Dal
2008 al 2015 oltre 500mila italiani si sono trasferiti all’estero, a sostenerlo
è il rapporto: ‘Il lavoro dove c’è’, realizzato dall’Osservatorio Statistico
dei Consulenti del Lavoro
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Foto da corriereUniv.it |
I
lavoratori italiani che, dall’inizio della crisi economica, hanno deciso di
emigrare si sono trasferiti soprattutto in Germania, Regno Unito e Francia. Nello stesso periodo circa 300mila stranieri
residenti in Italia, non trovando lavoro, hanno deciso ritornare nei loro
paesi, in particolare il fenomeno riguarda gli immigrati provenienti dalla
Romania.
Il
flusso migratorio è diverso a seconda della zona geografica ed è un fenomeno che si sta verificando
anche all’interno del territorio nazionale. Dal 2008 al 2015 oltre 380mila
meridionali si sono trasferiti in una regione del Centro o del Nord Italia. Si
tratta nella maggior parte dei casi di lavoratori qualificati. E’ bene
ricordare che in questa indagine non sono inclusi i docenti, soprattutto
meridionali, assunti nel 2015 ed in molti, trasferiti al settentrione con la mobilità
predisposta dal ministero della Pubblica Istruzione nell’agosto del 2016.
Logo Rapporto - (foto da consulentidellavoro.it) |
Inoltre,
più di un occupato su dieci lavora in una provincia diversa da quella di
residenza. Questa condizione incide
molto sullo ‘stipendio, la soddisfazione dei lavoratori e la qualità della vita’.
Dal rapporto emerge che Milano ‘per le brevi distanze, le occasioni di lavoro e
i servizi di trasporto è l’epicentro degli spostamenti interprovinciali in
Italia’.
Il
fenomeno dei flussi è la diretta conseguenza dei livelli occupazionali che, come hanno rilevato diverse indagini
statistiche, sono molto diversi tra le province del Nord e del Sud del Paese.
Se, ad esempio, il tasso di occupazione nella provincia di Reggio Calabria è
del 37%, in quella di Bolzano è del 72%.
Insomma, molti
italiani emigrano all’estero, ma a farlo sono soprattutto i
lavoratori meridionali, e questa non è una novità.
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