sabato 30 gennaio 2016

Università: crollo di iscritti al Sud

Fuga dalle università meridionali, Catania maglia nera con una riduzione del numero di matricole dell’81%

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Università di Catania
In dieci anni 65mila matricole in meno, con un calo del 20% dei diplomati che decidono di continuare gli studi. Di questi, 35mila sono negli atenei del Mezzogiorno. Il numero dei docenti è anch’esso diminuito di 11mila unità, il personale tecnico di 13mila unità ed i corsi di studio sono passati da 5.634 a 4.628. Il finanziamento ordinario delle università è diminuito del 22,5%. Tra le città, Catania è maglia nera con una riduzione del numero di matricole dell’81%. Questi dati emergono da uno studio condotto da ‘Fondazione Res’, Istituto di ricerca su economia e società in Sicilia.
Secondo Giancarlo Viesti, che ha curato il rapporto, ‘l’università delle regioni più deboli va rafforzata al massimo e non progressivamente indebolita, come purtroppo si sta facendo negli ultimi anni’. Essa ‘forma le classi dirigenti, trasferisce tecnologie e saperi. Inoltre, specie nelle aree difficili, è anche un presidio di civiltà’.
‘L’Italia - si legge nel rapporto - ha compiuto, nel giro di pochi anni, un disinvestimento molto forte nella sua università’. Ed ancora: ‘la riduzione della spesa e del personale universitario è stata molto maggiore che negli altri comparti dell’intervento pubblico’.
‘Se continuiamo a perdere capitale umano rischiamo la desertificazione assoluta’, ha dichiarato Ivanhoe Lo Bello, vicepresidente di Confindustria e delegato alle politiche sull’Istruzione, ed ha aggiunto: ’Perdere 65mila immatricolati in dieci anni è un segnale preoccupante, soprattutto al Sud. Abbiamo ragazzi scoraggiati, che non hanno le risorse per sostenersi negli studi. Occorrono un investimento serio e luoghi dove i ragazzi possano risiedere e garantire in questo modo la mobilità a basso costo degli studenti.’

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