Il
terremoto di Ussita e Castelsantangelo del Nera non ha causato i morti ed i
crolli di edifici che invece abbiamo visto ad Amatrice e Pescara del Tronto,
questa è la dimostrazione che esiste anche un’Italia che agisce con
consapevolezza e serietà
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Mappa da picenotime.it |
‘Vedete,
qui grazie a Dio non abbiamo avuto un morto né un ferito. E sa perché? Perché con i soldi del terremoto del ’97 abbiamo fatto il miglioramento
antisismico. Così le case hanno retto alla botta. Non nascondo che è un
disastro: l’80% delle abitazioni è inagibile. Il centro storico ormai è tutta
una zona rossa. Però le lesioni non sono la stessa cosa che il collasso’. A
dirlo è il sindaco di Ussita, Marco
Rinaldi.
Marco Rinaldi (foto da cronachemaceratesi.it) |
Ed ancora: ‘Ci ha
aiutato la prima scossa, che ha fatto uscire tutti in strada. Così quando la
seconda è arrivata, nelle case non c’era quasi più nessuno’. Tuttavia gli edifici non sono crollati. ‘Ovvio
che dove vedete il cemento armato – continua il sindaco - i danni sono contenuti. Ma può essere
un’impressione fuorviante. Il discorso cambia se si va nelle frazioni di Sasso,
o di Casali, o di Vallazza. Lì i danni sono forti. Comunque, pur se ferite, le nostre case stanno ancora
in piedi’.
Gli edifici hanno
ugualmente resistito a Visso, Castelsantangelo sul Nera, Preci, Norcia. In questi centri di Umbria e Marche la
ricostruzione è stata fatta con serietà e rigore. Anche se ci sono tanti
edifici inagibili o pericolanti ed i danni sono enormi, non c’è un palazzo che
è collassato.
Mauro Falcucci (foto da cronachemaceratesi.it) |
Mauro
Falcucci, primo
cittadino di Castelsantangelo del Nera, ha dichiarato: ‘Poteva andare peggio.
Anche noi dopo il ’97 abbiamo ricostruito bene e ora raccogliamo i frutti di
quella scelta. Certo, non vorrei che
siccome non abbiamo avuto i lutti, allora calerà presto l’attenzione per i
nostri danni... Beh, sarebbe un paradosso. Siccome siamo stati bravi prima, ora
dobbiamo pagarne un prezzo?’. Ed ha aggiunto: ‘Qui
il Comune è proprietario di cinque seggiovie, di un palaghiaccio, di una bella
piscina. Ma con quale spirito possiamo pensare di aprire gli impianti di risalita
l’8 dicembre? Pensate che qualcuno verrebbe a sciare da noi? Di contro, non
aprire gli impianti significa mandare a spasso 40 precari, tutti giovani del
paese, per non parlare di alberghi, bar, seconde case. Qui si rischia la desertificazione’.
Nessun commento:
Posta un commento