Tuccio, padre, madre e due bambini. Il
geometra che ha seguito la pratica ha dichiarato: ‘Non è vero che sono stati
dirottati soldi per il miglioramento sismico del campanile della chiesa’. In
realtà, sostiene il quotidiano romano, il finanziamento per il miglioramento
sismico della struttura è stato di 116mila euro.
Accumoli prima del terrremoto - (foto da lalaga.it) |
L’imprenditore che ha svolto i lavori ha detto: ‘Noi non abbiamo fatto
niente su quel campanile’. L’appalto per la riparazione ed il miglioramento
sismico della chiesa valeva 75mila euro, il resto del finanziamento, 41mila euro, vale a dire circa il 35% del
totale, è stato utilizzato per la progettazione. Inoltre l’appalto è
stato vinto con un ribasso del 16% e, ha aggiunto l’imprenditore, ‘per il miglioramento sismico erano previsti
appena 509 euro. Il progetto imponeva di inserire nella muratura 33 euro di
ferro, praticamente una sola barra, e di fare alcuni fori da riempire non con
il cemento, ma con la calce’.
Nel
2014 la regione Lazio ha stanziato 611.000 euro per la messa in sicurezza di
sei ponti, quelli
che avrebbero dovuto garantire la viabilità anche in caso di emergenza. Ebbene
quel finanziamento è rimasto nel cassetto perché la provincia di Rieti non
aveva i 175.000 euro necessari per cofinanziare il progetto.
Accumoli dopo il terremoto - (foto da giornalettismo.com) |
Spesso,
nelle gare di appalto, si è verificato un equivoco terminologico tra ‘miglioramento
ed adeguamento antisismico’.
Molti degli interventi fatti in questi anni hanno ‘migliorato’ ma non adeguato gli
edifici per eventuali eventi sismici. La motivazione è stata la mancanza di
risorse. Così è avvenuto per la scuola di Capranica (200mila euro), per la
Chiesa di Santa Maria Liberatrice (250mila euro), per il Teatro di Amatrice (400mila
euro), per la Torre Civica di Accumoli (90mila euro), per la Chiesa di
Sant’Angelo (260mila euro).
Inoltre,
molti finanziamenti sono ancora oggi inutilizzati per le lungaggini
burocratiche. Ecco
cosa ha dichiarato il deputato del Partito democratico Fabio Melilli sub-commissario
per la provincia di Rieti dopo il
terremoto dell’Umbria: ‘Per dare il via alla gara di appalto servivano le
autorizzazione del Genio civile, del Comune e della Sovrintendenza. Una volta
avute il progetto andava in commissione dove c’erano gli stessi rappresentanti
del Genio civile, del Comune e della Sovrintendenza.’
Se tutto questo non
fosse vero ci sarebbe da ridere, ma purtroppo l’Italia e gli italiani siamo
fatti così, crediamo di essere scaltri,
ma in realtà siamo solo ‘furbi’ e, spesso, incompetenti, per non dire altro.
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