venerdì 14 aprile 2017

Reddito di inclusione sociale per metà dei poveri e gli altri?

Firmato a Palazzo Chigi il Memorandum d’intesa sul Reddito di inclusione. I decreti attuativi saranno approvati entro aprile e riguarderanno circa due milioni di persone, ma gli italiani che vivono in condizioni di povertà assoluta sono molti di più

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto da secondowelfare.it
‘Oggi è un primo risultato ma è la prima volta che l'Italia si dota di uno strumento universale’, ha dichiarato il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. ‘La crisi – ha sottolineato il Premier - che abbiamo attraversato, la più grave dal dopo-guerra, ci ha lasciato un incremento della povertà, ci sono 1,5 milioni di famiglie povere. Chi governa deve riconoscere il problema e tra i meriti dell'Alleanza c'è il merito di aver alimentato un atteggiamento esigente verso questo problema’.
Per Susanna Camusso, segretaria della Cgil, il reddito di inclusione è ‘un passo importante anche sul piano del metodo: quello di riconoscere l’Alleanza contro la povertà che da anni sta proponendo una scelta sul tema inclusione e non solo sussidi. Si tratta di una scelta per uscire davvero dalla trappola della povertà, per costruire processi di inclusione e di lavoro che sono poi quelli fondamentali per avere una prospettiva di vita. Certo, le risorse sono ancora insufficienti (2 miliardi di euro) a determinare che questo sia un processo universale, ma intanto pensiamo di aver messo la prima pietra’. 
Mensa dei poveri (Foto da cislbrescia.it)
Secondo l’Istat gli italiani poveri sono oltre 4 milioni e 598 mila individui. La misura prevista dal Governo riguarderà meno della metà delle famiglie indigenti. Pertanto, se non ci sarà un incremento delle risorse finanziarie una parte consistente di bisognosi continuerà a vivere in condizioni di povertà assoluta.  Il risultato sarà paradossale: anche tra gli ‘ultimi’ si creerà una condizione di disuguaglianza. Poveri che beneficeranno del Reis (Reddito d’inclusione sociale) e poveri che, invece, continueranno a vivere in una condizione d’indigenza economica e sociale.
Per accedere al beneficio monetario bisognerà non avere un reddito ISEE (Indicatore di situazione economica equivalente) superiore ai 6 mila euro, maggiore a quello previsto per il Sia (Sostegno per l’inclusione attiva) stabilito a 3 mila euro. L’importo del Reis sarà calcolato sulla differenza tra il reddito disponibile e la soglia di riferimento ISR (indicatore della situazione reddituale) che è la parte reddituale dell’Isee. Ad esso verranno sottratte le somme delle altre misure assistenziali percepite dal nucleo familiare, ad eccezione dell’indennità di accompagnamento. Nel decreto legislativo sarà prevista una struttura nazionale permanente di affiancamento alle amministrazioni territoriali per garantire un’applicazione uniforme del Reis.

sabato 8 aprile 2017

L’insopportabile demagogia della Corte dei Conti sul cuneo fiscale

Ridurre il cuneo fiscale ed il debito pubblico, a sostenerlo è la magistrature contabile, ma non spiega come questo debba avvenire ed a spesa di chi

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto da ansa.it
Nel Rapporto 2017 sulla finanza pubblica la Corte dei Conti afferma che il cuneo fiscale in Italia è ‘di ben 10 punti’ superiore a quello che si registra mediamente in Europa. Il 49% della busta paga viene trattenuto ‘a titolo di contributi e di imposte’. I magistrati della Corte denunciano l’esigenza di ridurre la pressione fiscale in quanto ‘un’esposizione tributaria tanto marcata non aiuta il contrasto all’economia sommersa e alla lotta all’evasione’.
‘L’andamento dell’economia italiana – sottolinea la Corte – sembra aver segnato un’inversione di marcia verso un’espansione meno fragile e più qualitativa’. Nello stesso tempo si ribadisce che il risanamento finanziario è, per il nostro Paese, ‘più faticoso anche se necessario considerato il maggior livello del debito. Occorre quindi – secondo il Rapporto – porre il debito su un sentiero discendente, non troppo ripido ma costante, procedendo speditamente alle azioni di riforme strutturali per sostenere la crescita e migliorare, anche sotto questo profilo, le condizioni di sostenibilità della finanza pubblica’.
L'incipit de 'Il Gattopardo'
(foto da wikipedia.org)
Sono decenni che si discute del cuneo fiscale e della necessità di ridurlo, ma si evita di dire con quali risorse finanziarie questo debba avvenire. La Corte dei Conti sottolinea anche la necessità di ridurre il debito pubblico, ma non dice come, perché? Le misure da prendere sarebbero impopolari e di conseguenza nessuno ne parla, nessuno ne indica i relativi provvedimenti. Per diminuire il cuneo fiscale ed il debito pubblico occorre ridistribuire la ricchezza oppure tagliare la spesa pubblica, vale a dire meno pensioni, meno scuola pubblica, meno assistenza sanitaria, meno sprechi e regalie a cominciare dai privilegi e dagli stipendi d’oro degli stessi magistrati della Corte dei Conti.
Quello che si legge nel Rapporto è, quindi, l’ennesima enunciazione demagogica di chi afferma cosa è opportuno fare, ma non spiega i sacrifici che sono necessari per realizzare quell’obiettivo. Allora è meglio non dirlo oppure far finta di ‘cambiare tutto per non cambiare niente’ come scriveva nel 1958 Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne ‘Il Gattopardo’.

mercoledì 5 aprile 2017

L’antidumping di Donad Trump

La nuova amministrazione americana di Donald Trump si accinge ad adottare politiche economiche protezionistiche. E’ una svolta storica o sono solo annunci?

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Donald Trump
(foto da ilsole24ore.com)
L’economia capitalistica americana, la più grande al mondo, si fonda sul liberalismo e sul libero commercio. Il nuovo presidente, Donald Trump, invece intende adottare politiche economiche stataliste che limitano la libera concorrenza e la libera circolazione di persone e merci. Al di là degli annunci quello che il leader americano intende realizzare è un cambio radicale delle politiche economiche rispetto a quelle adottate dalla precedente amministrazione di Barak Obama.
Foto da corriere.it
Il dumping è una tipica tecnica di marketing utilizzata dalle imprese per entrare in un nuovo mercato. Nel breve periodo esse praticano prezzi concorrenziali, vendono cioè i loro prodotti sottocosto. I guadagni sono rinviati al medio - lungo periodo, quando cioè le aziende saranno entrate stabilmente nel nuovo mercato. Questa strategia di vendita è utilizzata dalle imprese americane che operano in Europa, in Cina, ecc. Lo stesso stanno facendo le aziende del Vecchio continente negli Stati Uniti d’America. Spesso si tratta di merci di grande qualità, difficili da riprodurre, come i prodotti alimentari italiani, della grande moda francese o delle auto tedesche.
Nello stesso tempo non c’è un paese al mondo dove non si vendono i prodotti americani, la Coca Cola, le Jeep, gli hardware o i software ideati da Microsoft o da Google, Amazon, per non citare le produzioni cinematografiche o la vendita di armi da guerra, ecc… Il mondo è invaso dai prodotti Usa e la libera circolazione di persone e merci ha creato sviluppo e ricchezza in tutto il mondo eppure questo non basta, la nuova amministrazione vuole ridurre le importazioni negli Usa con i dazi doganali. Una limitazione alla libera concorrenza e ai principi fondamentali del sistema economico capitalistico, perché?
Beppe Grillo
(foto da politica.diariodelweb.it)
Le politiche populiste hanno la loro ragion d’essere sulla difesa dei localismi. La Brexit in Gran Bretagna, l’elezione alla Casa Bianca del magnate americano, l’ascesa di Marine Le Pen in Francia o della Lega e del M5s in Italia, ecc… si fondano sulla difesa di privilegi nazionalistici acquisiti anche con le politiche economiche liberiste. Si dimentica che questi principi hanno portato, nel secolo scorso, a conflitti e crisi economiche ed hanno causato miseria e guerre.
L’antidumping di Donald Trump è quindi uno strumento che potrà portare nel breve periodo benefici limitati, ma che nel medio termine determinerà conflitti ed incertezze tali da provocare gravi crisi economiche.
Inoltre, la globalizzazione propugnata dalle stesse multinazionali americane è un fenomeno così dirompente che non potrà essere fermata dai dazi doganali o da altri limiti alle importazioni che il presidente Usa vuole imporre, l’unica conseguenza sarà l’isolamento e di conseguenza il relativo impoverimento dell’economia più potente del mondo. Tutto questo per appagare le ambizioni politiche di un solo uomo: Donald Trump.


lunedì 20 marzo 2017

Il vescovo di Locri: ‘il lavoro non lo vogliamo dalla ndrangheta’

Le scritte apparse sul muro del vescovado della cittadina calabrese dimostrano che il fenomeno mafioso è ancora fortemente radicato sul territorio e che la strada da fare per estirparlo è ancora lunga e piena di ostacoli

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Il manifesto della Giornata in ricordo delle vittime della mafia
(da libera.it)
Dopo la visita di ieri del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sono apparse due scritte sul muro del vescovado di Locri, dove risiede il vescovo Francesco Oliva: ‘Più lavoro meno sbirri’ e ‘Don Ciotti sbirro’. Entrambe le frasi sono state cancellate stamani dagli operai del Comune.
Sergio Mattarella e Don Ciotti
(foto da quotidiano.net)
‘L’arroganza’ mafiosa ‘si coglie in ripetuti comportamenti di chi si pone al di sopra della legge. Lo Stato si faccia sentire e tuteli sempre di più chi ha il coraggio di denunciare’ ha dichiarato al Corriere della Sera il vescovo Oliva. Ed ha aggiunto: ‘Da queste parti il bisogno di lavoro è fondamentale, su questo problema vogliamo richiamare l’attenzione per il bene di tutti, ma noi il lavoro non lo vogliamo dalla ‘ndrangheta’, vogliamo un lavoro degno che rispetti i diritti degli operai non il lavoro per il qual si ricorre al capo pastore, al capo cantiere o al boss di turno’.
Monsignor Francesco Oliva
(foto da corrierelocride.it)
Domani nella città calabrese si svolgerà la 22ª Giornata in ricordo delle vittime della mafia. ‘Non poteva esserci luogo più indicato che la Locride per questa giornata. Questa - aveva dichiarato monsignor Oliva alla conferenza stampa di presentazione della manifestazione - è una terra che ha sofferto e soffre. Questa terra è ancora bagnata di sangue e la Chiesa non può che stare vicino a chi soffre, ai familiari delle vittime innocenti. La Locride piange ancora i suoi figli’. 
‘La città di Locri – ha detto Don Ennio Staminale, coordinatore regionale di Libera – è stata scelta per ricordare le vittime innocenti delle mafie non solo perché c’è stata una richiesta dai familiari, dal territorio e dal vescovo, ma anche perché ci è sembrato giusto che in un territorio che soffre in maniera particolare per la presenza della ndrangheta si dia un messaggio di speranza e si evidenzi che proprio in questo territorio si sta lavorando per il cambiamento’.


venerdì 10 marzo 2017

Approvato il Ddl, ma la povertà non dovrebbe esistere

‘Approvata la legge sulla #povertà. Un passo avanti per venire incontro alle famiglie in difficoltà. Impegno sociale priorità del Governo’ ha commentato su twitter il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ma la povertà non dovrebbe esistere

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto da orizzonte48.blogspot.com
L’unico articolo del Ddl approvato in via definitiva dal Senato delega il Governo ad adottare entro sei mesi i relativi decreti legislativi per introdurre il reddito di inclusione, per riordinare le prestazioni assistenziali e per rafforzare gli interventi dei servizi sociali. I principi ed i criteri previsti dalla delega stabiliscono che il REI oltre ad essere unico in tutto il territorio nazionale è subordinato all’adesione ad un progetto personalizzato di inclusione. Sarà necessario anche il requisito di durata minima di residenza nel territorio nazionale. Inoltre, poiché le risorse finanziarie non saranno sufficienti per tutti i poveri, i beneficiari del provvedimento (circa 400.000) saranno individuati tenendo conto della composizione del nucleo familiare oppure deve trattarsi di donne in stato di gravidanza o di disoccupati con età superiore a 55 anni.
Foto da bin-italia.org
Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha definito il provvedimento ‘un passo storico’ perché introduce una misura ‘universale’ che tiene conto del bisogno economico e non più soltanto l’appartenenza a singole categorie come disoccupati, anziani, ecc… Il REI, prosegue il ministro ‘rappresenta il pilastro fondamentale del Piano nazionale per la lotta alla povertà’. Esso si fonda ‘sul principio dell’inclusione attiva, ovvero sul vincolo di affiancare al sussidio misure di accompagnamento capaci di promuovere il reinserimento nella società e nel mondo del lavoro di coloro che ne sono esclusi’.
Secondo gli ultimi dati Istat in Italia vivono in uno stato di povertà assoluta 1 milione 582 mila famiglie, vale a dire 4,6 milioni di individui, il numero più alto dal 2005 ad oggi. In una società evoluta e sviluppata dove ci sono individui miliardari che posseggono gran parte del patrimonio (secondo il rapporto pubblicato da Oxfam sarebbero appena l’1% della popolazione mondiale), la povertà non dovrebbe esistere. Invece, da sempre convivono due categorie d’individui: una che vive in condizioni di miseria ed un’altra che ‘naviga’ nel benessere e spesso nel superfluo.  
Il Ddl approvato dal Parlamento italiano è un ottimo provvedimento, ma di certo non è sufficiente ad eliminare la povertà. In futuro saranno necessari interventi ben più incisivi. L’obiettivo dovrà essere quello di garantire il diritto al lavoro ed un reddito adeguato, tale, cioè, da consentire a tutti un’esistenza dignitosa senza bisogno di ricevere assistenze o elemosine che di fatto mantengono lo status quo.

martedì 7 marzo 2017

Poesia di Madre Teresa di Calcutta dedicata alla Festa della donna

Ritratto di Madre Teresa di Calcutta
(wikipedia.org)
Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni…
Però ciò che è importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è a colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di arrivo c’è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c’è un’altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite…
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c’è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!

    (Fonte: investireoggi.it)

Origini del ‘Woman’s day’

La giornata internazionale della donna si tenne per la prima volta negli Stati Uniti d'America nel 1909, in alcuni paesi europei nel 1911 ed in Italia nel 1922

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Manifestazione femminista - 1977
(foto da wikipedia.org)
Fu chiamata ‘Woman’s day (il giorno della donna) la conferenza tenutasi il 3 maggio 1908 a Chicago per discutere delle condizioni e dello sfruttamento delle donne nei luoghi di lavoro. Da allora il Partito socialista americano indicò di ‘riservare l’ultima domenica di febbraio all’organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile’.  Il Woman’s day è così diventato la giornata per manifestare le rivendicazioni sindacali e politiche delle donne.
In alcuni paesi europei la giornata della donna fu celebrata, per la prima volta, il 19 marzo 1911. Secondo Aleksandra Kollontaj quella data fu scelta perché in Germania ‘il 19 marzo 1848 durante la rivoluzione, il re di Prussia dovette per la prima volta riconoscere la potenza di un popolo armato e cedere alla minaccia di una rivolta proletaria. Tra le molte promesse che fece allora e che in seguito dimenticò, figurava il riconoscimento del diritto di voto delle donne’.
Foto da wikipedia.org
L’8 marzo del 1917 le donne di San Pietroburgo guidarono una grande manifestazione che chiedeva la fine della prima guerra mondiale. Quella protesta incoraggiò altre manifestazioni che portarono alla caduta dello zarismo. La seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenutasi a Mosca, fissò all’8 marzo la ‘Giornata internazionale dell’operaia’.
Secondo alcuni la data fu scelta invece per ricordare la morte di centinaia di operaie avvenuta nell’incendio scoppiato nel 1908 in una fabbrica di camicie a New York, ma in realtà quella tragedia avvenne il 25 marzo del 1911.
Nel 1977 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite propose a ciascun paese di dichiarare un giorno all’anno ‘Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle donne e per la pace internazionale’. In Italia, con la fine della seconda guerra mondiale, l’8 marzo fu celebrato in tutto il Paese e vide la comparsa, per la prima vota, delle mimose, che fioriscono nei primi giorni di marzo e che da allora sono il simbolo della festa delle donne.

(Fonte: wikipedia.org)