martedì 19 gennaio 2016

Inps: aumentano i contratti fissi, record di voucher in Sicilia

Nei primi undici mesi del 2015 si registrano oltre 2,1 milioni di assunzioni a tempo indeterminato, mentre le cessazioni sono state 1,525 milioni, boom di voucher in Sicilia

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Secondo i dati comunicati dall’Osservatorio sul precariato dell’Inps tra gennaio e novembre 2015 il numero complessivo di assunzioni nel settore privato è stato di +444.409, cioè il +9,7%. A crescere son stati innanzitutto i contratti a tempo indeterminato (+37%), mentre quelli a termine sono aumentati dell’1,5%, sono invece diminuite le assunzioni in apprendistato (-44.314, cioè -20%). Le trasformazioni dei contratti a termine con quelli a tempo interminato sono state 469.351, con un aumento, rispetto al 2014, del 25,7%.
A livello territoriale i cambiamenti più rilevanti sono avvenuti nelle regioni del Nord, in particolare in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Lombardia.
La variazione netta, cioè il saldo tra assunzioni e cessazioni, ha fatto registrare un miglioramento significativo, con un incremento di 365mila unità. A crescere sono stati i contratti a tempo indeterminato, (oltre 450mila in più) mentre sono diminuiti quelli in apprendistato ed a termine.
L’esonero contributivo ha inciso sul totale dei nuovi rapporti di lavoro a tempo interminato. Sulle nuove assunzioni, che sono state 1.640.630 e le trasformazioni 388.454, esso è stato richiesto per 1.159mila rapporti di lavoro, di cui 889mila sono nuove assunzioni e 269mila sono trasformazioni.
L’Osservatorio ha rilevato anche il notevole incremento dei cosiddetti ‘voucher’. Si tratta di strumenti che consentono ai datori di lavoro di regolarizzare il lavoro di tipo accessorio, cioè il lavoro occasionale. I ‘buoni lavoro’ venduti nei primi undici mesi del 2015 sono stati 102.421.084. Rispetto allo stesso periodo del 2014, l’incremento medio nazionale è stato del 67,5% (61.129.111), la regione che ha fatto registrare l’aumento maggiore è stata la Sicilia con il 97,4%, seguita dalla Liguria (+85,6%), dall’Abruzzo (+83,1%) e dalla Puglia (+83%).

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