Firmato
a Palazzo Chigi il Memorandum d’intesa sul Reddito di inclusione. I decreti
attuativi saranno approvati entro aprile e riguarderanno circa due milioni di
persone, ma gli italiani che vivono in condizioni di povertà assoluta sono
molti di più
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Foto da secondowelfare.it |
‘Oggi
è un primo risultato ma è la prima volta che l'Italia si dota di uno strumento
universale’, ha
dichiarato il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. ‘La crisi – ha sottolineato
il Premier - che abbiamo attraversato, la più grave dal dopo-guerra, ci ha
lasciato un incremento della povertà, ci sono 1,5 milioni di famiglie povere.
Chi governa deve riconoscere il problema e tra i meriti dell'Alleanza c'è il
merito di aver alimentato un atteggiamento esigente verso questo problema’.
Per
Susanna Camusso, segretaria della Cgil, il reddito di inclusione è ‘un passo
importante anche
sul piano del metodo: quello di riconoscere l’Alleanza contro la povertà che da
anni sta proponendo una scelta sul tema inclusione e non solo sussidi. Si
tratta di una scelta per uscire davvero dalla trappola della povertà, per
costruire processi di inclusione e di lavoro che sono poi quelli fondamentali
per avere una prospettiva di vita. Certo, le risorse sono ancora insufficienti
(2 miliardi di euro) a determinare che questo sia un processo universale, ma
intanto pensiamo di aver messo la prima pietra’.
Mensa dei poveri (Foto da cislbrescia.it) |
Secondo
l’Istat gli italiani poveri sono oltre 4 milioni e 598 mila individui. La misura prevista dal Governo
riguarderà meno della metà delle famiglie indigenti. Pertanto, se non ci sarà
un incremento delle risorse finanziarie una parte consistente di bisognosi
continuerà a vivere in condizioni di povertà assoluta. Il risultato sarà paradossale: anche tra gli ‘ultimi’ si creerà una condizione
di disuguaglianza. Poveri che beneficeranno del Reis (Reddito d’inclusione
sociale) e poveri che, invece, continueranno a vivere in una condizione d’indigenza
economica e sociale.
Per
accedere al beneficio monetario bisognerà non avere un reddito ISEE (Indicatore di situazione economica
equivalente) superiore ai 6 mila euro, maggiore a quello previsto per il Sia (Sostegno
per l’inclusione attiva) stabilito a 3 mila euro. L’importo del Reis sarà
calcolato sulla differenza tra il reddito disponibile e la soglia di
riferimento ISR (indicatore della situazione reddituale) che è la parte
reddituale dell’Isee. Ad esso verranno sottratte le somme delle altre
misure assistenziali percepite dal nucleo familiare, ad eccezione
dell’indennità di accompagnamento. Nel decreto legislativo sarà prevista
una struttura nazionale permanente di affiancamento alle amministrazioni
territoriali per garantire un’applicazione uniforme del Reis.
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