Fuga
dalle università meridionali, Catania maglia nera con una riduzione del numero
di matricole dell’81%
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Università di Catania |
In
dieci anni 65mila matricole in meno,
con un calo del 20% dei diplomati che decidono di continuare gli studi. Di
questi, 35mila sono negli atenei del Mezzogiorno. Il numero dei docenti è anch’esso
diminuito di 11mila unità, il personale tecnico di 13mila unità ed i corsi di
studio sono passati da 5.634 a 4.628. Il finanziamento ordinario delle
università è diminuito del 22,5%. Tra le città, Catania è maglia nera con una
riduzione del numero di matricole dell’81%. Questi dati emergono da uno studio
condotto da ‘Fondazione Res’, Istituto di ricerca su economia e società in Sicilia.
Secondo Giancarlo
Viesti, che ha curato il rapporto, ‘l’università
delle regioni più deboli va rafforzata al massimo e non progressivamente indebolita,
come purtroppo si sta facendo negli ultimi anni’. Essa ‘forma le classi
dirigenti, trasferisce tecnologie e saperi. Inoltre, specie nelle aree
difficili, è anche un presidio di civiltà’.
‘L’Italia
- si legge nel
rapporto - ha compiuto, nel giro di
pochi anni, un disinvestimento molto forte nella sua università’. Ed
ancora: ‘la riduzione della spesa e del personale universitario è stata molto
maggiore che negli altri comparti dell’intervento pubblico’.
‘Se continuiamo a
perdere capitale umano rischiamo la desertificazione assoluta’, ha dichiarato
Ivanhoe Lo Bello, vicepresidente di Confindustria e delegato alle politiche
sull’Istruzione, ed ha aggiunto: ’Perdere
65mila immatricolati in dieci anni è un segnale preoccupante, soprattutto al Sud.
Abbiamo ragazzi scoraggiati, che non hanno le risorse per sostenersi negli
studi. Occorrono un investimento serio e luoghi dove i ragazzi
possano risiedere e garantire in questo modo la mobilità a basso costo degli
studenti.’
Nessun commento:
Posta un commento