‘E’ un’ingiustizia’ e ‘vogliamo il lavoro’, sono due degli slogan di protesta dei lavoratori della Toto costruzioni generali in presidio presso il campo base di Castelbuono
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Castelbuono (Pa),presidio dei lavoratori della Toto costruzioni generali |
Il
cantiere per il raddoppio della linea ferroviaria sul litorale tirrenico della
Sicilia, 12 chilometri tra Ogliastrillo e Castelbuono, è fermo da novembre. Il contenzioso
tra la Toto costruzioni generali e Rfi sta rallentando i lavori che proseguono
solo per le piccole manutenzioni. Le preoccupazioni dei dipendenti
dell’azienda di Chieti sono fondate e lo stato di agitazione delle maestranze continuerà
anche nei prossimi giorni, affermano i sindacati.
E’
una storia che si ripete. Almaviva a
Palermo, la ex Fiat a Termini Imerese,
la Pfizer di Catania, il petrochimico di Gela, ect… In Sicilia le aziende anziché
aprire chiudono.
Al
Sud, si sa, le grandi opere vengono completate con decenni di ritardo o non vengono realizzate mai.
Il
ministro Matteo Salvini ha annunciato con enfasi la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, ma non si preoccupa minimamente
della carenza di infrastrutture che da sempre caratterizzano la viabilità
dell’isola e non solo.
L’autostrada Palermo-Messina è stata ultimata solo nel 2004, cioè dopo 35 anni dall’inizio dei lavori. Lo stesso è avvenuto con la Salerno-Reggio Calabria. Al Sud è sempre stato così. Quando si tratta di spendere soldi pubblici per la viabilità cominciano i distinguo ed i problemi e spesso non se ne fa niente.
Non sorprende quindi che l’Alta velocità sia ancora una chimera per i siciliani e per gran parte della
popolazione del Mezzogiorno.
La
vicenda di Castelbuono è emblematica. Le opere non solo vengono realizzate sempre 'dopo', ma spesso rimangono incompiute. Tanto a pagare
le inefficienze della burocrazia e della politica sono sempre i lavoratori ed i
cittadini meridionali.
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