Entro
il 2030 sessantanove milioni di bambini con meno di 5 anni rischiano di morire,
a denunciarlo è l’Unicef nel rapporto annuale sulla Condizione dell’infanzia
nel mondo 2016
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Foto da unicef.it |
Il rapporto, pubblicato dal Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia ed intitolato ‘La giusta
opportunità per ogni bambino’, evidenzia gli importanti progressi che sono stati fatti ma anche che il rischio di morte per
milioni di bambini è ancora molo alto. I decessi avvenuti per
diverse malattie come pertosse o Aids sono scesi da 5,4 milioni del 2000
a 2,5 milioni del 2015. Tra il 2000 ed il 2014 i morti per morbillo sono
diminuiti dell’80% e, dal 1990, il numero di coloro che vivono in uno stato di
assoluta povertà si è dimezzato. Tuttavia, questi progressi
non sono ancora sufficienti. I bambini
più poveri hanno il doppio delle possibilità di morire rispetto a quelli più
ricchi e 750 milioni di donne si sposeranno da bambine. Un neonato in Sierra Leone ha una probabilità
di morire 30 volte superiore a quella di uno nato nel Regno Unito.
Foto da commons.wikipedia.org |
Nell’Africa Sub Sahariana due bambini su
tre vivono in condizioni di povertà estrema. Se le cose non cambieranno,
denuncia l’Unicef, entro il 2030 in quest’area del mondo si verificheranno metà
dei morti dei 69 milioni ipotizzati dal rapporto, oltre 30 milioni di bambini
non frequenterà le scuole e di essi nove su dieci vivranno in condizioni di
povertà estrema.
Il
quadro per il 2016 è, secondo l’organizzazione delle Nazioni Unite, preoccupante se ‘i governi, i donatori, le
organizzazioni internazionali e del mondo economico non accelereranno i propri
sforzi a favore dei bisogni di questi bambini. Investire sui più svantaggiati -
sottolinea il rapporto - può dare benefici nell'immediato e nel lungo periodo. La diseguaglianza non è permanente o
insormontabile’.
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