Nelle ultime settimane Matteo Renzi ha minacciato più volte il disimpegno dalla maggioranza di Governo. Ed è per questo che spesso usa il metodo del bastone e della carota, ma senza esagerare
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Matteo Renzi e Giuseppe Conte |
Innanzitutto,
ci sono i vincoli burocratici che non sono un capriccio del legislatore, ma la
diretta conseguenza della dilagante corruzione e delle infiltrazioni mafiose in
diversi settori della Pubblica amministrazione. Ad essi occorre aggiungere i
limiti previsti dalla Commissione europea ed i controlli che essa effettuerà
su come le risorse verranno utilizzate.
Poi
ci sono le polemiche politiche. In particolare su come saranno spesi i finanziamenti.
I quesiti a cui dare una risposta sono diversi. Concentrare i finanziamenti su
alcuni settori produttivi o su alcune aree del Paese? Continuare ad incentivare
le imprese private o tornare ad investire nel settore pubblico? Adottare politiche progressiste, liberiste o keynesiane? Le scelte da fare sono
impegnative. Le fibrillazioni nella maggioranza di governo sono inevitabili.
Ogni partito della coalizione cerca di imporre le proprie idee. Si sa, quando c’è da
spendere soldi tutti vogliono avere voce in capitolo, mentre quando ci sono sacrifici
da imporre ai cittadini nessuno vuole assumerne le responsabilità. Tutto legittimo,
ben inteso. Tuttavia, la minaccia di far dimettere le ministre di Italia Viva va al
di là delle polemiche su come impostare il piano di investimenti del Recovery
fund.
L’ultimatum
dell’ex sindaco di Firenze è vero o è un bluff? Sta tirando la corda o fa sul
serio? L’obiettivo del senatore fiorentino è certamente autoreferenziale. Nel
senso che questo è un modo per essere al centro del dibattito politico. La
forza del suo partito deriva dai numeri che ha in Parlamento, cioè dei deputati
e dei senatori che è riuscito a far eleggere quando era segretario del Partito Democratico.
Di certo è consapevole del fatto che un ritorno alle urne lo vedrebbe
fortemente ridimensionato e, in tal caso, non potrebbe avere più un ruolo di
primo piano. Quindi far cadere il Governo non è un obiettivo.
L’unico scopo è la visibilità politica. Differenziarsi dal governo ‘giallo-rosso’ senza
cambiare maggioranza e soprattutto senza tornare alle urne. Ed è per questo che
spesso usa il metodo del bastone e della carota, ma, ovviamente, senza
esagerare.
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