I profughi honduregni
hanno dovuto attraversare il confine meridionale messicano e dopo aver
percorso centinaia di chilometri sono giunti a quello con la California, ma, ora, devono affrontare un ostacolo quasi insuperabile: il ‘Muro della vergogna’
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
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Tijuana, il 'Muro della vergogna' - (foto da wikipedia.org) |
Quando
hanno iniziato la marcia verso gli Stati Uniti d’America erano poche centinaia
di persone, ora, che sono arrivate sul confine americano, sono migliaia. E’ la lunga marcia dei migranti
honduregni. Partiti oltre un mese fa dalla città di San Pedro Sula, in Honduras, ora
sono arrivati a Tijuana con l’obiettivo di attraversare il confine con gli Usa.
Alcune migliaia sono ancora in marcia e presto arriveranno al campo allestito dai
volontari per accogliere i profughi centroamericani. In tutto si tratta di
oltre cinquemila persone che si aggiungono a quelli che sono già presenti nel
campo. Nella maggior parte dei casi sono disperati che fuggono dalla guerra e dalla
miseria.
Giunti
a Tijuana i rifugiati devono iniziare il processo di richiesta di asilo politico. La pratica potrebbe richiedere diversi mesi di attesa,
anche perché le autorità americane ne espletano solo poche decine al giorno.
Il campo si trova a
pochi metri dalla barriera di separazione che si snoda lungo la frontiera tra
Tijuana e San Diego. Alto dai due ai sei metri il ‘Muro della vergogna’,
così lo definiscono i messicani, è fatto di lamiera metallica sagomata. La sua edificazione
ha avuto inizio nel 1990 durante la presidenza di George H. W. Bush ed è stata continuata
nel 1994 da Bill Clinton. Oggi, il nuovo presidente Donald Trump vuole estendere
la struttura su tutto il confine meridionale americano, ma vuole farlo a spese
del Messico.
Da quando è stata
costruita la barriera un numero crescente di persone è entrata illegalmente negli Usa attraverso il deserto di Sonora. I clandestini devono percorrere oltre 80 Km di territorio inospitale e pericoloso, tanto che tra il 1998 ed il 2004 sono morte, secondo i dati
ufficiali, 1.954 persone.
Il presidente Donald Trump per
fermare la marcia dei migranti, oltre alle guardie di frontiera americana, ha
schierato al di là del confine alcuni reparti dell’esercito, come se i nuovi arrivati
fossero degli ‘invasori’. Invece, si tratta di persone e di nuclei famigliari
che intendono entrare legalmente negli Usa.
I
profughi honduregni in queste settimane hanno dovuto sopportare anche le
proteste dei sovranisti messicani,
preoccupati, questi ultimi, dal fatto che difficilmente i migranti riusciranno ad
entrare negli Stati Uniti e che pertanto è assai probabile che molti di essi
rimarranno nel territorio messicano.
‘Si è sempre meridionali di qualcuno’
afferma Luciano De Crescenzo in ‘Così parlò Bellavista’. Americani contro
messicani, messicani contro honduregni, europei contro africani, veneti contro campani o siciliani, è una lotta continua, tra chi è benestante e chi è povero,
tra chi ha una vita dignitosa e chi vi aspira. E' tornato il nazionalismo e con esso il tempo della'intolleranza e della xenofobia. E, di certo, non si può rimanere indifferenti davanti a tanta
ingiustizia.
Fonte
wikipedia.org
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