di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Giulio Tremonti e Luigi Di Maio |
La misura del governo 'pentaleghista' si rivolge ai
cittadini italiani o a chi risiede nel nostro territorio da almeno 10 anni, ha
un Isee inferiore a 9.360 euro, un patrimonio immobiliare fino a 30.000 euro
esclusa la prima casa, un patrimonio finanziario non superiore a 6.000 euro, ma
può arrivare fino a 20.000 euro per le famiglie con persone disabili.
L’indennità
varia a seconda
delle composizione del nucleo familiare. Se esso è formato da un single spetta un Rdc fino a 500 euro al mese a cui si aggiungono 280 euro come contributo per l’affitto o 150 euro
come contributo sul mutuo per la prima casa. La cifra cresce fino a 630 euro nel caso di pensione
di cittadinanza se il beneficiario è un over 67 (+150 euro eventuali come
contributo affitto). Quindi, a fronte di un reddito di 200 euro si ha diritto a
300 euro di integrazione (+ l’eventuale contributo alloggio). A fronte di 200
euro di pensione si ha diritto a 430 euro di integrazione (+ l’eventuale
contributo alloggio).
Le
richieste potranno essere presentate a partire dal 6 marzo tramite gli uffici postali, i Caf o
direttamente con la procedura online. A tale scopo è necessario lo Spid, cioè le credenziali per poter
accedere ai siti della Pubblica Amministrazione, Inps compresa. Il reddito di cittadinanza sarà erogato il primo
giorno del mese successivo alla presentazione della domanda. Le card sono delle
normalissime tessere prepagate come le Poste Pay, senza nome, logo delle Poste
e dotate di chips. Pagato il muto o l’affitto con bonifico, la parte restante
dell'indennità dovrà essere spesa entro la fine del mese altrimenti scatta la decurtazione fino al 20% o,
se la situazione si ripete, l’eliminazione del credito.
Secondo l’Istat il 57% del Rdc andrà a residenti nel sud Italia, il 48% ai single, il 19% alle
famiglie straniere, un quarto alle casalinghe ed a 120mila laureati. In tutto saranno
circa 2,7 milioni, circa la metà di quanto indicato nel ‘contratto di governo’.
L’indennità media sarà di 5.045 euro l’anno per famiglia, vale a dire 420 euro
al mese.
Il Rdc è, quindi, molto
diverso da come era stato concepito. Esso riguarderà una
platea limitata di soggetti indigenti a cui sarà corrisposta una indennità
assai inferiore a quanto sarebbe necessario per ‘abolire la povertà’. Nella sostanza è una via di mezzo tra la Card di Giulio Tremonti e il Rei di Paolo Gentiloni. Di certo non risolverà
il problema della povertà, ma accrescerà, invece, la platea dei furbi e non darà, a chi lo
cerca, la dignità del lavoro, unico mezzo per superare l’indigenza e l’esclusione sociale.
Fonte istat.it
Fonte istat.it
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