Le
stime pubblicate dall’Istat sulla povertà nel 2015 ed i livelli di reddito
delle famiglie italiane nel 2014, evidenziano il crescente divario tra ricchi e
poveri e tra Nord e Sud del Paese
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Foto da dazabeonews.it |
Secondo
le stime dell’Istat
gli italiani che sono a rischio di povertà (19,9%), grave deprivazione
materiale (11,5%) o bassa intensità di lavoro (11,7%) sono il 28,7%. Il dato è
sostanzialmente stabile rispetto al 2014 (28,3%), anche se è aumentato il rischio
povertà, passato dal 19,4% al 19,9%. A
livello territoriale la situazione più grave è nel Mezzogiorno. Le persone coinvolte nel Sud sono salite
dal 45,6% al 46,4%. La quota è in aumento anche al Centro (dal 22,1% al 24%),
mentre al Nord si registra un calo sia pure minimo (dal 17,9% al 17,4%).
da avantionline.it |
Le persone più a
rischio (43,7%) sono nelle famiglie con cinque o più componenti. Nel
2014 il reddito medio annuo per nucleo famigliare è rimasto sostanzialmente stabile
rispetto al 2013 (29.472 euro ossia 2.546 euro mensili). Metà delle famiglie ha percepito un reddito netto non superiore a
24.190 euro (2.016 euro mensili), la media scende a 20.000 euro (circa 1.667
euro mensili) al Sud. Secondo le stime dell’Istat
il 20% delle famiglie ha percepito il 37,3% del reddito totale, mentre il 20% più
povero solo il 7,7%. Inoltre dal 2009 al 2014 il reddito in termini reali è calato
di più per le famiglie meno abbienti, ampliando così la distanza tra le famiglie più ricche, il cui reddito è passato dal
4,6 a 4,9 volte quello delle più povere.
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