venerdì 30 dicembre 2016

6,5 milioni d’italiani ‘sognano’ un lavoro, ma intanto Almaviva licenzia 1.666 dipendenti

Mentre milioni di lavoratori vorrebbero un posto di lavoro, i dipendenti di Almaviva della sede di Roma riceveranno, nei prossimi giorni, le lettere di licenziamento

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto da tg24.sky.it
‘Sommando ai disoccupati le forze di lavoro potenziali, ammontano a 6,5 milioni le persone che vorrebbero lavorare’. Questo è quanto sostiene l’Istat nell’Annuario 2016 che riporta i dati sul mercato del lavoro nel 2015. La forza lavoro disponibile è, quindi, molto più numerosa dei disoccupati iscritti nelle liste di collocamento e comprende tutti coloro che ‘sognano’ un'occupazione ma vi rinunciano perché sanno che non riusciranno ad ottenerla.
Foto da tgcom24.mediaset.it
E’ di ieri la notizia che conferma la chiusura del call center Almaviva Contact di Roma. L’ultimo tentativo di riapertura della trattativa presso il Ministero dello Sviluppo Economico è fallito. 1.666 dipendenti riceveranno, nei prossimi giorni, le lettere di licenziamento. L’accordo siglato dai lavoratori della sede di Napoli è stato rifiutato da quelli di Roma. I dipendenti campani di Almaviva hanno ottenuto altri tre mesi di cassa integrazione, tempo utile, si spera almeno, per raggiungere un accordo che ha come primo obiettivo quello di evitare altri licenziamenti.
Resta il fatto che le aziende italiane, nonostante le agevolazioni fiscali garantite negli ultimi due decenni dal Governo, continuano a delocalizzare ed il caso di Almaviva è solo l’ultimo di una lunga serie. Milioni di lavoratori attendono con ansia il 2017 ed altri 1.666 si aggiungeranno ai tanti che un lavoro lo ‘sognano’. Fino a quando prevarrà il principio del profitto su quello del lavoro e non si adotteranno politiche economiche di redistribuzione della ricchezza, sarà impossibile  superare il dramma della disoccupazione. Questa regola purtroppo non è una novità del 2016, ecco cosa scrisse, a proposito dei senza lavoro, John Lennon nel 1969:  ‘Il lavoro è vita e senza quello esiste solo paura e insicurezza’.

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