martedì 22 dicembre 2015

Nella Legge di Stabilità solo ‘briciole’ per il Sud

Il Senato ha approvato la Legge di Stabilità, ma ancora una volta gli interventi previsti per il Sud sono del tutto insufficienti per ridare vigore alla drammatica situazione economica e sociale del Meridione 

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Il valore del provvedimento, che prevede oltre 1000 commi, è di 35,4 miliardi di euro, l’incremento dai 29,6 miliardi previsti inizialmente è stato determinato soprattutto dalle misure aggiuntive sulla sicurezza. I benefici fiscali per le regioni del Mezzogiorno che sono stati  introdotti con la manovra finanziaria approvata oggi dal Senato sono ‘briciole’ rispetto a quanto sarebbe stato necessario per ridare vigore all’economia meridionale.
Il credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali destinati ad attività produttive, di cui potranno usufruire le imprese della Campania, della Puglia, della Basilicata, della Calabria, della Sicilia, del Molise e della Sardegna, avrà una durata quadriennale, cioè dal primo gennaio 2016 al trentuno dicembre 2019.
L’importo complessivo previsto è di 2 miliardi e 468 milioni di euro, vale a dire 617 milioni di euro all’anno. L’agevolazione è differenziata a seconda delle dimensioni aziendali: il 20% per le piccole imprese, il 15% per quelle medie e il 10% per quelle di grandi dimensioni. Il tetto massimo utilizzabile è di 1,5 milioni di euro per le piccole imprese, di 5 milioni per le medie e di 15 per quelle di grandi dimensioni. Le modalità di attuazione del provvedimento saranno stabilite dall’Agenzia delle Entrate. A queste misure si aggiunge la possibilità di ‘superare il patto di stabilità interno’ il cui scopo è di attivare, ‘dai meccanismi di gestione del bilancio’, risorse pubbliche per 11 miliardi di euro, di cui 7 da investire nelle regioni meridionali. Infine specifici interventi sono previsti per l’area di Bagnoli e per la Terra dei Fuochi. Queste agevolazioni si uniscono a quelle previste con il cosiddetto ‘super ammortamento’, cioè la maggiorazione del 40% del costo fiscalmente deducibile dei beni strumentali acquistati dalle imprese dal 15 ottobre 2015 al 31 dicembre 2016.
Insomma, la manovra finanziaria per il 2016 prevede per il Meridione incentivi ‘certi’ solo per le imprese che decideranno di fare investimenti e comunque per un importo massimo di 617 milioni di euro, vale a dire circa 88 milioni di euro per ogni regione meridionale, un importo inferiore a quello stanziato dal Governo per risarcire i creditori di Banca Etruria.
L’impressione è che gli impegni assunti dall’Esecutivo e dal Parlamento con la Legge di Stabilità siano simili a quelli presi nei decenni scorsi dai governi di Romani Prodi e di Silvio Berlusconi e che, pertanto, siano del tutto insufficienti per ridare impulso all’economia del Mezzogiorno.

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