giovedì 22 dicembre 2022

La Juventus rischia di nuovo la serie B?

La Juventus è una società abituata a vincere, che dispone di notevoli risorse economiche, ma come ha fatto a ritrovarsi in una situazione patrimoniale, giudiziaria e sportiva così precaria? Ecco alcune ipotesi

di Giovanni Pulvino

I bianconeri della stagione 2016-2017 festeggiano
festeggiano il loro 33º scudetto - (foto da it.wikipedia.org)

Lo scorso anno la Juventus, società di calcio quotata in Borsa, ha effettuato un ingente aumento di capitale per far fronte alle perdite di bilancio ed ai debiti accumulati negli ultimi anni. In tutto la richiesta al mercato è stata di 400 milioni di euro, il 63,8% dei quali sottoscritti dalla società ‘Exor’, ‘cassa’ della famiglia Agnelli.

Ora ai problemi patrimoniali si sono aggiunti quelli giudiziari. Le accuse oggetto dell’indagine della procura di Torino sono gravi: scambio fittizio di calciatori e plusvalenze 'farlocche'. È bene precisare che questo è un ‘modus operandi’ frequente nel mondo del calcio. Nel caso della Juventus esse si sommano con una gestione amministrativa farraginosa ed ai limiti della legalità.

Le dimissioni di tutto il Consiglio di amministrazione sono la diretta conseguenza di queste indagini. Ora la società rischia pesanti sanzioni penali, finanziarie e sportive. Non è escluso neanche un declassamento di categoria così come avvenne nel 2006 per le conseguenze di ‘Calciopoli’. Allora ai bianconeri fu revocato lo scudetto 2004/2005 e la non assegnazione di quello 2005/2006.

Alla luce di questi ultimi sviluppi si comprende anche l’insistenza dell’ex presidente Andrea Agnelli nel voler creare la Superlega, una competizione che avrebbe garantito ingenti risorse finanziare solo ai club più prestigiosi come la Juventus.

Una società abituata a vincere, che dispone di notevoli risorse economiche come ha fatto a ritrovarsi in una situazione patrimoniale e sportiva così precaria?

Si calcola che le perdite acquisite negli ultimi anni siano oltre 600 milioni di euro.

Nel 2018 l'acquisto di Cristiano Ronaldo fu accolto dai mercati finanziari con entusiasmo. In Borsa la quotazione del titolo quintuplicò in pochi giorni. Allora non si tenne conto dell’aumento dei costi e dello squilibrio finanziario che avrebbe provocato negli anni successivi.

Quell’operazione è stata un capolavoro dal punto di vista mediatico, ma anche una scommessa ‘persa’ da quello finanziario. Voler vincere la Champions League a tutti i costi, tra l’altro senza riuscirci, non è stato un buon affare per le casse della società. 

Per raggiugere quell’obiettivo il club torinese aveva acquistato nel 2016 il centravanti argentino Gonzalo Gerardo Higuain per 90 milioni di euro e nel 2019 il cartellino del giovane difensore olandese Matthijs de Ligt per 75 milioni di euro. Tutte transazioni finanziare eccezionali ed ingiustificate che rivelano le enormi disuguaglianze generate dal ‘giocattolo del pallone’, che altro non è che la sublimazione del sistema economico capitalista.

Gli acquisti di questi calciatori sono stati eticamente inaccettabili. Ora veniamo a sapere delle presunte plusvalenze per coprire i buchi di bilancio.

Un manager che combina tutti questi guai all’azienda che dirige sarebbe licenziato su due piedi, ma questo non è bastato alla proprietà della Juventus.

Il punto è che il sistema capitalistico non opera in base alla meritocrazia, ma si fonda sui privilegi acquisiti o ereditati. Del resto, cosa volete che siano 400 milioni di euro per chi ha un patrimonio miliardario?


1 commento:

  1. Quando noi Fiorentini definivamo la dirigenza della Juventus una cricca di ladri ci avete remato contro ma era solo la VERITÀ!!!!

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