Mentre si cerca di attrarre nel nostro Paese i pensionati stranieri, la fuga di quelli italiani continua
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
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Foto da lindro.it |
Altra meta degli italiani è Cipro. Qui i ‘furbetti’ residenti
sono circa 200. Essi godono di una no tax area fino a 19.500 euro all’anno.
Questo significa che chi ha una pensione di 1.500 euro al mese non paga nulla,
fino a 2.500 euro versa il 2,5%, che diventa il 3% fino a 3.500 euro. Chi ha una
pensione superiora paga il 3,5% di tasse.
Malta è stata scelta da circa cento italiani. Il sistema fiscale prevede un’aliquota fissa del 15%.
Infine, la Tunisia, dove l’80% del reddito imponibile è esente. La tassazione, cioè, è
solo sul restante 20%. L’aliquota è progressiva, quella massima è del 35% ma riguarda solo i redditi sopra i 50.000 euro.
Per frenare questo fenomeno il Parlamento ha introdotta con
la Legge di Bilancio del 2019 (corretta con il Decreto crescita) un’imposta
sostitutiva del 7%. I pensionati italiani o stranieri residenti all’estero ne
possono usufruire per dieci anni se si trasferiscono in un piccolo Comune del Sud che ha meno di 20 mila abitanti.
I furbetti della pensione si aggiungono alle grandi e medio-piccole imprese che hanno delocalizzano o trasferito le loro sedi nel paradisi fiscali. Quello che è paradossale è che alcuni di questi paesi fanno parte dell’Unione europea. Abbiamo un mercato economico comune, la libera circolazione di merci e persone, la stessa moneta e la stessa Banca centrale, ma sistemi fiscali diversi. Fino a quando dovremo assistere a queste 'furberie' degli Stati, delle imprese ed ora anche dei pensionati?
Fonte inps.it
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