Il
sistema elettorale con cui andremo al voto il 4 marzo è stato concepito per
favorire un governo di ‘larghe intese’, ma potrebbe trasformarsi nell’ennesima
sconfitta elettorale del Pd di Matteo Renzi
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Matteo Renzi e Silvio Berlusconi - (da globalist.it) |
Nelle prossime
elezioni politiche agli elettori che si recheranno alle urne per esercitare il loro
diritto voto saranno consegnate due schede, una per la Camera dei deputati ed
una per il Senato della Repubblica. Per
evitare che esse siano annullate basterà mettere su ognuna di esse un solo segno
sul candidato o sul simbolo della lista che s’intende votare. Questo è
sufficiente perché, nella quota proporzionale, le liste sono bloccate. I canditati, infatti, non saranno eletti
in base al numero di voti ottenuti, ma secondo l’ordine con cui essi sono stati
inseriti nell’elenco e, ovviamente, se si rientra nel numero di seggi che saranno
attribuiti alla lista. Inoltre, il voto disgiunto non è ammesso, le
schede con l’indicazione di un simbolo per il proporzionale ed un altro per il
maggioritario saranno annullate.
Fac simile della scheda elettorale - (da interno.gov.it) |
Con
questo meccanismo molti consensi andranno ad aggiungersi ad una lista diversa
da quella indicata dagli elettori.
E’ una vera e propria ‘furbata’, perché i voti ottenuti dai partiti più
piccoli, quelli che non raggiungeranno lo sbarramento del 3%, finiranno per
essere attribuiti alla formazione politica più grande della coalizione. I consensi ottenuti
dai radicali (+Europa), ad esempio, potrebbero eleggere un rappresentante di
Civica popolare di Beatrice Lorenzin e viceversa, ma soprattutto favoriranno i
candidati del Partito democratico. Lo stesso avverrà con i ‘cespugli’ del
Centrodestra. Il
sistema elettorale
voluto dal segretario del Pd, Matteo Renzi, e votato da Forza Italia e dalla Lega
(i soli, peraltro, che si avvantaggeranno del sistema nella quota maggioritaria)
è poco democratico. L’obiettivo era ed è
quello di imporre un meccanismo che consenta ‘solo’ un governo di ‘larghe
intese’. Le liste bloccate, l’impossibilità del voto disgiunto ed un sistema
che renda difficile ad un partito o ad una coalizione il raggiungimento della
maggioranza assoluta nelle due Camere, ma che, nello stesso tempo, renda possibile
un esecutivo di ‘larghe intese’, è stato realizzato perché ritenuto funzionale
alle ambizioni politiche di Matteo Renzi. L’ex
sindaco di Firenze ha emarginato la Sinistra interna, ma per completare il
disegno politico Silvio Berlusconi deve fare altrettanto con l’ala destra
della sua coalizione. Lo scopo è di riaffermare un governo centrista, e
magari, successivamente, unire le forze per costruire una nuova formazione
moderata onnicomprensiva, come ai tempi della Democrazia cristiana. Ma
il segretario del Pd non ha fatto bene i conti e potrebbe subire l’ennesima
sconfitta elettorale e con lui tutta la Sinistra. Oggi l’ipotesi più probabile è, com’è
avvenuto il 5 novembre scorso in Sicilia, una vittoria della coalizione di
Centrodestra, sia pure con numeri risicati. L’alternativa potrebbe essere
quella che il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker,
definisce ‘l’inoperatività del governo italiano’, vale a dire la necessità di formare un governo del
Presidente con il solo scopo di tornare, in tempi brevi, alle urne.
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