Sono
trascorsi sette anni dalla chiusura dell’ex stabilimento Fiat di Termini
Imerese e gli operai e gli addetti dell’indotto aspettano ancora di riavere
un’occupazione stabile
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
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La fabbrica di Termini Imerese - (foto da tiscali.it) |
Nel
gennaio del 2010 il nuovo amministratore delegato della Fiat, Sergio
Marchionne, annunciò l’irrevocabile chiusura dello stabilimento siciliano. La dismissione si concretizzerà il
31 dicembre del 2011. Circa 800 operai ed oltre 1.000 addetti dell’indotto rimasero senza lavoro. Il tentativo di accordo per il salvataggio della fabbrica con il
gruppo Dr Motor Company attiva nella costruzione di auto elettriche fallì e dal
2015 lo stabilimento è passato alla newco Blutec. L’azienda che si occupa di
componentistica per auto è nata nel 2014 all’interno del gruppo Metec. L’intesa, firmata quattro anni fa tra le
parti sociali, il Governo e gli Enti locali, destinava 360 milioni di euro (tra
fondi statali e regionali) per la riqualificazione dell’area. La
società si impegnò a riassumere 50 operai entro il mese di aprile del 2016 ed
altri 200 entro la fine di quell’anno. Ma ad oggi il processo di rinascita della
fabbrica e del polo industriale di Termine Imerese non si è realizzato. Nello
stabilimento ex Fiat ci sono un centinaio di lavoratori impiegati
esclusivamente in piani di formazione.
Nei
giorni scorsi si è saputo che la Procura di Termini Imerese ha avviato
un’indagine sulla Blutec.
L’oggetto dell’inchiesta è la prima tranche del finanziamento di 21 milioni di
euro ricevuto da Invitalia (l’agenzia per l'attrazione degli investimenti e lo
sviluppo d’impresa partecipata al 100% dal ministero dell'Economia). I
magistrati vogliono capire dove sono finiti i soldi e come sono stati
utilizzati dalla Newco.
L’azienda, dopo
l’incontro tenutosi al Mise il 4 ottobre scorso, si è impegnata a restituire il
finanziamento (in sei rate trimestrali) e, nello stesso tempo, a riproporre un
piano industriale alternativo. Insomma dopo
sette anni di tira e molla siamo ancora al punto di partenza. Tutto ciò
crea forti preoccupazioni tra i lavoratori ed i sindacati. La Fiom, che nel 2015 espresse forte perplessità sul piano di
reindustrializzaziont proposto da Blutec, ha chiesto al Governo la ricerca di investitori che siano in grado di realizzare un piano di rioccupazione dei
lavoratori.
Stessa preoccupazione
ha espresso nei giorni scorsi il Sindaco di Termini Imerese Francesco Giunta: ‘Questa
situazione fa piovere sul bagnato l’azienda
deve ancora restituire 21 milioni di euro, non è stata in grado con queste
somme di produrre qualcosa di concreto ed entro il 31 dicembre di quest’anno
avrebbe dovuto assorbire ottocento lavoratori dell’ex Fiat’. Invece non
sarà così, ma forse questo era scontato.