venerdì 29 dicembre 2017
Tesori di Sicilia: Torremuzza, neve sul mare
Era il 31 dicembre del 2014 quando in riva al mare iniziò a nevicare, fu un evento straordinario ed irripetibile. (video di Giovanni Pulvino)
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98070 Torremuzza ME, Italia
martedì 26 dicembre 2017
Banca Etruria e le tre 'scimmiette'
Quando
i siciliani, e non solo, non intendono immischiarsi in una vicenda ‘poco
chiara’ fanno finta di non saperne nulla nella consapevolezza che è meglio non
inimicarsi i ‘poteri forti’
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Matteo Renzi e Maria Elena Boschi - (foto da investireoggi.it) |
Giuseppe Vegas, Pier Carlo Padoan, Ignazio Visco, Federico Ghizzoni - (foto da lettera43.it) |
Le
vicende della banca aretina dimostrano, ancora una volta, come i sistemi di
controllo sul risparmio siano inutili
e di come la politica e, più in generale, la classe dirigente utilizzino gli enti
pubblici come fossero ‘cosa loro’, li adoperano, cioè, per favorire questo o
quell’amico nella più totale indifferenza per la sorte degli investimenti fatti,
spesso inconsapevolmente, dai piccoli risparmiatori. L’esponente del
Partito democratico nelle ultime settimane ha incontrato i responsabili della
vigilanza sulle banche. Lo scopo era avere informazioni sul tentativo di
salvataggio di Banca Etruria che, è bene ricordarlo, è stata amministrata, con
un ruolo di primo piano, dal padre della sottosegretaria. Il conflitto d’interesse era evidente eppure Maria Elena Boschi ritiene
di non avere nulla da rimproverarsi e, pertanto, non è disposta a rinunciare al
suo incarico. Inoltre, l’ex
ministra ha negato di essersi occupata della vicenda asserendo che non ha fatto
‘pressioni’, ma è intervenuta solo per avere ‘info’ (informazioni). Ma, la principale collaboratrice dell’ex
sindaco di Firenze pensa veramente che gli italiani siano così ingenui? Del
resto c’era da aspettarselo, se non si è dimessa dopo la sconfitta nel referendum costituzionale, perché avrebbe
dovuto farlo adesso e rinunciare alla candidatura nelle prossime elezioni
politiche? Se poi questo significa far crollare definitivamente il Pd e con
esso il Centrosinistra, pazienza, ‘muoia Sansone con tutti i Filistei’. Del
resto, l’obiettivo di Matteo Renzi è un
governo di larghe intese, e magari Maria Elena tornerà a fare la ministra delle
Riforme, non importa di quali, ciò che conta è il potere e la poltrona,
come nel peggior trasformismo democristiano, che ancora oggi continua ad essere
praticato diffusamente dai deputati e dai senatori di tutti gli schieramenti.
Ubicazione:
Sicilia, Italia
lunedì 18 dicembre 2017
Vitalizi e pensioni d’oro, simboli di ingiustizie e disuguaglianze
Il
sistema capitalistico favorisce lo sviluppo economico, ma comporta anche privilegi
ed iniquità, ne sono due esempi i vitalizi e le pensioni d’oro
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Ex parlamentari che percepiscono il vitalizio (foto da espresso.repubblica.it) |
Le
disuguaglianze tra le categorie sociali stanno crescendo per la
diseguale distribuzione del reddito, ma anche per le modalità di erogazione e calcolo
delle indennità previdenziali. La
mancata approvazione da parte del Parlamento della legge che intendeva limitare
l’ammontare dei vitalizi degli ex parlamentari è un esempio di come il
sistema non sappia autoregolarsi per correggere le iniquità. Ci sono ex deputati ed ex senatori che
godono da decenni di indennità per oltre 5 mila euro netti al mese, mentre ci
sono persone che sono costrette a vivere con pensioni di circa 500 euro al mese.
Per non parlare dei futuri pensionati che andranno in quiescenza a quasi 70
anni e con indennità irrisorie. Inoltre, migliaia di ex dipendenti pubblici o ex manager di aziende private incassano ogni mese
pensioni d’oro di oltre 10 mila euro. Il record spetta all’ex dirigente della
Telecom, Mauro Sentinelli, che percepisce 91.337 euro al mese.
Mauro Sentinelli, ex manager Telecom, percepisce una pensione d'oro di 91.337 euro al mese - (foto da ilsole24ore.com) |
Eppure, per rendere il sistema più ‘giusto’, basterebbero poche e semplici regole. Innanzitutto mettere un limite alle indennità
previdenziali. Inoltre, se un soggetto continua a lavorare ed ha un
reddito adeguato perché deve percepire anche la pensione? Ci sono tanti
lavoratori delle istituzioni, della politica, della televisione, dei giornali,
etc... che continuano a svolgere la loro attività anche se sono in età avanzata
e che, nonostante non abbiano bisogno di un sostegno economico, percepiscono, oltre
alle indennità da lavoro, una o più pensioni. E’ una grande ingiustizia se
confrontiamo queste situazioni con quelle di chi vive in condizioni di povertà
assoluta, in Italia essi sono, secondo l’Istat, oltre quattro
milioni e 598 mila individui. Non si
tratterebbe di impedire, a chi vuole, di continuare a lavorare, ma di evitare che
la pensione o le pensioni percepite diventino uno strumento di arricchimento,
mentre quelle stesse risorse pubbliche potrebbero essere utilizzate per garantire una vita
dignitosa a chi non lavora più o non può lavorare. La redistribuzione della ricchezza non è solo un atto ‘etico’, ma
anche una necessità del sistema economico. Se si vogliono evitare le crisi
economiche occorre ridurre le disuguaglianze e le ingiustizie, ma questo ai nostri
politici ed alla nostra classe dirigente interessa poco.
Fonti: espresso.repubblica.it e
ilsole24ore.com
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Sicilia, Italia
mercoledì 13 dicembre 2017
Tesori di Sicilia: La Chiesa del Carmine, Polizzi Generosa
La Chiesa del Carmine, Polizzi Generosa (Pa) (foto di Giovanni Pulvino) |
Fonte:
Comune di Polizzi Generosa
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Ubicazione:
Sicilia, Italia
mercoledì 6 dicembre 2017
Il 30% delle persone residenti in Italia è a rischio povertà o esclusione sociale
Con la ripresa
economica cresce il reddito disponibile ed il potere d’acquisto delle famiglie,
ma aumentano anche la disuguaglianza economica ed il rischio povertà o esclusione
sociale
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Foto da dire.it |
I dati dell’indagine condotta
dall’Istat sulle condizioni di vita, reddito e carico fiscale relativi al 2016 mostrano
una ‘significativa’ crescita del reddito ‘associata ad un aumento della
disuguaglianza economica’. Insomma i
ricchi sono sempre più ricchi, mentre cresce il numero di coloro che vivono o
rischiano di cadere in povertà. Il reddito netto medio annuo per famiglia è
pari a 29.988 euro, circa 2.500 euro al mese, con un incremento percentuale del
+1,8 in termini nominali e del +1,4 in termini di valore d’acquisto. Circa metà
delle famiglie percepisce un reddito annuo di 24.522 euro, mentre nel Sud rimane,
nonostante la crescita del +2,8%, a 20.557 euro, circa 1.713 euro mensili.
Matteo Renzi - (foto da agora24.it) |
La
crescita del reddito è diversa tra le categorie sociali. Per il 20% più ricco della
popolazione l’incremento è maggiore, in particolare per i redditi
derivanti da lavoro autonomo. Il rapporto ‘equivalente‘ tra quello percepito dal
20% della popolazione più ricca e il corrispondente più povero è aumentato da
5,8 a 6,3. L’Istat stima che il
30% delle persone residenti in Italia, vale a dire circa 18 milioni di
individui, è a rischio povertà o esclusione sociale, percentuale in aumento
rispetto al 2015 quando era pari al 28,7%. Nel
Mezzogiorno la probabilità di cadere in una condizione d’indigenza e bisogno è
del 46,9%, in crescita dal 46,4% del 2015, ed è in aumento anche nel
Nord-ovest (21,0% da 18,5%) e nel Nord-est (17,1% da 15,9%), mentre è stabile
nel Centro (25,1%). A rischio povertà o esclusione sociale sono soprattutto le
famiglie numerose con cinque o più elementi (43,7%), la situazione peggiora anche
per quelle con uno o due componenti. Quando si annunciano
con enfasi i risultati positivi sull’incremento del Pil e dei posti di lavoro
occorrerebbe ricordarsi anche di questi dati e del fatto che milioni d’italiani
vivono in condizioni sociali difficili e che la ripresa economica anziché ridurre sta aumentando le disuguaglianze ed
incrementando il divario economico e sociale tra il Centro-nord sempre più ricco
ed il Sud sempre più povero ed assistito. I nostri politici invece di parlare
di taglio delle tasse e di banche dovrebbero occuparsi di chi è disoccupato o
vive con la pensione al minimo e fa fatica ad arrivare a fine a mese, mentre c’è
chi continua ad arricchirsi e non sa che farsene del ‘superfluo’ che ha a
disposizione.
Fonte: istat.it
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venerdì 1 dicembre 2017
Il Giro d’Italia 2018 assumerà una connotazione 'mediterranea'
Gli
organizzatori del Giro d’Italia hanno previsto per il 2018 importanti novità,
la più rilevante è la partenza da Israele
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Il percorso del Giro d'Italia 2018 - (foto da gazzetta.it) |
La
seconda corsa a tappe ciclistica più famosa al mondo nella prossima edizione
assumerà una connotazione internazionale e ‘mediterranea’. E’ la prima volta in assoluto che essa
prevede partenze ed arrivi fuori dai confini europei. La prima tappa partirà il
quattro di maggio da Gerusalemme. Questo è un fatto storico per il ciclismo e non solo. Il
tragitto prevede
due cronometro, sei arrivi in salita, sette traguardi per i velocisti e altri
sei di media difficoltà. Saranno percorsi in tutto 3.546 chilometri. Dopo la
trasferta in Africa la Corsa rosa ripartirà l’8 maggio dalla Sicilia, dove si
svolgeranno tre tappe con arrivi a Caltagirone, Caltanissetta e sull’Etna. Poi
risalirà l’Italia attraversando la Calabria, la Campania e l’Abruzzo. Seguiranno
le tappe sulla dorsale adriatica e non mancheranno le salite storiche come lo
Zoncolan, dove i corridori dovranno affrontate strade con pendenze del 22%. La 101esima
edizione del Giro si concluderà a Roma, tra i Fori imperiali ed il Colosseo.
Caltagirone, la scalinata in ceramica - (foto da wikipedia.org) |
Alla
gara parteciperanno,
oltre ai big italiani Vincenzo Nibali e Fabio Aru ed al vincitore dello scorso
anno Tom Dumoulin, anche lo spagnolo Mikel Landa e soprattutto il britannico Chris
Froome alla rincorsa della tripletta, Giro, Tour e Vuelta.
Dopo
le edizioni che hanno previsto escursioni nel nord Europa, il Giro partirà
dall’Africa, e per la prima volta si colorerà del blu delle acque della sponda sud del Merditerraneo. Inoltre anche quest’anno, come per l’edizione
del 2017, la Corsa rosa attraverserà sia le regioni meridionali che quelle del
centro – nord, continuando così ad essere quello che dovrebbe essere sempre: il
Giro d’Italia. In più, in questa edizione, acquisirà una connotazione internazionale
con uno sguardo rivolto al Sud del mondo. Caratteristica che il nostro Paese
dovrebbe perseguire sempre e non solo nel ciclismo.
Fonte: gazzetta.it e
wikipedia.org
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