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giovedì 6 dicembre 2018

Nel Mezzogiorno una persona su due è a rischio povertà o esclusione sociale

Il 44,4% delle persone residenti nel Sud Italia è a rischio povertà o esclusione sociale. A sostenerlo è l’indagine condotta dall’Istat sulle ‘condizioni di vita, reddito e carico fiscale delle famiglie’ relative al 2017

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto da virgilio.it
Secondo l’indagine condotta dall’Istat nel Mezzogiorno quasi una persona su due è a rischio povertà o esclusione sociale. Più del doppio rispetto alle altre aree geografiche del Paese. Il rischio nel Nord-est è del 16,1%, in diminuzione rispetto al 2016, quando era al 17,1%, nel Nord- ovest è del 20,7% (nel 2016 era al 21,0%), mentre nel Centro è stabile al 25,3%. Tra i nuclei famigliari quelli con un maggior numero di componenti si confermano come i più esposti (42,7%, era 43,7% nel 2016). La media nazionale del 28,9% è, comunque, in miglioramento rispetto al 30,4% del 2016.
Il reddito netto medio per famiglia è di 30.590 euro l’anno, circa 2.550 euro al mese, con un incremento del potere di acquisto rispetto al 2015 del +2,1%. Il rapporto tra il reddito equivalente totale del 20% più ricco, a cui va il 39,3% del reddito totale, e quello del 20% più povero, a cui va solo il 6,7% del reddito totale, si è ridotto dal 6,3 a 5,9, ma rimane superiore rispetto ai livelli pre-crisi, nel 2007 era al 5,2. Per metà delle famiglie residenti in Italia il reddito netto non supera 25.091 euro l’anno. Circa 2.090 euro al mese.
Il costo del lavoro dipendente è in media di 32.154 euro annui, con un cuneo fiscale e contributivo del 45,7%, in lieve calo rispetto al 2015 (-0,3%) e al 2014 (-0,5%).
La fonte di reddito più elevata nel 2016 è quella dipendente con 17.370 euro circa, contro una media di 15.460 per il lavoro autonomo e 14.665 euro per i redditi di natura pensionistica. Insomma, non c’è una grande differenza tra chi lavora e chi è in quiescenza. Sarà questo il motivo per cui tutti vogliono andare in pensione?

Fonte istat.it

mercoledì 6 dicembre 2017

Il 30% delle persone residenti in Italia è a rischio povertà o esclusione sociale

Con la ripresa economica cresce il reddito disponibile ed il potere d’acquisto delle famiglie, ma aumentano anche la disuguaglianza economica ed il rischio povertà o esclusione sociale 

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto da dire.it
I dati dell’indagine condotta dall’Istat sulle condizioni di vita, reddito e carico fiscale relativi al 2016 mostrano una ‘significativa’ crescita del reddito ‘associata ad un aumento della disuguaglianza economica’. Insomma i ricchi sono sempre più ricchi, mentre cresce il numero di coloro che vivono o rischiano di cadere in povertà. Il reddito netto medio annuo per famiglia è pari a 29.988 euro, circa 2.500 euro al mese, con un incremento percentuale del +1,8 in termini nominali e del +1,4 in termini di valore d’acquisto. Circa metà delle famiglie percepisce un reddito annuo di 24.522 euro, mentre nel Sud rimane, nonostante la crescita del +2,8%, a 20.557 euro, circa 1.713 euro mensili.
Matteo Renzi - (foto da agora24.it)
La crescita del reddito è diversa tra le categorie sociali. Per il 20% più ricco della popolazione l’incremento è maggiore, in particolare per i redditi derivanti da lavoro autonomo. Il rapporto ‘equivalente‘ tra quello percepito dal 20% della popolazione più ricca e il corrispondente più povero è aumentato da 5,8 a 6,3. L’Istat stima che il 30% delle persone residenti in Italia, vale a dire circa 18 milioni di individui, è a rischio povertà o esclusione sociale, percentuale in aumento rispetto al 2015 quando era pari al 28,7%. Nel Mezzogiorno la probabilità di cadere in una condizione d’indigenza e bisogno è del 46,9%, in crescita dal 46,4% del 2015, ed è in aumento anche nel Nord-ovest (21,0% da 18,5%) e nel Nord-est (17,1% da 15,9%), mentre è stabile nel Centro (25,1%). A rischio povertà o esclusione sociale sono soprattutto le famiglie numerose con cinque o più elementi (43,7%), la situazione peggiora anche per quelle con uno o due componenti. Quando si annunciano con enfasi i risultati positivi sull’incremento del Pil e dei posti di lavoro occorrerebbe ricordarsi anche di questi dati e del fatto che milioni d’italiani vivono in condizioni sociali difficili e che la ripresa economica anziché ridurre sta aumentando le disuguaglianze ed incrementando il divario economico e sociale tra il Centro-nord sempre più ricco ed il Sud sempre più povero ed assistito. I nostri politici invece di parlare di taglio delle tasse e di banche dovrebbero occuparsi di chi è disoccupato o vive con la pensione al minimo e fa fatica ad arrivare a fine a mese, mentre c’è chi continua ad arricchirsi e non sa che farsene del ‘superfluo’ che ha a disposizione.

Fonte: istat.it