Maltrattamenti, sopraffazioni,
violenze e uccisioni delle donne non sono un’esclusiva della società moderna,
ma si sono sempre verificati nel corso della storia, ecco un esempio avvenuto
nel 58 d.C., al tempo di Nerone
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Foto da libertaegiustizia.it |
La donna stanca di
quell’uomo violento, cercò di chiudere la relazione. Ma Ottavio dopo una ‘notte che passo in litigi, preghiere,
rimproveri, scuse e, in parte effusioni, ad un tratto, quasi fuori di sé,
infiammato dalla passione, trafisse col ferro la donna che nulla sospettava’. Il tribuno fu arrestato e condannato per il vile assassinio. Ma gli fu risparmiata
la vita e finì in esilio nell’isola di Ponza.
Questa tragica vicenda è simile a tante altre ed ancora oggi essa si ripete con crudele continuità. Dall’inizio
dell’anno le vittime di femminicidio sono già state novantaquattro, mentre gli
atti di violenza denunciate dalle donne sono state quasi cinquantamila.
Troppo spesso mariti o compagni considerano la loro donna come ‘cosa propria’ ed in alcuni
casi essi arrivano al punto di attribuirsi il ‘diritto’ di deciderne la vita o
la morte. Questi ‘ominicchi’ confondono l’amore con il possesso e considerano l’affetto
ricevuto non come un atto che deve essere riconosciuto e ribadito ogni giorno,
ma come un sentimento esclusivo dato per sempre. E’ un
atteggiamento infantile, che denota insicurezza ed immaturità e che, a volte,
sfocia nella violenza e nel crimine.
E’ un fatto
culturale. E non può essere una giustificazione l’indissolubilità del
matrimonio sancita dal cristianesimo. L’amore può non essere per sempre. Ed in
ogni caso la donna ha, come l’uomo, il diritto di innamorarsi di nuovo o,
semplicemente, di chiudere una relazione. E’ nella natura umana dare e ricevere
amore e nessuno può decidere quando e dove questo può avvenire.
Ma, purtroppo, fino a quando tutti gli uomini non accetteranno il carattere di reciprocità di questo
diritto, i femminicidi continueranno.
Fonti: wikipedia.org e femaleworld.it
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