Altro
che abolizione della povertà, quello stabilito nel Def ha tutta l’aria di
essere una bufala a 5 stelle. Ad aver ottenuto tutto o quasi è stato, invece,
Matteo Salvini
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Luigi Di Maio (foto da profilo facebook) |
La prima conseguenza
dell’intesa raggiunta sulla manovra economica tra il M5s e la Lega è che il Governo italiano non rispetterà gli
impegni con l’Unione europea. Il pareggio di bilancio da raggiungere con una
progressiva riduzione del deficit pattuito dai governi precedenti non sarà
realizzato. Nella nota di aggiornamento del documento di
programmazione Economica e Finanziaria (Def) è scritto che il rapporto deficit/Pil arriverà
al 2,4%, superando, quindi, la soglia dell’1,6% fissata dal ministro
dell’Economia, Giovanni Tria. Inoltre, il
disavanzo sarà mantenuto per il triennio 2019/2021. Si tratta di circa 100 miliardi
di euro da sommare agli oltre 2.300 miliardi di debito pubblico già iscritti a
bilancio.
Per il prossimo anno
è prevista una manovra da oltre 40 miliardi di euro di cui almeno 27 in deficit
(nuovo debito), di questi 10 miliardi saranno utilizzati per il cosiddetto
reddito di cittadinanza. Ora, senza considerare che almeno due miliardi
dovranno essere utilizzati per riorganizzare i Centri per l’impiego e almeno
quattro miliardi per le 'pensioni di cittadinanza', è facile constatare che la somma indicata per ‘abolire la povertà’,
come ha enfaticamente dichiarato Luigi Di Maio, è insufficiente.
La soglia di reddito
minima indicata dall’Istat è di 780 euro al mese, con 10 miliardi di euro quest’importo
potrà essere assegnato solo a 1.068.376 persone. In Italia, secondo le ultime stime dell’Istituto di
statistica, a vivere in condizioni di povertà assoluta sono circa 1 milioni e 778 mila famiglie che corrispondono a circa 5 milioni di persone. Secondo i
calcoli del M5s il provvedimento riguarderà 6,5 milioni di persone. Se cosi
fosse a ciascuno di essi spetterebbero 128,21 euro al mese. Altro che abolizione della povertà, questa
manovra ha tutta l’aria di essere una bufala a 5 stelle. E non è la prima.
Ad aver ottenuto tutto
o quasi è stato, invece, Matteo Salvini. L’accordo sul Def prevede infatti la
reintroduzione delle pensioni di anzianità (circa 7 miliardi di euro per 400 mila nuovi
pensionati), la riorganizzazione
dell’Irpef con l’aliquota del 23% per i redditi inferiori a 75 mila euro e del
33% per quelli superiori a tale cifra, mentre per più di un milione di partite Iva le tasse saranno abbassate al 15% (Flat tax) ed il condono fiscale riguarderà somme
evase o non pagate fino a 400 mila euro.
Insomma, una manovra
che distribuirà risorse pubbliche senza tener conto dell’enorme debito
pubblico (il terzo al mondo) accumulato negli ultimi trent’anni dallo Stato
italiano.
Ma questi sono solo propositi. E' bene precisare, infatti, che il Def è un documento di programmazione economica e finanziaria, si
tratta, cioè, solo di previsioni. Cosa succederà in concreto lo
sapremo solo quando i numeri saranno scritti nelle legge di Stabilità che il Governo
dovrà elaborare nelle prossime settimane ed il Parlamento approvare prima della
fine dell’anno.
Fonte mef.gov.it
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