Cresce
il sostegno alla proposta di assegnare a Lampedusa il Nobel per la Pace fatta nei
giorni scorsi da Gianfranco Rosi regista del film sui rifugiati ‘Fuocoammare’, girato nell’isola siciliana e vincitore a Berlino dell’Orso d’oro
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
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Lampedusa - Porto vecchio 1950 |
'Il
Premio Nobel agli abitanti di Lampedusa e Lesbo sarebbe una scelta giusta e un
gesto simbolico importante'. L’ha detto Gianfranco Rosi vincitore dell’Orso
d’oro a Berlino con il film documentario ‘Fuocoammare’.
‘Loro - ha aggiunto il regista - sono un popolo di pescatori e per questo accolgono tutto quel che viene dal
mare. Dobbiamo assorbire anche noi l’anima dei
pescatori. Non ho mai sentito nessuno a Lampedusa, a Palermo o a Catania
parlare di barriere, le stesse che alcuni stati d’Europa innalzano,
vergognosamente, oggi’.
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Mistero buffo - 1976 |
La proposta ha ottenuto l'immediato appoggio di Dario Fo, premio Nobel per la letteratura nel 1997, che su
repubblica.it ha scritto: ‘Che bella idea. Sostengo in pieno la proposta di
Gianfranco Rosi di insignire del Premio Nobel per la Pace gli abitanti di Lampedusa
e Lesbo. Lo sostengo come abitante di questo mio Paese. Non sarebbe solo un
gesto simbolico, ma secondo me anche un riconoscimento concreto, “reale” per
quello che gli abitanti di quelle isole del Mediterraneo stanno facendo ogni
giorno per la sopravvivenza di altre popolazioni diverse da loro, ma che non
per questo considerano “minori”. I lampedusani
e gli abitanti di Lesbo hanno dimostrato a tutta l’Europa che si può essere
solidali e tolleranti con i migranti, che si può accoglierli senza innalzare
barriere e senza che per questo la propria vita venga coinvolta’.
’Certo, - conclude Fo - sono scelte politiche delle nazioni che decidono i destini di questi migranti,
ma che il loro primo approccio in Europa sia un contatto umano, un’attenzione,
sia cioè nel segno della solidarietà non nel segno della “real politik” mi fa sentire orgoglioso di scoprire dei
miei connazionali degni di rappresentarci anche se spesso non lo meritiamo’.
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