A
chiedere la condanna dell’azienda sono le famiglie di una trentina di bambini
nati malformati, che ritengono sia l’Ente di Stato ad essere responsabile delle
patologie dei loro figli
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Il petrolchimico di Gela |
L’Eni
è stato citato in giudizio per
‘l’inquinamento ambientale prodotto, in oltre 50 anni di attività, dal suo petrolchimico,
con conseguenze pesanti sull’ecosistema e sulle persone’. Delle responsabilità
dell’Ente è certa anche l’amministrazione comunale di Gela che si è costituita
parte civile ed ha chiesto la creazione di un fondo risarcitorio di 80 milioni
di euro.
I
periti nominati dal tribunale
hanno accertato il legame tra l’inquinamento industriale della raffineria e le malformazioni
riscontrate nei bambini gelesi. Inoltre hanno parlato di ‘disastro ambientale
permanente’ che avrebbe effetti nocivi sull’uomo.
L’avvocato
delle famiglie ricorrenti,
Giuseppe Fontanella, ha chiesto il sequestro dei pozzi e degli impianti ancora
in esercizio a Gela.
I
legali dell’Eni
respingono ogni accusa e dichiarano che l’azienda ha rispettato 110 prescrizioni
sulle 112 imposte dal ministero per l’ambiente. Inoltre minacciano ‘di far
saltare il protocollo d’intesa firmato con il Governo e la Regione per il salvataggio
della raffineria di Gela’.
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