Ius scholae è la nuova proposta di riforma per acquisire la cittadinanza italiana, ecco cos’è e cosa prevede
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Dopo
la bocciatura dello Ius soli e dello Ius culture si torna a discutere
di riforma della cittadinanza. Il 9 marzo scorso la commissione Affari costituzionali
della Camera ha dato parere favorevole al testo presentato da Giuseppe Brescia,
deputato del M5S. La discussione alla Camera è iniziata il 30 giugno scorso. La
proposta ha il sostegno del Pd, dei M5s di Italia Viva e di Forza Italia.
Con lo Ius soli chiunque fosse nato in Italia avrebbe acquisito automaticamente la cittadinanza.
Invece, lo Ius scholae prevede: ‘l’acquisizione
della cittadinanza italiana da parte del minore straniero, che sia
nato in Italia o vi abbia fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo
anno di età e che risieda legalmente in Italia, qualora abbia frequentato
regolarmente, per almeno cinque anni nel territorio nazionale, uno o più cicli
scolastici presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o
percorsi di istruzione e formazione professionale idonei al conseguimento di
una qualifica professionale. Nel caso in cui la frequenza riguardi la scuola
primaria, è necessario aver concluso positivamente il corso
medesimo’.
Ovviamente
la cittadinanza deve essere richiesta. Pertanto, è necessaria una dichiarazione
di volontà che deve essere resa allo Stato civile del Comune di residenza entro
il compimento del diciottesimo anno di età dell’interessato da un genitore
legalmente residente in Italia o da chi ne ha la responsabilità genitoriale. Il
minorenne potrà farlo entro due anni dal compimento della maggiore età.
Secondo
la Rete per la Riforma della Cittadinanza ‘sono oltre un milione le persone in
attesa di cittadinanza nel nostro Paese, in larga maggioranza giovani’. Gli
alunni ‘stranieri’ che nell’anno scolastico 2019/2020 hanno frequentato le
nostre aule sono stati 877mila (il 10,3% del totale), 20mila in più rispetto
all’anno precedente. Il 65,4% sono nati nel nostro Paese.
Con
le leggi attuali questi ragazzi potranno acquisire la cittadinanza italiana
solo al compimento del diciottesimo anno di età. Fino ad allora, pur essendo
nati in Italia sono considerati ‘stranieri’. Sono giovani e giovanissimi che parlano i nostri
dialetti, vestono come i nostri ragazzi, siedono sugli stessi banchi, studiano
sugli stessi libri, evidenziano pregi e difetti tipici degli italiani, eppure
per la legge non lo sono.
Chissà
se qualcuno di questi ‘invisibili’ sa che con la cittadinanza acquisirà
anche un debito pro-capite di oltre 46mila euro. Ma forse, come tanti italiani ‘veri’,
non ne sono a conoscenza.
Fonte savethechildren.it
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