venerdì 16 dicembre 2016
lunedì 12 dicembre 2016
Renzi: 'Torno a casa davvero'
Spopolano
in rete i ‘Renzi chi?’ e ‘#staiserenomatteo’, ma s’illudono coloro che pensano
che la carriera politica dell’ex sindaco di Firenze si finita
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
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Matteo Renzi con la moglie Agnese (foro da giornalettismo.com) |
Il
presidente del Consiglio dimissionario è per carattere un ‘piacione’, il suo primo obiettivo è quello di
essere gradito a tutti. Per conquistare il consenso dell’elettorato moderato ha
emarginato la Sinistra, anche quella del suo partito. Sta facendo, cioè, lo
stesso errore che fece Walter Veltroni alle elezioni politiche del 2008, quando
si presentò con una coalizione che escludeva le forze politiche alla sinistra
del Pd. Gli
attacchi a Massimo D’Alema, il #staiserenoenrico presidente del Consiglio del
suo partito, al Fassina chi?, ed ancora, l’uscita dal Pd di tanti esponenti
dell’area radicale, il No di Bersani al referendum costituzionale ed il continuo
malessere della minoranza del partito sono emblematici di una convivenza ideologica
mal sopportata dall’attuale segretario dei Democratici.
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Enrico Letta e Matteo Renzi (foto da tg24.sky.it) |
Secondo
il suo pensiero politico è la Sinistra (non solo quella radicale) il principale
ostacolo al rinnovamento.
Il limite di questo ragionamento è evidente: un partito progressista che adotta
politiche di Destra come il Job act, gli incentivi fiscali alle imprese, la
cosiddetta ‘meritocrazia’ nella scuola, la riforma costituzionale e l’Italicum,
ma che, nello stesso tempo, non è capace di realizzare politiche di
redistribuzione della ricchezza e di riduzione dei privilegi, è destinato alla
sconfitta.
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Stefano Fassino (foto da news.leonardo.it) |
Da
rottamatore a rottamato?
'Torno a casa davvero' ha scritto su facebook il presidente del Consiglio
dimissionario. Le politiche populiste, prima o poi, devono fare i conti con
la realtà e quella italiana è particolarmente complicata. E’ sufficiente ricordare
l’alto tasso di disoccupazione al Sud o l’enorme debito pubblico creato proprio
con le politiche assistenziali ed elettoralistiche adottate anche dallo stesso Matteo Renzi. Perfino il provvedimento dell’assunzione
dei precari della scuola si è trasformato in un boomerang per la troppa
‘faciloneria’ con cui la procedura è stata realizzata e per l’introduzione
della cosiddetta ‘chiamata diretta’ adottata solo per i neoassunti storici. L’errore
più grande è stato
quello di aver trasformato il referendum costituzionale in un plebiscito sulla
sua persona e sulla sua carriera politica. Renzi
contro tutti, come un novello ‘Don
Chisciotte’ che combatte la partitocrazia di cui egli stesso fa parte. L’obiettivo
non si è realizzato, ma non è finita. In perfetto stile berlusconiano l’ex
sindaco di Firenze tornerà all’attacco della Sinistra del Pd, ma otterrà solo
di perdere ulteriore consenso nei ceti meno abbienti, finendo così per trasformare
il Partito democratico nel Partito di Renzi o peggio ancora nel partito della
Nazione.
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Sicilia, Italia
martedì 6 dicembre 2016
Istat: nel 2015 sono aumentate la povertà e la distanza reddituale tra ricchi e poveri
Le
stime pubblicate dall’Istat sulla povertà nel 2015 ed i livelli di reddito
delle famiglie italiane nel 2014, evidenziano il crescente divario tra ricchi e
poveri e tra Nord e Sud del Paese
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
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Foto da dazabeonews.it |
Secondo
le stime dell’Istat
gli italiani che sono a rischio di povertà (19,9%), grave deprivazione
materiale (11,5%) o bassa intensità di lavoro (11,7%) sono il 28,7%. Il dato è
sostanzialmente stabile rispetto al 2014 (28,3%), anche se è aumentato il rischio
povertà, passato dal 19,4% al 19,9%. A
livello territoriale la situazione più grave è nel Mezzogiorno. Le persone coinvolte nel Sud sono salite
dal 45,6% al 46,4%. La quota è in aumento anche al Centro (dal 22,1% al 24%),
mentre al Nord si registra un calo sia pure minimo (dal 17,9% al 17,4%).
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da avantionline.it |
Le persone più a
rischio (43,7%) sono nelle famiglie con cinque o più componenti. Nel
2014 il reddito medio annuo per nucleo famigliare è rimasto sostanzialmente stabile
rispetto al 2013 (29.472 euro ossia 2.546 euro mensili). Metà delle famiglie ha percepito un reddito netto non superiore a
24.190 euro (2.016 euro mensili), la media scende a 20.000 euro (circa 1.667
euro mensili) al Sud. Secondo le stime dell’Istat
il 20% delle famiglie ha percepito il 37,3% del reddito totale, mentre il 20% più
povero solo il 7,7%. Inoltre dal 2009 al 2014 il reddito in termini reali è calato
di più per le famiglie meno abbienti, ampliando così la distanza tra le famiglie più ricche, il cui reddito è passato dal
4,6 a 4,9 volte quello delle più povere.
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Sicilia, Italia
sabato 26 novembre 2016
Riforma costituzionale: l’astrusità dell’articolo 70
La
modifica dell’articolo 70 della Costituzione è emblematica di come in nostri
parlamentari hanno proceduto nella rielaborazione del testo costituzionale
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

(foto da unita.it)
Così come è avvenuto
nel 2001 con la modifica dell’articolo 117 della Costituzione anche per le
nuove funzioni del Senato la lettura delle disposizioni risulta astrusa e di
difficile comprensione. Approvare leggi complicate e di ardua interpretazione è
da evitare per quelle ordinarie, ma lo è ancora di più per la legge
fondamentale del nostro ordinamento. Il
nuovo articolo 70 della riforma costituzionale evidenzia la grande differenza culturale
e di competenza istituzionale che c’è tra i politici di ‘una volta’ e quelli di
adesso. Per capire basta leggere com’è e come sarà l’articolo 70. In
neretto il testo aggiunto. Ogni altro commento è superfluo.

Il Capo dello Stato, Enrico De Nicola, firma la
Costituzione italiana. 27 dicembre 1947
(foto da wikipedia.it)
Costituzione testo
vigente art.70: ‘La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due
Camere’.
Costituzione testo modificato
art.70: ‘La funzione legislativa è esercitata collettivamente
dalle due Camere per le leggi di
revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali, e soltanto per le
leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali concernenti la tutela
delle minoranze linguistiche, i referendum popolari, le altre forme di
consultazione di cui all’articolo 71, per le leggi che determinano l’ordinamento,
la legislazione elettorale, gli organi di governo, le funzioni fondamentali dei
Comuni e delle Città metropolitane e le disposizioni di principio sulle forme
associative dei Comuni, per la legge che stabilisce le norme generali, le forme
e i termini della partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione
della normativa e delle politiche dell’Unione europea, per quella che
determina i casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l’ufficio di
senatore di cui all’articolo 65, primo comma, e per le leggi di cui agli
articoli 57, sesto comma, 80, secondo periodo, 114, terzo comma, 116, terzo
comma, 117, quinto e nono comma, 119, sesto comma, 120, secondo comma, 122,
primo comma, e 132, secondo comma. Le stesse leggi, ciascuna con oggetto
proprio, possono essere abrogate, modificate o derogate solo in forma espressa
e da leggi approvate a norma del presente comma. Le altre leggi sono approvate
dalla Camera dei deputati. Ogni disegno di legge approvato dalla Camera dei
deputati è immediatamente trasmesso al Senato della Repubblica che, entro
dieci giorni, su richiesta di un terzo dei suoi componenti, può disporre di
esaminarlo. Nei trenta giorni successivi il Senato della Repubblica può
deliberare proposte di modificazione del testo, sulle quali la Camera dei
deputati si pronuncia in via definitiva. Qualora il Senato della Repubblica non
disponga di procedere all’esame o sia inutilmente decorso il termine per
deliberare, ovvero quando la Camera dei deputati si sia pronunciata in via
definitiva, la legge può essere promulgata. L’esame del Senato della Repubblica
per le leggi che danno attuazione all’articolo 117, quarto comma, è disposto
nel termine di dieci giorni dalla data di trasmissione. Per i medesimi disegni
di legge, la Camera dei deputati può non conformarsi alle modificazioni
proposte dal Senato della Repubblica a maggioranza assoluta dei suoi
componenti, solo pronunciandosi nella votazione finale a maggioranza assoluta
dei propri componenti. I disegni di legge di cui all’articolo 81, quarto comma,
approvati dalla Camera dei deputati, sono esaminati dal Senato della Repubblica,
che può deliberare proposte di modificazione entro quindici giorni dalla data
della trasmissione. I Presidenti delle Camere decidono, d’intesa tra loro, le
eventuali questioni di competenza, sollevate secondo le norme dei rispettivi
regolamenti. Il Senato della Repubblica può, secondo quanto previsto dal
proprio regolamento, svolgere attività conoscitive, nonché formulare
osservazioni su atti o documenti all’esame della Camera dei deputati’.
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
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(foto da unita.it) |
Così come è avvenuto
nel 2001 con la modifica dell’articolo 117 della Costituzione anche per le
nuove funzioni del Senato la lettura delle disposizioni risulta astrusa e di
difficile comprensione. Approvare leggi complicate e di ardua interpretazione è
da evitare per quelle ordinarie, ma lo è ancora di più per la legge
fondamentale del nostro ordinamento. Il
nuovo articolo 70 della riforma costituzionale evidenzia la grande differenza culturale
e di competenza istituzionale che c’è tra i politici di ‘una volta’ e quelli di
adesso. Per capire basta leggere com’è e come sarà l’articolo 70. In
neretto il testo aggiunto. Ogni altro commento è superfluo.
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Il Capo dello Stato, Enrico De Nicola, firma la Costituzione italiana. 27 dicembre 1947 (foto da wikipedia.it) |
Costituzione testo
vigente art.70: ‘La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due
Camere’.
Costituzione testo modificato
art.70: ‘La funzione legislativa è esercitata collettivamente
dalle due Camere per le leggi di
revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali, e soltanto per le
leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali concernenti la tutela
delle minoranze linguistiche, i referendum popolari, le altre forme di
consultazione di cui all’articolo 71, per le leggi che determinano l’ordinamento,
la legislazione elettorale, gli organi di governo, le funzioni fondamentali dei
Comuni e delle Città metropolitane e le disposizioni di principio sulle forme
associative dei Comuni, per la legge che stabilisce le norme generali, le forme
e i termini della partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione
della normativa e delle politiche dell’Unione europea, per quella che
determina i casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l’ufficio di
senatore di cui all’articolo 65, primo comma, e per le leggi di cui agli
articoli 57, sesto comma, 80, secondo periodo, 114, terzo comma, 116, terzo
comma, 117, quinto e nono comma, 119, sesto comma, 120, secondo comma, 122,
primo comma, e 132, secondo comma. Le stesse leggi, ciascuna con oggetto
proprio, possono essere abrogate, modificate o derogate solo in forma espressa
e da leggi approvate a norma del presente comma. Le altre leggi sono approvate
dalla Camera dei deputati. Ogni disegno di legge approvato dalla Camera dei
deputati è immediatamente trasmesso al Senato della Repubblica che, entro
dieci giorni, su richiesta di un terzo dei suoi componenti, può disporre di
esaminarlo. Nei trenta giorni successivi il Senato della Repubblica può
deliberare proposte di modificazione del testo, sulle quali la Camera dei
deputati si pronuncia in via definitiva. Qualora il Senato della Repubblica non
disponga di procedere all’esame o sia inutilmente decorso il termine per
deliberare, ovvero quando la Camera dei deputati si sia pronunciata in via
definitiva, la legge può essere promulgata. L’esame del Senato della Repubblica
per le leggi che danno attuazione all’articolo 117, quarto comma, è disposto
nel termine di dieci giorni dalla data di trasmissione. Per i medesimi disegni
di legge, la Camera dei deputati può non conformarsi alle modificazioni
proposte dal Senato della Repubblica a maggioranza assoluta dei suoi
componenti, solo pronunciandosi nella votazione finale a maggioranza assoluta
dei propri componenti. I disegni di legge di cui all’articolo 81, quarto comma,
approvati dalla Camera dei deputati, sono esaminati dal Senato della Repubblica,
che può deliberare proposte di modificazione entro quindici giorni dalla data
della trasmissione. I Presidenti delle Camere decidono, d’intesa tra loro, le
eventuali questioni di competenza, sollevate secondo le norme dei rispettivi
regolamenti. Il Senato della Repubblica può, secondo quanto previsto dal
proprio regolamento, svolgere attività conoscitive, nonché formulare
osservazioni su atti o documenti all’esame della Camera dei deputati’.
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Sicilia, Italia
martedì 22 novembre 2016
SPID necessario anche per il bonus dei docenti, ecco come funziona
Per
usufruire del bonus di 500 euro i docenti dovranno accedere all’applicazione
web cartadeldocente.istruzione.it, ma prima dovranno ottenere l’identità digitale SPID
di Giovanni Pulvino (PulvinoGiovanni)
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Foto da bloglavoro.com |
Lo
scorso anno oltre 740.000 docenti di ruolo hanno
usufruito per l’aggiornamento professionale del bonus di 500 euro. L’importo è
stato accreditato direttamente nello stipendio. L’incentivo è stato rinnovato
anche per quest’anno, ma è cambiato il sistema di erogazione.
Per
spendere l’incentivo i docenti dovranno accedere all’applicazione web cartadeldocente.istruzione.it
che sarà disponibile entro il 30 novembre. I
buoni spesa generati daranno il diritto ad ottenere il bene o il servizio
presso gli esercenti autorizzati.
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Foto da blastingnews.com |
I
docenti potranno acquistare
riviste e pubblicazioni per l’aggiornamento professionale, hardware e software
da utilizzare per la formazione, iscriversi a corsi di laurea o di
specializzazione, acquistare biglietti per rappresentazioni teatrali,
cinematografiche, per visitare musei e mostre, per partecipare ad eventi
culturali e spettacoli, nonché usufruire delle attività individuate dal piano
triennale dell’offerta formativa della
scuola o del Piano nazionale di formazione.
Presupposto
indispensabile per accedere all’applicazione è ottenere lo SPID. La procedura è uguale a quella
prevista per il bonus cultura di 500 euro dei giovani nati nel 1998. Per ottenere
la carta di identità digitale è necessario registrarsi ad uno dei provider (Poste
italiane, Tim, Sielte o Infocert) indicati sul sito: http://www.spid.gov.it/richiedi-spid.
Con le credenziali ottenute ci si potrà registrare su http://www.cartadeldocente.istruzione.it/
ed iniziare con gli acquisti. Il nuovo sistema ha lo scopo di alleggerire
le procedure di rendicontazione e, nello stesso tempo, è uno strumento
elettronico per tenere sotto controllo tutti i pagamenti effettuati con il
bonus.
I
docenti che hanno iniziato a spendere il bonus all’inizio dell’anno scolastico (1° settembre) saranno rimborsati.
Gli insegnanti che per qualunque motivo non hanno utilizzato l’incentivo
2015/2016 potranno spenderlo entro il 31 agosto 2017, in questo caso la
rendicontazione dovrà avvenire secondo le ‘vecchie modalità’.
Inoltre,
lo SPID è un codice unico che consente,
oltre ad usufruire del bonus, di accedere con un’unica username e un’unica
password a tutti i servizi della Pubblica Amministrazione (http://www.spid.gov.it/servizi).
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Sicilia, Italia
venerdì 18 novembre 2016
La decontribuzione per le imprese del Sud non creerà nuovi posti di lavoro
Il presidente del
Consiglio ha annunciato la decontribuzione di 8.060 euro per le imprese
meridionali, ma per creare nuovi posti di lavoro le agevolazioni non bastano, occorrono
gli investimenti
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
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Matteo Renzi - (foto da lettera43.it) |
La decontribuzione
fiscale di 8.060 euro per le imprese del Sud annunciata dal presidente del Consiglio,
Matteo Renzi, non sarà sufficiente ad aumentare in modo significativo l’occupazione
nelle regione meridionali.
Le
agevolazioni fiscali favoriscono l’emersione del ‘sommerso’, ma incidono in
modo limitato sulla creazione di nuovi posti di lavoro. L’occupazione aumenta solo con gli
investimenti pubblici o privati. Il problema della ‘crescita’ del Pil è determinato
innanzitutto da questa ‘scarsità economico - finanziaria’. Lo Stato, non
potendo fare politiche di deficit spending, può accrescere gli investimenti pubblici
solo con la redistribuzione del reddito, ma questo non sta avvenendo. Nello
stesso tempo, le imprese private delocalizzano o non dispongono delle risorse
finanziarie necessarie per investire o ristrutturare le loro aziende.
L’iniziativa
del Governo di Matteo Renzi, quindi, non è sufficiente a cambiare il trend di
sottosviluppo del Meridione. Anzi, le politiche
economiche adottate negli ultimi decenni hanno accresciuto le ingiustizie e le
disuguaglianze territoriali e sociali tra le diverse aree del Paese.
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Sicilia, Italia
mercoledì 16 novembre 2016
Matteo Renzi: ‘Nel 2017 decontribuzione totale per le imprese del Sud’
Il
premier, Matteo Renzi, riconoscendo la difficile situazione economica e sociale
del Mezzogiorno annuncia incentivi per 730milioni di euro per le imprese del Sud
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Matteo Renzi |
‘Tra poco Del Conte
dell’Anpal firmerà un atto molto importante da 730milioni di euro, che sono
quelli della decontribuzione per il 2017. Gli
incentivi del Jobs act solo per il Mezzogiorno saranno confermati
integralmente. Le aziende che scelgono di assumere al Sud hanno la
decontribuzione totale come il primo anno del Jobs act. E’ un’importantissima
scelta che abbiamo fatto per il 2017’. Questo è quanto ha dichiarato il presidente
del Consiglio, Matteo Renzi, nel corso della sua visita ad Agrigento.
La
decontribuzione sarà totale
e riguarderà solo i giovani ed i disoccupati. Lo sgravio sarà di 8.060 euro e durerà dodici mesi. Ad usufruirne saranno gli imprenditori delle
regioni meridionali che, nel 2017, assumeranno a tempo indeterminato o in
apprendistato giovani tra i 15 ed i 24 anni ed i disoccupati privi di impiego da almeno 6 mesi.
Di certo questa è buona notizia per i lavoratori e le imprese del Sud. Tuttavia è bene precisare che si
tratta solo di un annuncio, nelle prossime settimane vedremo se alle parole seguiranno
i fatti.
Ubicazione:
Sicilia, Italia
sabato 12 novembre 2016
Baby-Senatori e stop alle spese pazze delle Regioni, ecco alcune ‘particolarità’ della riforma costituzionale
Un’attenta
lettura della riforma costituzionale evidenzia alcuni aspetti che non suscitano
l’interesse degli opinionisti, ma che destano dubbi, consensi o perplessità, vediamone
alcuni
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
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Foto da unità.it |
Un’altra particolarità
è che, ad oggi, non si conoscono le
modalità di elezione dei senatori, il sistema sarà definito da una legge
ordinaria ancora da scrivere.
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Foto da ansa.it |
I
parlamentari continueranno a godere dell’immunità.
Pertanto per arrestare, perquisire e intercettare un senatore o un deputato servirà
il sì dell’Aula. Questa regola è una delle maggiori obiezioni dei sostenitori
del No, ma si tratta di una tutela sancita dai padri costituenti per garantire
i legislatori dagli altri poteri dello Stato, in particolare da quello
giudiziario.
Saranno
vietate le cosiddette ‘spese pazze’ ed
i consiglieri regionali e gli assessori non potranno guadagnare più di un
sindaco di un comune capoluogo. Questa regola come quella che modifica l’articolo
117 varrà solo per le Regioni a statuto ordinario.
Saranno
cancellate le Province,
già sostituite dai Liberi consorzi (legge Delrio), mentre continueranno ad
esistere le città metropolitane.
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Foto da sassuolo2000.it |
Il
presidente della Repubblica potrà sciogliere solo la Camera dei deputati, l’unica che voterà la fiducia al
Governo.
L’amnistia
e l’indulto saranno
votate solo dalla Camera dei deputati con una maggioranza dei due terzi, anche lo stato di guerra sarà votato dalla
Camera e basterà la maggioranza assoluta.
I due rami del Parlamento si riuniranno in seduta comune solo per l’elezione, il giuramento o lo stato d’accusa
del presidente della Repubblica e per la scelta dei membri ‘laici’ del Csm.
La
seconda carica dello Stato sarà
quella del presidente della Camera.
L’assenteismo
dei parlamentari diventerà incostituzionale, lo stabilisce l’articolo 64: ‘I
membri del Parlamento hanno il dovere di partecipare alle sedute dell’assemblea ed ai lavori delle commissioni’. Una norma sacrosanta, ma i deputati ed i senatori
la rispetteranno?
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spese pazze
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Sicilia, Italia
venerdì 11 novembre 2016
Leonard Cohen - Suzanne (video clip)
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Leonard Cohen,
Suzanne
Ubicazione:
Sicilia, Italia
giovedì 3 novembre 2016
Elezioni Usa, la grande paura è Trump presidente
Nonostante
l’appoggio di una parte del partito repubblicano la democratica Hillary
Clinton potrebbe non farcela a diventare la prima donna presidente degli Usa
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
![]() |
Foto da today.uconn.edu |
Altre
ricerche danno ancora in vantaggio Hillary Clinton, anche se negli ultimi giorni la
distanza tra i due candidati si è ridotta, la media delle diverse rilevazioni
dà la Clinton al 47,5% contro il 45,3% dell’avversario.
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Hillary Clinton (foto da Biography.com) |
I
grandi elettori sono 538,
distribuiti in proporzione al numero di abitanti dei 50 Stati che fanno parte della federazione, alcuni di questi sono in bilico e potrebbero essere decisivi nell’elezione del 45esimo presidente
degli Usa. La candidata democratica disporrebbe di 263 preferenze (la maggioranza
è 270), ma, se consideriamo i sondaggi, avrebbe grandi probabilità di conquistare
quelli necessari tra i 111 grandi elettori in bilico. La Clinton potrebbe così
arrivare a 304 contro i 234 di Trump.
![]() |
Donald Trump (foto da plus.google.com) |
Ubicazione:
Sicilia, Italia
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