Nel
decennio 2001-2011 è calato il numero dei distretti industriali, ma sono cresciute
le loro dimensioni, mentre, a livello territoriale, rimane ampia la distanza
tra Nord e Sud del Paese
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
In
Italia le aree industriali assorbono circa il 40% dell’occupazione e, anche se il loro numero è calato, nell’ultimo decennio sono rimasti sostanzialmente stabili. A dirlo è l’Istat sulla base dei dati dell’ultimo
censimento.
Dal
2001 al 2011 il numero dei distretti industriali
è diminuito da 181 a 141,
ma è aumentata la loro dimensione e densità territoriale. Anche gli addetti
sono aumentati di numero (+1,8%), ed impiegano circa 4,9 milioni di lavoratori.
L’incremento ha riguardato tutti i settori (+16,7%), compensando così il
calo nel manifatturiero (-21%).
Le
principali specializzazioni
sono quelle del cosiddetto ‘Made in Italy’. Tra esse spiccano la
meccanica, il tessile e l’abbigliamento, i beni per la casa, calzature ed
industrie alimentari.
A
livello territoriale
rimane enorme la distanza tra il Nord ed il Sud del Paese. Le aree industriali
si concentrano in Lombardia e Veneto (40,4%) e nel Nord-Est (31,9%). Al Centro
sono il 27%, in particolare in Toscana e nelle Marche. Segue il Nord-Ovest
(26,2%), mentre sono appena il 14,9% nel Mezzogiorno.
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