Nelle
ultime due settimane il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha firmato i ‘Patti
per il Sud’, ma sindaci e governatori lamentano una diminuzione dei finanziamenti
per il Mezzogiorno
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
‘Renzi
ha raccolto quel che già c’è, sia in termini finanziari che di progetti’ ha dichiarato alla La Stampa l’economista
Giancarlo Viesti ed ha aggiunto: ‘Il Fondo Sviluppo e Coesione nasce come
intervento aggiuntivo rispetto ai fondi ordinari, per questo è riservato in
gran parte alle regioni più deboli. Negli Anni 90 Ciampi fece pubblicare una
tabellina semplice ma fondamentale, che comprendeva per ogni regione i fondi
ordinari e straordinari. Così si capiva se questi ultimi erano realmente aggiuntivi
o sostituivano i primi. Di questa tabellina non c’è più traccia, quindi il
dubbio è legittimo: non è che Renzi
mette nel patto per la Campania fondi ordinari, gli stessi della Lombardia a
cui arrivano senza bisogno di firmare un patto con Maroni?’.
In sostanza i finanziamenti
previsti con i Patti per lo sviluppo firmati da Matteo Renzi con i Sindaci
delle città del Sud per realizzare infrastrutture, aiuti alle imprese, alla
cultura e alla scuola, sarebbero in realtà per oltre il 71% fondi già stanziati
dai governi precedenti.
I
finanziamenti per il Sud fanno riferimento al Fondo Sviluppo e Coesione che in
gran parte fa uso dei fondi europei.
Il ciclo iniziato nel 2014 durerà sette anni e per legge l’80% dei soldi devono
andare al Sud. Ma soltanto dopo la pubblicazione da parte dello Svimez (Associazione
per lo sviluppo del Mezzogiorno) del rapporto annuale sull’economia del
Mezzogiorno che denuncia per il Meridione una condizione di allarme povertà e
di sottoviluppo permanente oltreché una crescita inferiore a quella Greca, che
il governo guidato da Matteo Renzi annuncia, con due anni e mezzo di ritardo, un
‘masterplan per il Sud’.
Nel
frattempo la dotazione del Fsc si è ridotta da cinquantacinque a trentotto miliardi
di euro. Diciassette
miliardi, infatti, sono già stati utilizzati per finanziare la banda larga e il
piano di ricerca e sviluppo. La beffa sta nel fatto che soltanto il 27% di questi
fondi è andato al Sud.
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