venerdì 19 marzo 2021

'Perché il nome di mio figlio non lo dicono mai?'

‘A ricordare e riveder le stelle’ è lo slogano scelto da Libera per la ventiseiesima edizione della Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto da libera.it

‘La donna prese le mani di don Luigi Ciotti e gli disse: sono la mamma di Antonino Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone. Perché il nome di mio figlio non lo dicono mai? È morto come gli altri’. Era il 21 marzo e quell’esortazione non poteva rimanere inascoltata. La Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie nasce così, dal dolore di una mamma che aveva perso il figlio nella strage di Capaci.

La prima edizione si svolse a Roma il 21 marzo del 1996. Da allora ogni anno, in una città diversa, in quel giorno vengono letti i nomi ed i cognomi delle vittime innocenti delle mafie. ‘E’ un momento di riflessione, approfondimento e di incontro, di relazioni vive e di testimonianze attorno ai familiari’, si legge nella presentazione della ventiseiesima edizione.

L’emergenza dovuta alla pandemia non ha fermato le iniziative. La campagna di sensibilizzazione sta continuando attraverso i social e con l’attivismo sul territorio.

‘A ricordare e riveder le stelle’ è lo slogan scelto per il 20 ed il 21 marzo 2021. Il senso è chiaro. Tornare a coloro che hanno perso la vita a causa delle mafie e per esprimere, attraverso la memoria, ‘l’impegno nell’oggi e nel domani’. E nello stesso tempo, citando l’ultimo verso dell’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri, si intende auspicare l’uscita dalla pandemia dopo un anno di isolamento e di distanziamento.

Combattere le mafie – dichiara il presidente di Libera don Luigi Ciotti – vuol dire anche nutrirsi di una cultura che sappia essere strumento di denuncia e di crescita civile. Le organizzazioni criminali hanno da sempre stretto un accordo con l’ignoranza e la superficialità. Le immagini in movimento rappresentano un linguaggio universale a disposizione del nostro impegno democratico. È un dovere del mondo della scuola educare gli studenti alle nuove forme di comunicazione’. 

Fonte: libera.it

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