sabato 8 maggio 2021

Matteo Salvini come Matteo Renzi?

Matteo Salvini come Matteo Renzi? Il comportamento dei due segretari di partito è simile. L’insofferenza per ogni decisione presa da questo o quel ministro, da questo o quel governo di cui fanno parte è analoga. L’Esecutivo dell’ex governatore della Bce subirà la stessa sorte del Conte 2?

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Matteo Renzi e Matteo Salvini

Tutto quello che delibera il governo di Mario Draghi non è mai abbastanza per il leader della Lega. Esattamente come non era sufficiente per Matteo Renzi quello che decideva l’esecutivo del Conte 2.

C’è una specie di sintonia politica e caratteriale tra il Matteo fan di Albert de Giussan e quello di Italia viva. Entrambi operano nel solo interesse di parte. La loro è una conduzione verticistica dei rispettivi gruppi parlamentari e non ammettono contestazioni. Non concepiscono critiche o dubbi sulla linea politica. La leadership, nonostante la caduta di consensi, non è mai messa in discussione.

Per loro è una sofferenza dover sostenere un Governo di cui non sono Premier. Per Renzi è stato il Mes il motivo addotto per far cadere la maggioranza Giallo-rossa, per Salvini quale sarà il 'casus belli' della rottura?

Entrambi sono reduci da maggioranze parlamentari di cui erano protagonisti. Il primo riteneva che la rottamazione della Sinistra sarebbe stata la strada maestra per consolidare il potere. Il secondo, invece, ha valutato superfluo ed ingombrante l’accordo con il M5s. Matteo Salvini lo ha fatto per andare alle elezioni anticipate, Matteo Renzi per impedirle.

L’obiettivo era ed è gestire il potere senza intralci, senza mediazioni, per loro queste ultime non sono necessarie. Ed è per questo che non riescono a stare fermi. Sono sempre in movimento. Non conta la strategia e la coerenza nel medio o lungo periodo, ma solo il fine immediato da raggiungere.

Il ruolo di 'outsider' non è ritenuto adeguato alle loro capacità di direzione e comando. Fare da spalla al protagonista della commedia non rientra nei loro parametri caratteriali e politici. Sostenere maggioranze di cui non sono leader è un’afflizione malcelata, ma entrambi hanno dovuto abbozzare in attesa di tempi migliori.

Di certo al Matteo leghista non sembra vero di essere tornato al governo, ma di questo deve ringraziare il Matteo fiorentino. Così come il Matteo toscano deve esprimere gratitudine a quello padano per avergli permesso di essere protagonista del Conte 2.

I due politici si ispirano a principi e valori in apparenza diversi, ma i comportamenti sono simili. Salvini invoca l’abolizione del coprifuoco alle ventidue, Renzi pure. L’ex Sindaco di Firenze ha fondato la sua politica sulla meritocrazia, quella degli altri ovviamente, il leader leghista non è da meno. Il primo vuole abbassare le tasse, il secondo anche. Il loro nemico politico comune è la Sinistra. Entrambi, in attesa di ereditarne il consenso, non possono fare a meno di un’alleanza con Forza Italia.

Sono destinati ad incontrarsi? Chissà. Se così sarà lo sarà solo per necessità e di certo un Governo con tali presupposti e con questi leader non potrebbe durare a lungo.

 

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