di Giovanni Pulvino (@Pulvino Giovanni)
“Dal 2008 al 2014 il Pil della
Sicilia ha perso oltre 13 punti percentuali, contro il Centro-Nord che nello stesso periodo ne ha
persi 7,4. Se poi si considera il periodo più ampio che va dal 2001 al 2014, il
Mezzogiorno ha subito un calo del 9,4, con la Sicilia in testa alla classifica
che ha perso ben 9 punti, mentre il Pil del Centro-Nord è cresciuto dell’1,5%”.
A dirlo, durante il convegno su ‘Le leggi di stabilità per il Sud e la Sicilia’
organizzato dall’associazione Pio La Torre, è il direttore di Svimez, Riccardo
Padovani, che ha aggiunto: ”Il problema
dell’occupazione, poi, è tutto a carico del Sud, perché su oltre 811mila
posti di lavoro persi in Italia dal 2008 al 2014, il Meridione ha registrato
575mila occupati in meno, mentre il Centro-Nord si è fermato a 80mila posti in
meno, con un impatto negativo sette volte maggiore nel Meridione, e questo richiede una politica strategica. Nel 2015
il tasso di disoccupazione al Centro- Nord è stato dell’8,9%, mentre nel
Mezzogiorno è più del doppio, supera, cioè, il 20%. Inoltre, il Pil nazionale
nel 2015 è cresciuto dello 0,8% al Centro-Nord, mentre al Sud si è fermato allo
0,1%. Se guardiamo agli investimenti fissi lordi, nel Mezzogiorno sono
addirittura diminuiti dell’1%, mentre nel resto d’Italia sono aumentati dell’1,5%”.
Pio La Torre |
“Serve una strategia complessiva – conclude Padovani - le piccole misure non possono bastare. Un elemento fondamentale è aver ottenuto dall’Unione
europea la possibilità di sforamento della clausola di salvaguardia del 3 per
cento, che sblocca 5 miliardi di cofinanziamento che, sommati ai fondi
strutturali, fanno 11 miliardi in più da spendere, di cui 7 al Sud, a patto che
lo si faccia entro il 2016”.
Alla
conferenza ha partecipato anche il segretario della Uil,
Carmelo Barbagallo che, in riferimento al petrolchimico di Gela, ha detto: ”Se
non si rispettano gli accordi, dopo i sacrifici dei lavoratori e le
ristrutturazioni, i disagi sociali rischiano di diventare problemi. Bisogna
reinvestire a Gela, la chimica verde è una speranza del futuro. Dobbiamo coniugare
occupazione con sicurezza e ambiente. Adesso ci tocca anche portare avanti una
battaglia in Europa che considera aiuti di Stato gli interventi per risanare i
siti”.
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