martedì 4 luglio 2017

Boeri: ‘Chiudere le porte agli immigrati ci costerebbe 38 miliardi’

‘I lavoratori che arrivano in Italia bilanciano in parte il calo delle nascite’, a sostenerlo è il presidente dell’Inps Tito Boeri nella ‘Relazione Annuale’ presentata stamane a Montecitorio  

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Tito Boeri - (foto da lapresse.it)
‘Chiudere le porte ci costerebbe 38 miliardi per i prossimi 22 anni’. Si avrebbero, infatti, trentacinque miliardi in meno di uscite, ma nello stesso tempo settantatre in meno di entrate. Insomma, gli immigrati non solo non ci rubano il lavoro, ma producono ricchezza e pagano tasse e contributi indispensabili per mantenere l’attuale sistema di previdenza sociale. ‘I lavoratori che arrivano in Italia – sottolinea Boeri - sono sempre più giovani, la quota degli under 25 è passata dal 27,5% del 1996 al 35% del 2015, e pertanto si tratta di 150.000 contribuenti in più l’anno, che bilanciano in parte il calo delle nascite’.
Barcone di immigrati - (foto da tg24.sky.it)
Con le ultime riforme la copertura degli ammortizzatori sociali è aumentata, ma la strada per garantire una vita dignitosa ai più deboli è ancora lunga. ‘Manca in Italia – sostiene il presidente dell’Inps – uno strumento universalistico per chi non ce la fa comunque a trovare lavoro al termine della durata massima dei sussidi di disoccupazione e, più in generale, per tutti coloro che finiscono in condizioni di indigenza’.
Nella relazione si evidenzia anche un uso distorto della Cig. Delle 350mila imprese che hanno usufruito della Cassa integrazione durante la crisi 2008 – 2016 hanno utilizzato questo strumento per più di un anno e un quinto di esse per cinque anni. ‘Difficile pensare – rileva Boeri – che si tratti di problemi temporanei, indubbio che siamo di fronte a un sussidio prolungato che riduce in modo continuativo il costo del lavoro di alcune imprese. Tutto questo ci dice che utilizziamo per periodi molto lunghi strumenti concepiti per affrontare crisi temporanee’.
Infine Boeri, oltre a rivendicare la gestione virtuosa dell’Istituto: ’Nel 2016 è costata 3.660 milioni di euro contro i 4.531 del 2012, all’indomani dell’incorporazione di Inpdap ed Enpals’ e poiché delle 440 prestazioni erogate dall’Istituto solo 150 di natura pensionistica, propone di cambiare nome all’Ente in: ‘Istituto nazionale della protezione sociale’.

Nessun commento:

Posta un commento