sabato 19 ottobre 2024

‘Io non è che voglio aprire le frontiere a cani e porci’

Il ministro degli affari Esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani poche settimane fa per giustificare la sua proposta di legge sullo Ius Scholae ha precisato: ‘Io non è che voglio aprire le frontiere a cani e porci’

di Giovanni Pulvino

L'arrivo dei sedici migranti in Albania

Antonio Tajani, ministro degli Esteri, da qualcuno ritenuto erroneamente il ‘moderato’ del Centrodestra, considera come ‘cani e porci’ una parte dei migranti che arrivano nel nostro Paese. Lo ha detto per giustificare la presentazione della sua proposta di legge sullo Ius Scholae, ma è comunque una sua convinta affermazione. Ma come farà il segretario di Forza Italia a distinguere ‘i cani dai porci’ e soprattutto dai migranti 'buoni' che possiamo accogliere? Forse dal colore della pelle? Dall’età? Chissà? E come potrà chiedere il rimpatrio ai paesi di provenienza se li considera come abitati da ’cani e porci’?

Nella frase del ministro degli Esteri c’è tutta l’inadeguatezza del governo di Giorgia Meloni.

Intanto, il ministro della giustizia Carlo Nordio minaccia: ‘Sull’Albania sentenza abnorme, se la magistratura esonda interverremo’. Che cosa intende dire l’ex magistrato veneto? Chi sta avvertendo? Eppure, dovrebbe sapere che la nostra democrazia si fonda sulla separazione dei poteri, allora perché?

La magistratura sta applicando la legge. Glielo impone lo Stato di diritto e la nostra Costituzione. Non può operare per fare gli interessi di una parte politica. Rinchiudere dei naufraghi, due dei quali minorenni, in un centro di detenzione straniero è vietato se il loro Paese di provenienza non è sicuro, lo stabiliscono le norme nazionali ed europee.

Non solo.

Trasferire i 16 migranti da Lampedusa in Albania ci è costato circa 270 mila euro, cioè quasi 18 mila euro a testa. Per anni la Destra ha accusato la Sinistra di sprecare 35 euro per ogni migrante soccorso, ora ne spende quasi venti mila per sedici disperati e con il risultato di doverli riportare in Italia. Un vero capolavoro giuridico, economico e soprattutto morale.

La ‘deportazione’ dei migranti che intende fare il Governo ci costerà circa un miliardo di euro. Soldi degli italiani che potevano essere impiegati per la sanità, per la scuola o per ridurre il debito pubblico, invece no, devono contribuire al consolidamento del potere. E nessuno deve opporsi alle decisioni del Capo, magistrati compresi. Sembra di essere tornati indietro di cento anni.  

Governare in una democrazia non vuol dire comandare. Questo avviene nelle dittature e noi ancora non lo siamo.

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