L’indagine
pubblicata da Banca d’Italia sui bilanci 2016 delle famiglie italiane conferma
la crescita delle disuguaglianze e del divario economico e sociale tra le
diverse regioni del Paese
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
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Foto da bancaditalia.it |
‘Il reddito equivalente
medio - a prezzi costanti e corretto per confrontare tra loro nuclei familiari
di diversa composizione - è cresciuto del 3,5%; si è interrotta la caduta,
pressoché continua, avviatasi nel 2006 ma il reddito equivalente è ancora
inferiore di 11 punti percentuali a quello registrato in quell'anno’. Questo è quanto si legge
nel rapporto pubblicato dalla Banca d’Italia. Secondo l'indagine, l’indice
Gini, che misura la disuguaglianza, è salito al 33,5% dal 33% del 2014 e 32%
del 2006. La quota
di persone che hanno un reddito equivalente inferiore del 60% rispetto a quello
medio, cioè circa 830 euro, è salita al 23%, nel 2006 era del 19,6%. La novità è che
la crescita percentuale più alta è stata registrata nel Nord del Paese.
Dall’8,35% del 2006 essa è passata al 15% del 2016. Su questo incremento
incidono per il 55% (nel 2006 era del 33,9%) i lavoratori di origine straniera.
Nelle regioni del Centro la percentuale è salita al 12,3%, era al 9,7% nel
2006. Il maggior numero di persone che sono a rischio
povertà vive soprattutto nel Mezzogiorno, qui la percentuale del 39,4%
registrata nel 2016 è simile a quella del 2006, quando era del 39,5%. Le disuguaglianze sono evidenziate anche
dal confronto della ricchezza posseduta tra le diverse categorie sociali. Secondo l’indagine il 30% più povero delle famiglie detiene in media 6.500
euro, cioè l’1% della ricchezza totale. Mentre il 30% più ricco detiene circa il 75% del patrimonio netto rilevato,
in media essa è di 510.000 euro. Il 5% ha mediamente un patrimonio di 1,3
milioni di euro. In questi giorni opinionisti ed esperti delle vicende
politiche italiane si stanno affannando a dare una spiegazione plausibile al
risultato elettorale del 4 marzo scorso, ma basterebbe leggere questo rapporto
per comprenderne il significato. Un Paese diviso in due, sia dal punto di vista
geografico che da quello sociale. Ed è per questo che molti italiani, stanchi
delle tante e ripetute promesse non mantenute, soprattutto da parte di chi dovrebbe difendere
e tutelare la parte più debole della società italiana, hanno deciso di votare contro l’etablissement
e le forze politiche tradizionali che li sostengono e rappresentano.
Fonte: bancaditalia.it
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