Chissà quanti tra coloro che stanno festeggiando il Natale ed il Capodanno hanno trovato un momento per ricordare chi non potrà gioire e non potrà dimenticarsi
Gaza - Foto da @Lucrezi97533276
A Gaza dall’inizio dell’occupazione ci sono stati oltre cinquantamila civili uccisi, la maggior parte erano donne e bambini. Altri vivranno la loro vita nel disagio e nella sofferenza. E non si contano più gli orfani ed i menomati.
Distruggono tutto: scuole, ospedali, campi profughi, ambulanze,
vetture con la scritta press.
No, questa non è una guerra di difesa,
è un massacro calcolato, è pulizia etnica.
Ed ancora.
Le famiglie ucraine vivono l’incubo di
un altro fine anno sotto le bombe e quelle dei soldati russi non vedranno
tornare i loro figli inviati ad uccidere e magari non sanno neanche il perché lo
hanno fatto.
A cosa servono le guerre? La vita è breve per tutti.
Natale in coda al Pane Quotidiano. Non
siamo in un paese del terzo mondo, no, siamo a Milano la capitale economica di
una delle economie più sviluppate al mondo.
Quasi sei milioni di poveri assoluti, di questi oltre un milione sono bambini. Centinaia di migliaia di operai ed operaie in cassa integrazione o in mobilità. Giovani e disoccupati costretti ad emigrare. Anziani che rinunciano alle cure mediche. Tutto nell'indifferenza dei tanti che sono intenti a festeggiare il Natale o il Capodanno.
Migranti lasciati morire nel Mediterraneo o che devono subire l’umiliazione di essere ‘stranieri’,
clandestini per bisogno, clandestini per l’egoismo di chi vuole vivere sicuro
nella sua casa riscaldata dal freddo e dal gelo. Ma sicuro da chi? da cosa?
Le diseguaglianze crescono ed anziché combatterle si giustificano, com’è possibile?
Sono giorni di festa e tutti si
sentono più buoni, ma non tutti lo sono.
Chissà quanti tra coloro che stanno
festeggiando hanno trovato un momento per ricordare chi non potrà gioire e non
potrà dimenticarsi. Per loro sarà solo dolore e morte.
No, anche quest’anno non c’è molto da festeggiare.
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