domenica 18 ottobre 2020

Pensionati: i 'furbetti' dei paradisi fiscali

Mentre si cerca di attrarre nel nostro Paese i pensionati stranieri, la fuga di quelli italiani continua

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto da lindro.it
Non solo imprese e facoltosi imprenditori si trasferiscono all’estero per pagare meno tasse, adesso a farlo sono anche i pensionati italiani. Nel 2019 secondo i dati Inps erano 388 mila. La maggior parte lo fa per ragioni familiari e gli assegni sono mediamente bassi, circa 259 euro. Ma ci sono anche pensionati che percepiscono assegni più consistenti e che hanno deciso di andare ad abitare all’estero per pagare meno tasse. I paradisi fiscali sono in diversi paesi, alcuni fanno parte dell’Unione europea. La metà preferita dagli italiani è il Portogallo. Clima mite e comunità accoglienti dove i redditi dei pensionati ‘non abituali’ sono esentati dal pagamento delle tasse per dieci anni. Unica condizione richiesta dal governo portoghese è la dimora per sei mesi all’anno. I nostri connazionali che nel 2019 hanno usufruito di questa agevolazione fiscale erano 2.897 ed hanno ricevuto mediamente dall’Inps 2.719,99 euro al mese.

Altra meta degli italiani è Cipro. Qui i ‘furbetti’ residenti sono circa 200. Essi godono di una no tax area fino a 19.500 euro all’anno. Questo significa che chi ha una pensione di 1.500 euro al mese non paga nulla, fino a 2.500 euro versa il 2,5%, che diventa il 3% fino a 3.500 euro. Chi ha una pensione superiora paga il 3,5% di tasse.

Malta è stata scelta da circa cento italiani. Il sistema fiscale prevede un’aliquota fissa del 15%.

Infine, la Tunisia, dove l’80% del reddito imponibile è esente. La tassazione, cioè, è solo sul restante 20%. L’aliquota è progressiva, quella massima è del 35% ma riguarda solo i redditi sopra i 50.000 euro.

Per frenare questo fenomeno il Parlamento ha introdotta con la Legge di Bilancio del 2019 (corretta con il Decreto crescita) un’imposta sostitutiva del 7%. I pensionati italiani o stranieri residenti all’estero ne possono usufruire per dieci anni se si trasferiscono in un piccolo Comune del Sud che ha meno di 20 mila abitanti.

I furbetti della pensione si aggiungono alle grandi e medio-piccole imprese che hanno delocalizzano o trasferito le loro sedi nel paradisi fiscali. Quello che è paradossale è che alcuni di questi paesi fanno parte dell’Unione europea. Abbiamo un mercato economico comune, la libera circolazione di merci e persone, la stessa moneta e la stessa Banca centrale, ma sistemi fiscali diversi. Fino a quando dovremo assistere a queste 'furberie' degli Stati, delle imprese ed ora anche dei pensionati?

Fonte inps.it

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