Il Rapporto pubblicato dall’Istat
sulla povertà è un duro e triste ritorno alla realtà. Forse qualcuno dovrebbe chiedere scusa, ma probabilmente sarebbe inutile
Secondo il Report 2019 pubblicato dall’Istat le
famiglie in condizione di povertà assoluta sono quasi 1,7 milioni, cioè il
6,4%, nel 2018 era al 7,0%. Il numero complessivo è di 4,6 milioni di persone,
cioè il 7,7% del totale, nel 2018 erano l’8,4%. Di questi 1,3 milioni sono
minori ed il 26,9% sono cittadini stranieri residenti. Le famiglie in
condizioni di povertà relativa sono circa 3 milioni (11,4%), che corrispondono
a 8,8 milioni di persone, il 14,7% del totale. La situazione è leggermente migliorata
rispetto agli anni precedenti, ma siamo ancora a livelli molto superiori rispetto
a quelli del 2008/2009.
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Luigi Di Maio, 28 settembre 2018 (foto dal profilo Facebook) |
Ma la povertà non era stata abolita con i
provvedimenti emanati dal governo Gialloverde? Era il 28 settembre del 2018 quando
dal balcone di Palazzo Chigi l’allora Vicepremier, nonché ministro del Lavoro e
leader del M5s, Luigi Di Maio annunciava enfaticamente il lieto evento: ‘Abbiamo abolito la povertà?
‘Pari nu babbu priatu’, un ingenuo
contento, così si dice in Sicilia delle persone che si vantano di un fatto che
non ha riscontro nella realtà. In quelle ore il leader grillino sembrò un ‘sempliciotto’
che riteneva di aver risolto un problema secolare come la povertà con una manovra finanziaria. Nella
realtà tutti sapevano che così non era e che così non sarebbe stato.
Nessuno glielo disse o fece finta di non capire? Forse qualcuno dovrebbe chiedere
scusa per quelle parole, ma probabilmente sarebbe inutile. Come sarebbe inutile
chiedere come mai il Reddito di cittadinanza non abbia risolto il problema.
Il Report dell’Istat è un triste e duro
ritorno alla realtà. ‘La povertà purtroppo non è abolita, ma la misura sta
dando ottimi risultati e ossigeno a milioni di italiani sfortunati’, ha dichiarato
a La Stampa il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico. Le vicende umane sono
quasi sempre più complesse di quello che pensiamo o che vorremmo che fossero.
La storia dell’uomo è caratterizzata dal
conflitto di classe. Dalla continua lotta tra chi comanda e chi ubbidisce, tra padroni
e servi, tra borghesi e proletari, tra imprenditori e dipendenti, tra ricchi e poveri. Pensare di risolvere questa contrapposizione con un provvedimento
legislativo è ingenuo e velleitario o peggio ancora è ‘disonesto’ verso chi ha
bisogno e vive di illusioni.
Comunque sia, il dramma della povertà non
si elimina o, più verosimilmente, non si limita con l’assistenzialismo, ma con la dignità del lavoro e con un’equa distribuzione della ricchezza. Sembrano ovvietà, ma metterle in pratica finora
è stato impossibile.
Fonte
istat.it
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