sabato 3 giugno 2017

Non chiamatelo sistema elettorale tedesco

‘Questo è un tedesco col trucco, uno vince in un collegio ma passa il capolista bloccato. Ho persino dubbi di costituzionalità.’ Pier Luigi Bersani

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Pier Luigi Bersani - (foto da pescaranews.net)
Il Parlamento si accinge ad approvare un sistema elettorale proporzionale con il ‘trucco’, sostiene Pier Luigi Bersani in un’intervista rilasciata ieri a Repubblica.it. Inoltre, la soglia di sbarramento del 5% non consente ai piccoli partiti di essere rappresentati in Parlamento e, nello stesso tempo, essendo un sistema proporzionale, non garantisce la governabilità. Ma vediamo, in sintesi, come funzionerà la nuova legge elettorale.
Le schede che saranno consegnate agli elettori saranno due: una per la Camera e l’altra per il Senato. In ciascuna di esse, oltre ai simboli dei partiti, saranno indicati i nomi di tutti i candidati, anche se non potremo sceglierli con le preferenze. Il simbolo sarà posto al centro. Sulla sinistra saranno indicati i candidati in quel collegio uninominale. Sulla destra i nomi inseriti (da 2 a 6) nei vari listini circoscrizionali. Un candidato potrà presentarsi in un collegio uninominale e nelle liste circoscrizionali fino ad un massimo di tre. In ogni listino uno dei due sessi non potrà rappresentare più del 60% dei candidati ed in quelli uninominali non oltre il 60% di quel partito.
Con una sola crocetta l’elettore indicherà il partito, il candidato del collegio uninominale e quelli del ‘listino’. Non sarà possibile il cosiddetto voto ‘disgiunto’. Non sarà consentito, cioè, votare per un candidato del collegio uninominale ed uno, di un partito diverso, per le liste circoscrizionali. Chi non accetterà l’intero ‘pacchetto’ potrà solo cambiare partito o non votare.
Matteo Renzi, Beppe Grillo e Silvio Berlusconi
(foto da repubblica.it)
I seggi saranno attribuiti in proporzione alla percentuale di suffragi ottenuti. Il primo eletto sarà il candidato che otterrà oltre il 50 per cento dei voti nel proprio collegio. Questi saranno 303 alla Camera e 150 al Senato. Se nessuno raggiungerà la maggioranza assoluta nel collegio uninominale, sarà eletto il numero uno del ‘listino’ circoscrizionale. Inoltre, se quel partito avrà conquistato altri seggi nella circoscrizione scatteranno i vincitori del rispettivo collegio uninominale, a cui seguiranno gli altri nomi del ‘listino’. Infine, saranno eletti i perdenti dei collegi.
Non otterranno alcun seggio i partiti che non supereranno il 5 per cento sul totale dei voti espressi. Si tratta di almeno 1 milione e 700 mila suffragi. Questi voti saranno attribuiti in modo proporzionale ai vincitori. In tal modo i consensi delle liste più piccole che non raggiungeranno il quorum andranno ai partiti maggiori. Questo sistema crea un ‘premio’ nascosto, che sarà tanto maggiore quanto più elevato sarà il numero di liste che non supereranno la soglia minima del 5 per cento. In altre parole, si verificherà un paradosso: molti elettori finiranno per sostenere un partito che invece desiderano combattere. Per evitare questa eventualità l’elettore potrà optare per una lista che di certo supererà la soglia. E’ la logica del cosiddetto ’voto utile’, che, ovviamente, favorisce i partiti maggiori.
Il sistema proposto differisce da quello tedesco per due aspetti assai importanti. Innanzitutto, il voto disgiunto nel sistema elettorale tedesco è consentito. Inoltre, chi sarà eletto nei collegi uninominali otterrà il seggio, nel sistema in discussione invece, anche vincendo con la maggioranza assoluta, per ottenere il seggio la lista dovrà prima superare la soglia di sbarramento del 5%.
Insomma, questo sistema elettorale, essendo proporzionale, non garantirà la governabilità e, con una soglia di sbarramento così alta, non consentirà alle liste più piccole di essere rappresentate in Parlamento. Le uniche certezze saranno l’elezione delle élite dei partiti maggiori ed un governo di coalizione, proprio quello che Matteo Renzi sino a pochi mesi fa voleva impedire con l’Italicum. 

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