I sondaggi per l'elezione del Presidente degli Stati Uniti d'America danno Donald Trump indietro rispetto all’altro candidato, Joe Biden. Nonostante ciò, ci sono alcune circostanze che potrebbero smentire le previsioni, ecco quali
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
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Donald Trump e Joe Biden |
Di solito il Presidente uscente viene riconfermato. La
circostanza si ripete dal 1993 e Donald Trump è al termine del primo mandato. Una
sua rielezione, quindi, non è da escludere.
Tutti ricordano come andò quattro anni fa quando la
candidata democratica, Hillary Clinton, era data per favorita. L’ex first lady pur avendo ottenuto, in valori assoluti, più voti del suo avversario non venne
eletta. Sarebbe stata la prima donna a capo della Casa Bianca.
La sorpresa dell’indipendente e miliardario Donald Trump
fu determinata da una campagna elettorale aggressiva, in perfetto stile sovranista,
lo stesso che sta caratterizzando molti governi in tutto il mondo. Allora il
popolo americano, soprattutto quello della provincia, votò in massa per
l’attuale Presidente. Quello è stato un voto contro l’establishment democratico.
Un rifiuto della élite di potere che da otto anni stavano guidando il Paese a
stelle e strisce.
Del resto, la Sinistra non fa più la Sinistra da tempo, anche quella super soft degli Usa. Joe Biden, l’avversario di Trump è la sublimazione
di questo decadimento ideologico. Rappresenta una classe dirigente autoreferenziale,
lontana dai bisogni ‘reali’ di milioni di persone, soprattutto lavoratori.
I cambiamenti sociali ed economici che i 'liberal' d'oltreoceano propongono non
sono adeguati a limitare le disuguaglianze e le ingiustizie provocate dal
sistema economico capitalista. La riforma sanitaria approvata durante la presidenza
di Barak Obama (Biden era il suo vice) è parsa agli elettori progressisti ‘poca
cosa’ rispetto ai bisogni dei ceti sociali più deboli. Nessun presidente democratico
è mai riuscito ad imporre delle limitazioni alla vendita di armi o ad introdurre
un sistema di welfare degno di questo nome. È sempre prevalsa la logica del
profitto, che è il mantra ideologico della maggioranza degli americani.
Il Partito democratico non ha saputo proporre neanche un candidato nuovo, lontano dai vecchi schemi di palazzo. La Sinistra americana non riesce ad imporsi e quella democratica non sa rinnovarsi. I vecchi ed i nuovi
leader non si impegnano ad attuare un cambiamento radicale della società
americana, ma si limitano ad opporsi alle bizzarrie del Presidente uscente. Troppo
poco. Un partito senza ambizioni, senza un seguito popolare non può fare molta strada.
Tuttavia, come già avvenne nel 2016, a pochi giorni dal
voto sembra che l’esponente democratico possa farcela. Sembra, appunto. Non possiamo affermare con certezza chi sarà eletto, ma se dovesse
prevalere Joe Biden a vincere non sarebbe il candidato democratico, ma la certificazione di una sconfitta: quella dell’arroganza e della presunzione di Donald Trump.
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