sabato 9 luglio 2022

Ius scholae, sarà la volta buona?

Ius scholae è la nuova proposta di riforma per acquisire la cittadinanza italiana, ecco cos’è e cosa prevede

di Giovanni Pulvino

Foto da savethechildren.it

Dopo la bocciatura dello Ius soli e dello Ius culture si torna a discutere di riforma della cittadinanza. Il 9 marzo scorso la commissione Affari costituzionali della Camera ha dato parere favorevole al testo presentato da Giuseppe Brescia, deputato del M5S. La discussione alla Camera è iniziata il 30 giugno scorso. La proposta ha il sostegno del Pd, dei M5s di Italia Viva e di Forza Italia.

Con lo Ius soli chiunque fosse nato in Italia avrebbe acquisito automaticamente la cittadinanza. Invece, lo Ius scholae prevede: ‘l’acquisizione della cittadinanza italiana da parte del minore straniero, che sia nato in Italia o vi abbia fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età e che risieda legalmente in Italia, qualora abbia frequentato regolarmente, per almeno cinque anni nel territorio nazionale, uno o più cicli scolastici presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale idonei al conseguimento di una qualifica professionale. Nel caso in cui la frequenza riguardi la scuola primaria, è necessario aver concluso positivamente il corso medesimo’.

Ovviamente la cittadinanza deve essere richiesta. Pertanto, è necessaria una dichiarazione di volontà che deve essere resa allo Stato civile del Comune di residenza entro il compimento del diciottesimo anno di età dell’interessato da un genitore legalmente residente in Italia o da chi ne ha la responsabilità genitoriale. Il minorenne potrà farlo entro due anni dal compimento della maggiore età.

Secondo la Rete per la Riforma della Cittadinanza ‘sono oltre un milione le persone in attesa di cittadinanza nel nostro Paese, in larga maggioranza giovani’. Gli alunni ‘stranieri’ che nell’anno scolastico 2019/2020 hanno frequentato le nostre aule sono stati 877mila (il 10,3% del totale), 20mila in più rispetto all’anno precedente. Il 65,4% sono nati nel nostro Paese.

Con le leggi attuali questi ragazzi potranno acquisire la cittadinanza italiana solo al compimento del diciottesimo anno di età. Fino ad allora, pur essendo nati in Italia sono considerati ‘stranieri’. Sono giovani e giovanissimi che parlano i nostri dialetti, vestono come i nostri ragazzi, siedono sugli stessi banchi, studiano sugli stessi libri, evidenziano pregi e difetti tipici degli italiani, eppure per la legge non lo sono.

Chissà se qualcuno di questi ‘invisibili’ sa che con la cittadinanza acquisirà anche un debito pro-capite di oltre 46mila euro. Ma forse, come tanti italiani ‘veri’, non ne sono a conoscenza.

Fonte savethechildren.it


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