Il
Senato ha approvato la Legge di Stabilità, ma ancora una volta gli interventi previsti
per il Sud sono del tutto insufficienti per ridare vigore alla drammatica situazione
economica e sociale del Meridione
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Il
valore del provvedimento, che prevede oltre 1000 commi, è di 35,4 miliardi di
euro, l’incremento
dai 29,6 miliardi previsti inizialmente è stato determinato soprattutto dalle
misure aggiuntive sulla sicurezza. I benefici fiscali per le regioni del
Mezzogiorno che sono stati introdotti con la manovra finanziaria approvata oggi dal Senato sono ‘briciole’ rispetto a quanto sarebbe stato necessario per ridare vigore
all’economia meridionale.
Il
credito d’imposta per
l’acquisto di beni strumentali destinati ad attività produttive, di cui potranno
usufruire le imprese della Campania, della Puglia, della Basilicata, della Calabria,
della Sicilia, del Molise e della Sardegna, avrà una durata quadriennale, cioè dal primo gennaio 2016 al trentuno dicembre 2019.
L’importo
complessivo previsto è di 2 miliardi e 468 milioni di euro, vale a dire 617
milioni di euro all’anno.
L’agevolazione è differenziata a seconda delle dimensioni aziendali: il 20% per
le piccole imprese, il 15% per quelle medie e il 10% per quelle di grandi
dimensioni. Il tetto massimo utilizzabile è di 1,5 milioni di euro per le piccole
imprese, di 5 milioni per le medie e di 15 per quelle di grandi dimensioni. Le
modalità di attuazione del provvedimento saranno stabilite dall’Agenzia delle
Entrate. A
queste misure si aggiunge
la possibilità di ‘superare il patto di stabilità interno’ il cui scopo è di attivare, ‘dai meccanismi di gestione del bilancio’, risorse pubbliche per 11 miliardi di
euro, di cui 7 da investire nelle regioni meridionali. Infine specifici
interventi sono previsti per l’area di Bagnoli e per la Terra dei Fuochi. Queste
agevolazioni si uniscono
a quelle previste con il cosiddetto ‘super ammortamento’, cioè la maggiorazione
del 40% del costo fiscalmente deducibile dei beni strumentali acquistati dalle
imprese dal 15 ottobre 2015 al 31 dicembre 2016.
Insomma,
la manovra finanziaria per il 2016 prevede per il Meridione incentivi ‘certi’ solo per le
imprese che decideranno di fare investimenti e comunque per un importo massimo
di 617 milioni di euro,
vale a dire circa 88 milioni di euro per ogni regione meridionale, un importo
inferiore a quello stanziato dal Governo per risarcire i creditori di Banca
Etruria.
L’impressione è che gli impegni assunti dall’Esecutivo
e dal Parlamento con la Legge di Stabilità siano simili a quelli presi nei
decenni scorsi dai governi di Romani Prodi e di Silvio Berlusconi e che,
pertanto, siano del tutto insufficienti per ridare impulso all’economia del Mezzogiorno.
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