venerdì 27 gennaio 2017
giovedì 26 gennaio 2017
‘Il numero non era, ormai, che il nostro unico nome, io divenni il n. 75181’
‘Il
dottor Mengele era l’anima nera del lager, un sadico crudele e spietato, che si
divertiva a torturare migliaia di vittime con i suoi tenebrosi ‘esperimenti’
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Fonte I campi della morte di Alberto Cavaliere (paolinestore.it)
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
![]() |
Auschwitz - (foto da wikipedia.org) |
Nel
dicembre del 1943 Sofia Schafranov,
medico di origine russa, fu arrestata a Sondalo in provincia di Sondrio.
Dopo alcuni giorni di prigionia trascorsi a San Vittore fu deportata ad Auschwitz insieme
ad altri 1200 ebrei italiani. Ecco alcuni brani tratti da ‘I campi della morte’ che narrano il suo calvario durato due anni, fino alla liberazione avvenuta il 15
maggio del 1945.
Il
Revier. ‘Io e
Bianca Marpurgo fummo destinate al Revier o lazzaretto di Birkenau… Quelle
ammalate non erano che dei cadaveri viventi, quando erano viventi; degli esseri
in cui non vi era più nulla di umano, all’infuori di un disperato sconforto
dipinto sui volti macilenti ed esangui ….. Erano tutte giovani donne dai
diciotto ai venticinque anni, ma non avevano più età; erano tutte coperte di
ascessi, di ulcere, di eczemi purulenti, prodotti dalla scabbia; la loro pelle
era una sola crosta ……. Altre presentavano in varie parti della persona, soprattutto nelle gambe,
morsicature paurose; erano state azzannate dai feroci cani di scorta, mentre,
recandosi al lavoro, cadevano a terra estenuate. Di queste infelici ne
arrivavano al reparto da dieci a venti al giorno. Almeno trenta disgraziate
giacevano già morte sulle cuccette e accanto ai cadaveri giacevano quelle che
ancora erano in vita.
![]() |
Stazione di Milano - Binario 21 (foto da michele-ciani.com) |
La macellaia. ‘Ed io
ho visto come, con i mezzi di cui disponeva, ella curava le sue ammalate. Tagliava
gli ascessi con un semplice coltello da cucina, operando come una macellaia,
sotto gli urli disperati delle pazienti. Ma si era abituata anche lei a questa
specie di assassinio premeditato’.
Le selezioni. ‘Per
sfoltire il Revier, di quando in quando, solitamente ogni settimana o dieci
giorni, si procedeva alle ‘selezioni’. I medici tedeschi passavano rapidamente
in rassegna le ammalate e, talvolta basandosi sui rapporti delle dottoresse,
più spesso al loro proprio giudizio, facevano piazza pulita condannando le
incurabili alla cremazione’.
![]() |
Copertina del libro - (foto da paolinestore.it) |
‘Il
dottor Mengele, sui
trentacinque anni, biondo anche lui, alto, robusto, di bella presenza, ma con
nel volto ben pasciuto e nello sguardo sfuggente qualcosa di repulsivo. Quando
egli parlava, non guardava mai in faccia i suoi interlocutori, quasi temesse
che nei suoi occhi si potessero leggere chissà quali mostruosi segreti. Era l’anima nera del lager, un sadico crudele
e spietato , che si divertiva a torturare migliaia di vittime con i suoi
tenebrosi ‘esperimenti’. Sembrava che fosse specializzato, soprattutto, in
ricerche scientifiche sui gemelli …. Per
noi, il dottor Mengele era un orco. Quando egli giungeva nel Block, io e le mie
colleghe c’impalavamo sugli attenti e abbassavamo riverenti il capo alle sue
contumelie. … le selezioni a cui egli
presiedeva erano spietate …'.
‘Alle
camere di asfissia erano addetti dei deportati che eseguivano la macabra incombenza non certamente per loro
volontà, tanto più che il loro ufficio durava soltanto due mesi durante i
quali erano tenuti segregati, per poi finire essi pure in quelle stesse camere
ed essere sostituiti da altri operatori, perché il segreto di quelle camere e
di quelle torture non trapelasse ….. Veniva simulata una doccia alle vittime,
per quanto queste sapessero, ormai, di che genere di doccia si trattasse, si
fornivano perfino un asciugamano e un pezzo di sapone; dopo di che, erano fatte
denudare e venivano cacciate in basse camere di cemento, ermeticamente chiuse:
venticinque o trenta persone per camera. Al soffitto erano applicati dei
rubinetti, da dove, invece di acqua, era irrorato del gas tossico. Spesso, l’irrorazione
era scarsa e l’azione del gas non era abbastanza efficace, cosicché le vittime
venivano gettate nei forni ancora vive’. La liberazione. ‘Non
si vedevano più che poche tedesche, ed erano diventate tutte, improvvisamente,
gentili e servizievoli. C’erano delle volte in cui ero perfino la ‘signora
dottoressa’. Poi, un bel giorno, scomparvero esse pure. Era il 15 maggio. Vi
sono delle date che restano impresse in eterno nella memoria. A Milano, nessuno
dimenticherà mai la data del 25 aprile; io non dimenticherò mai quella del 15
maggio. Né dimenticherò quell’istante in cui alcune donna irruppero nel Block,
in cui io mi trovavo, e ci annunziarono, piangendo, che erano arrivati gli americani. .... Eravamo salve; anzi, eravamo salvi:
perché non c’erano più campo maschile e campo femminile: c’era una sola moltitudine in festa, che
benediva la libertà riconquistata, che ritrovava la propria dignità umana, che
invocava – e invoca ancora – giustizia e vendetta’.
Fonte I campi della morte di Alberto Cavaliere (paolinestore.it)
Ubicazione:
Sicilia, Italia
venerdì 20 gennaio 2017
I Fasci siciliani dei lavoratori e la strage di Caltavuturo
‘Un
bastone tutti lo rompono, ma un fascio di bastoni chi lo rompe?’, così un
dirigente dell’associazione spiegò il nome dei Fasci dei lavoratori, il
movimento popolare che si è sviluppato in Sicilia tra il 1891 ed il 1894
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
![]() |
Il largo dove avvenne la strage di Caltavuturo
il 20 gennaio 1893 (foto da palermo.anpi.it)
|
I
Fasci siciliani dei lavoratori erano un movimento di massa d’ispirazione
‘socialista’, ma che avevano un chiaro intento ‘secessionista.’ Gli storici affermano che vi
presero parte tra i 300 ed i 400 mila siciliani su una popolazione di circa 3
milioni e 300 mila persone. Protagonisti non furono solo contadini ed operai,
ma anche artigiani, insegnanti, professionisti. I braccianti, che da sempre erano
pagati a giornata con miseri salari, ed i mezzadri, a cui toccava solo una
piccola parte dei raccolti, chiedevano paghe più alte e migliori condizioni di
lavoro. Allora si lavorava ‘suli a
suli’, dal sorgere al calare del sole e spesso i braccianti dovevano fare
diversi chilometri di strada per raggiungere i luoghi di lavoro. I partecipanti al movimento chiedevano
anche il diritto di voto. Fin dal 1861, con la nascita dello Stato unitario
esso era concesso solo all’1,9% della popolazione, su 22 milioni di italiani
potevano esercitare tale diritto meno di 400 mila persone, quelle cioè che
avevano un certo reddito e un titolo di studio.
![]() |
Francesco Crispi (foto da en.wikipedia.org) |
I
Fasci erano presenti in tutte le grandi città dell’isola ed operavano sul territorio
in contrapposizione al potere esercitato dai gruppi mafiosi. Tra gli iscritti c’erano donne e ragazzi. A Modica c’era una
sezione di ‘Figli del Fascio. A San Giuseppe Jato c’era un piccolo Fascio di
ragazzi da 6 a 12 anni. A Grotte un ragazzo di 12 anni venne arrestato solo
perché parlava pubblicamente di socialismo ai suoi coetanei. A Piana su una
popolazione di 9.000 abitanti gli iscritti al Fascio erano 2.500 uomini e mille
donne, la cui prima attività fu di imparare a leggere e scrivere. Ad una
manifestazione una militante portabandiera affrontò i soldati che erano con le
armi spianate dicendo: ’Avreste il coraggio di tirare contro di noi?’, i soldati
abbassarono le armi. A Milocca (Milena) quando i membri del consiglio direttivo
furono imprigionati, 500 donne assaltarono la caserma, s'impadronirono delle
armi e liberarono i prigionieri. Il
20 gennaio 1893 a Caltavuturo,
in provincia di Palermo, soldati e carabinieri spararono su 500 contadini che,
di ritorno da un’occupazione simbolica di alcune terre del demanio, si erano
limitati a chiedere un incontro con il Sindaco. ‘Picciotti, chi c’è carnivalata’, grido dalla finestra il segretario
del Comune. Ci furono 13 morti e molti feriti. ‘I cadaveri furono lasciati
sulla strada fino a notte, in pasto ai cani e non fu permesso di soccorrere i
feriti’. Ci fu un’inchiesta per l’eccidio, ma il segretario comunale e gli altri
impiegati dapprima sospesi furono successivamente reintegrati nell’incarico.
![]() |
Processo ai capi dei Fasci siciliani, aprile 1894
(foto da wikiwand.com)
|
Il
movimento fu disperso da un duro intervento militare del governo del siciliano
Francesco Crispi,
ma già nel 1893 Giolitti aveva ordinato una schedatura dei soci dei Fasci, fu la
prima dello Stato italiano. I morti furono circa 90. Le condanne che seguirono
furono pesantissime. I leader arrestati o mandati al confino. Negli
anni successivi in Sicilia ci fu un grande flusso migratorio. In un
decennio circa un milione di persone partirono per il continente o all’estero. Le
lotte dei contadini e della parte più povera della popolazione siciliana vennero,
ancora una volta, soffocate nel sangue. I tentativi di emancipazione, oltre che con
i Fasci del 1891, sono stati repressi nel 1860 ad opera delle truppe garibaldine,
nel secondo dopoguerra con l’assassinio di numerosi sindacalisti e, il primo
maggio del 1947, con l’eccidio di
Portella della Ginestra, ed ancora negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso con
l’uccisione di magistrati e tutori
dell’ordine ed oggi con il racket ed il controllo capillare del
territorio da parte delle organizzazioni mafiose. L’obiettivo è
sempre lo stesso: mantenere lo ‘status
quo’ per assicurare il potere a ‘Cosa nostra’ e agli ‘amici degli
amici’. Il tutto nell’indifferenza e, spesso, con la complicità delle
istituzioni. Condizione, questa, che ha condannato la Sicilia al sottosviluppo
economico e sociale ed i siciliani onesti a subire i soprusi e le angherie delle
organizzazioni criminali.
Etichette:
1891,
1894,
Caltavuturo,
Crispi,
Fasci siciliani,
Giolitti,
repressione
Ubicazione:
90022 Caltavuturo PA, Italia
lunedì 16 gennaio 2017
Oxfam: ‘I ricchi sono sempre più ricchi’
Il rapporto sulle disuguaglianze pubblicato da Oxfam mostra come ‘la metà
più povera del pianeta è ancora più povera di quanto calcolato in passato’
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
![]() |
Foto da oxfamitalia.org |
In Italia l’1%
della popolazione possiede il 26% della ricchezza nazionale, che è oltre 30 volte la ricchezza del 30% più
povero. I primi 7 miliardari italiani possiedono più ricchezza del 30% più
povero. Tra il 1998 ed il 2011, il 10% più ricco ha accumulato un incremento superiore
a quello della metà più povera degli italiani. L’1% della
popolazione mondiale possiede dal 2015 più ricchezza del restante 99%. Otto persone possiedono la stessa ricchezza netta
(426 miliardi di dollari) dei 3,6 miliardi di persone più povere del mondo,
mentre 1 persona su 10 vive con meno di 2 dollari al giorno. Secondo Oxfam ‘1/3 della ricchezza dei miliardari è dovuta
a eredità, mentre il 43% a relazioni clientelari.’ Ed ancora: ‘Ovunque nel
mondo i governi continuano a tagliare le tasse su corporation e individui
abbienti’.
![]() |
Foto da forexinfo.it |
Roberto
Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia, ha dichiarato: “I servizi pubblici essenziali come sanità e
istruzione subiscono tagli, ma a
multinazionali e super ricchi è permesso di eludere impunemente il fisco.
La voce del 99% rimane inascoltata perché i governi mostrano di non essere in
grado di combattere l’estrema disuguaglianza, continuando a fare gli interessi
dell’1% più ricco: le grandi corporation e le élites più prospere”. Agire contro le
disuguaglianze è difficile, ma non impossibile. Secondo Oxfam sono necessarie politiche occupazionali che garantiscono un
salario dignitoso, un sistema di tassazione più progressivo, servizi pubblici
di qualità, uno sviluppo che rispetti l’ambiente, un reale ascolto dei bisogni
dei cittadini e non solo degli interessi di alcune élites privilegiate. Se si
continuerà con queste politiche economiche nei prossimi 25 anni potremmo avere,
conclude il rapporto, ‘il primo ‘trillionaire’, vale a dire un individuo che possiederà più di 1000
miliardi di dollari, una cifra che si consuma solo spendendo un milioni di dollari
al giorno per 2.738 anni’.
Etichette:
99%,
disuguaglianze,
Oxfam,
poveri,
ricchi
Ubicazione:
Sicilia, Italia
giovedì 12 gennaio 2017
Gli ‘yesmen’ del M5s e l’utopia della democrazia diretta
Le
ultime decisioni prese dal M5S con il consenso quasi unanime degli iscritti al
blog di Beppe Grillo evidenziano una scarsa coerenza in molti sostenitori ed una preoccupante mancanza di dialettica politica
interna al MoVimento
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
![]() |
Beppe Grillo e Davide Casaleggio (foto da corsera.it) |
Le
vicissitudini della giunta romana di Virginia Raggi stanno preoccupando i vertici dei
pentastellati a tal punto da proporre e far approvare ai militanti una
sostanziale modifica del Codice di comportamento interno al MoVimento. Le nuove
disposizioni non prevedono più in modo automatico la sospensione o l’espulsione
dei militanti raggiunti da un avviso di garanzia. A decidere, ora, sarà una
commissione etica (probiviri) sotto la 'supervisione' di Beppe Grillo e Davide Casaleggio.
In altre parole, l’esclusione non sarà più immediata, ma la decisione sarà presa,
di volta in volta, da una commissione interna al M5S. La stessa procedura utilizzata dagli
altri partiti.
![]() |
Foto da masadaweb.org |
La
votazione sull’adesione all’Alde (Alliance
of Liberals and Democrats for Europe), gruppo politico del Parlamento europeo
d’ispirazione liberale, ha sorpreso opinionisti e sostenitori a tal punto che
il ‘matrimonio‘ non si è fatto, ma non per volontà del M5S bensì per il ‘ripensamento’
degli stessi liberali che hanno declinato la proposta.
I cambiamenti di
linea politica del M5S non solo non sono sorprendenti, ma sono anche inevitabili
se il MoVimento si vuole candidare al Governo del Paese. Quello che meraviglia
e preoccupa è la facilità con cui i sostenitori grillini cambiano opinione se
lo chiede il 'Capo'. Un popolo di ‘yesmen’
(termine usato da un ex grillino come il Sindaco di Parma Federico Pizzarotti),
ecco cosa sembrano gli iscritti al blog di Beppe Grillo. Si tratta di poche
decine di migliaia di elettori, nell’ultima votazione sono stati circa 40.000.
Una ristretta minoranza se si considera che il popolo italiano, secondo l’ultimo
censimento, è composto da circa 60 milioni di cittadini. Se è questa la
democrazia diretta di cui si vantano i grillini allora, forse, è meglio quella
rappresentativa che come diceva Winston
Churchill: ‘E’ la peggior forma di
governo, eccenzion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate
finora’.
Etichette:
Alde,
Casaleggio,
democrazia diretta,
Grillo,
M5S,
yesman
Ubicazione:
Sicilia, Italia
venerdì 6 gennaio 2017
Vibo Valentia, tasso di occupazione al 35,8%, mentre a Bolzano è al 71,4%
Il
Report pubblicato dalla Fondazione dei consulenti del lavoro conferma l’enorme
divario economico che c’è tra il Nord e il Sud Italia
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
![]() |
Foto da zoom24.it |
Bolzano
è la provincia italiana con il tasso di occupazione più alto (71,4%), mentre
Vibo Valentia è quella con la percentuale più bassa (35,8%). A sostenerlo è il Report pubblicato
dalla Fondazione studi dei consulenti del lavoro che ha elaborato i dati Istat
sul 2015. Crotone registra il più alto tasso di disoccupazione in generale
(32,2%), quasi il triplo della media nazionale, mentre è Cosenza la città con
il più alto tasso di disoccupazione giovanile femminile (84,4%). Nelle grandi città –
sottolineano i consulenti – il tasso
di occupazione degli stranieri (66,6%) è in media, nei 13 grandi comuni
considerati, superiore di 9 punti rispetto a quello degli italiani (57,4%). Il divario più alto è a Napoli, dove si
registra un tasso di occupazione degli stranieri del 58,3%, di ventiquattro
punti superiore a quello degli italiani nel comune (34,8%). I
dati sugli immigrati non devono meravigliare. Gli stranieri per rimanere legalmente in Italia
devono avere un lavoro formalmente regolare ed è per questo che sono disposti a
svolgere qualunque mansione pur di avere un contratto di lavoro. Inoltre, il Report è un’ulteriore conferma
dell’enorme distanza economica che c’è tra le diverse aree del Paese. Un
Sud sempre più in difficoltà, mentre al Settentrione si vive, nonostante la stagnazione,
nel benessere. Ma questo divario non è certo una novità.
Etichette:
2015,
Bolzano,
consulenti del lavoro,
tasso occupazione,
Vibo Valentia
Ubicazione:
89900 Vibo Valentia VV, Italia
Iscriviti a:
Post (Atom)