La
nuova amministrazione americana di Donald Trump si accinge ad adottare politiche
economiche protezionistiche. E’ una svolta storica o sono solo annunci?
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Donald Trump (foto da ilsole24ore.com) |
L’economia
capitalistica americana, la più grande al mondo, si fonda sul liberalismo e sul
libero commercio. Il
nuovo presidente, Donald Trump, invece intende adottare politiche economiche stataliste
che limitano la libera concorrenza e la libera circolazione di persone e merci. Al di là degli annunci quello che il leader americano intende
realizzare è un cambio radicale delle politiche economiche rispetto a
quelle adottate dalla precedente amministrazione di Barak Obama.
Foto da corriere.it |
Il
dumping è una tipica tecnica di marketing utilizzata dalle imprese per entrare in
un nuovo mercato. Nel
breve periodo esse praticano prezzi concorrenziali, vendono cioè i loro
prodotti sottocosto. I guadagni sono rinviati al medio - lungo periodo, quando cioè
le aziende saranno entrate stabilmente nel nuovo mercato. Questa strategia di vendita è utilizzata dalle imprese americane che operano in Europa, in
Cina, ecc. Lo stesso stanno facendo le aziende del Vecchio continente negli
Stati Uniti d’America. Spesso si tratta di merci di grande qualità, difficili
da riprodurre, come i prodotti alimentari italiani, della grande moda francese
o delle auto tedesche.
Nello stesso tempo non c’è un paese al mondo dove non si
vendono i prodotti americani, la Coca Cola, le Jeep, gli hardware o i software
ideati da Microsoft o da Google, Amazon, per non citare le produzioni
cinematografiche o la vendita di armi da guerra, ecc… Il mondo è invaso dai prodotti Usa e la libera circolazione di persone
e merci ha creato sviluppo e ricchezza in tutto il mondo eppure questo non
basta, la nuova amministrazione vuole ridurre le importazioni negli Usa con
i dazi doganali. Una limitazione alla libera concorrenza e ai principi
fondamentali del sistema economico capitalistico, perché?
Beppe Grillo (foto da politica.diariodelweb.it) |
Le
politiche populiste hanno la loro ragion d’essere sulla difesa dei localismi. La Brexit in Gran Bretagna, l’elezione alla Casa
Bianca del magnate americano, l’ascesa di Marine Le Pen in Francia o della Lega e
del M5s in Italia, ecc… si fondano sulla difesa di privilegi nazionalistici
acquisiti anche con le politiche economiche liberiste. Si dimentica che questi
principi hanno portato, nel secolo scorso, a conflitti e crisi economiche ed
hanno causato miseria e guerre.
L’antidumping
di Donald Trump è quindi uno strumento che potrà portare nel breve periodo benefici limitati, ma che nel medio termine determinerà conflitti ed incertezze tali da provocare gravi crisi economiche.
Inoltre, la globalizzazione propugnata dalle stesse
multinazionali americane è un fenomeno così dirompente che non potrà essere
fermata dai dazi doganali o da altri limiti alle importazioni che il
presidente Usa vuole imporre, l’unica conseguenza sarà l’isolamento e di
conseguenza il relativo impoverimento dell’economia più potente del mondo. Tutto
questo per appagare le ambizioni politiche di un solo uomo: Donald Trump.
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