Lo
scorso anno il saldo tra assunzioni e licenziamenti è stato positivo per
606mila unità, a sostenerlo è il rapporto pubblicato dall’Osservatorio sul
precariato dell’Inps
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Nel 2015 il numero
complessivo di assunzioni nel settore privato è stato di 5.408.804, in crescita
dell’11% sul 2014 e del 15% sul 2013. Le nuove attivazioni sono state oltre 2,4 milioni, quelle che
beneficiano dell’esonero contributivo sono state 1,4 milioni, cioè il 61% del totale
e sono il doppio rispetto al 2014.
A
livello territoriale
gli incrementi più significativi sono stati nel Nord del paese con un incremento
delle assunzioni a tempo indeterminato del 13,2%, mentre nel Centro sono
cresciute del 12,3%, al Sud del 7,7% e nelle Isole del 4,0%.
L’aumento
è stato determinato principalmente dai contratti a tempo indeterminato, cresciuti di 764mila unità
rispetto al 2014, con un incremento del 47%. Stabili, invece, i contratti
a tempo determinato, mentre le assunzioni in apprendistato sono diminuite del 20%.
I
contratti a tutele crescenti introdotti con il Jobs act hanno beneficiato degli sgravi contributivi di 8.060 euro annui previsti nella
Legge di stabilità. Al loro aumento hanno concorso,
infatti, sia le nuove assunzioni che le trasformazioni di contratti già
preesistenti (+50% per i contratti a tempo determinato e +23% per quelli in
apprendistato). Diminuite invece di 158mila unità le altre tipologie di
contratti (tempo determinato, intermittente, apprendistato e somministrazione).
Soddisfazione per i
dati pubblicati dall'Inps ha espresso il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ha twittato: ‘+764mila
contratti stabili nel primo anno di #jobsact. Amici gufi, siete ancora sicuri
che non funzioni?’.
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