sabato 17 maggio 2025

Vademecum referendum 8-9 giugno 2025

Farò propaganda affinché la gente se ne stia a casa’, ha dichiarato in un’intervista il presidente del Senato Ignazio La Russa. Ma come può la seconda carica dello Stato invitare i cittadini a non utilizzare il principale strumento delle democrazie? Qual è il suo scopo?

di Giovanni Pulvino

L’articolo 75 della Costituzione italiana stabilisce: ‘È indetto referendum popolare per deliberare l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali. Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati. La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi. La legge determina le modalità di attuazione del referendum’.

Sicurezza, lavoro, dignità, cittadinanza, democrazia sono le parole chiave dei referendum abrogativi dell’8 ed il 9 giugno prossimi. Ecco i cinque quesiti.

Licenziamenti ingiusti previsti dal Jobs act: se prevarranno i Si ritornerà il diritto al reintegro nel posto di lavoro per i licenziamenti senza una giusta causa.

Piccole imprese: se prevarranno i Si il giudice potrà decidere il risarcimento senza nessun limite.

Contratti a termine: se prevarranno i Si serviranno motivi seri per fare contratti a tempo.

Appalti e sicurezza: se prevarranno i Si la ditta principale vincitrice dell’appalto sarà sempre responsabile di eventuali infortuni sul lavoro.

Cittadinanza per stranieri non UE: se prevarranno i Si serviranno solo 5 anni di residenza per richiedere la cittadinanza italiana.

Non è obbligatorio votare per tutti i quesiti, è lecito, recandosi nel seggio, rifiutare una o più schede ed esprimere il voto solo per quelli che interessano.

Per la validità del referendum è necessario il raggiungimento del quorum. Questa regola spesso è stata utilizzata per invalidare il voto dei cittadini. ‘Farò propaganda affinché la gente se ne stia a casa’, ha dichiarato in un’intervista il presidente del Senato Ignazio La Russa. Ma come può la seconda carica dello Stato invitare i cittadini a non utilizzare il principale strumento delle democrazie? Qual è il suo scopo?

Fonte cgil.it

sabato 3 maggio 2025

Gaza, li vogliono affamare tutti

Da due mesi Israele blocca completamente l’entrata di cibo e medicine a Gaza. Le scorte sono quasi esaurite e le cucine delle organizzazioni internazionali potrebbero chiudere entro due settimane

di Giovanni Pulvino


Immagine aerea/drone del governatorato di Gaza
settentrionale. Credit: Alef Multimedia Company/Oxfam
La Striscia di Gaza è popolata da oltre 2 milioni di persone, la maggior parte sono rifugiati e discendenti dai palestinesi sfollati nel 1948. Il 50% sono bambini. Dal 2007 subisce il blocco terrestre e marittimo imposto da Israele. La situazione è peggiorata dopo il 7 ottobre 2023. Da quel giorno Gaza ha subito bombardamenti continui da parte dell’esercito israeliano. Gli attacchi hanno causato la distruzione di intere città ed oltre 50.000 morti. Interi quartieri sono stati rasi al suolo. ‘La popolazione è costretta a cucinare bruciando i rifiuti’. Secondo Oxfam ‘700.000 persone vivono senza accesso diretto all’acqua, con infrastrutture idriche e sanitarie distrutte e un altissimo rischio di epidemie’.

La ‘devastazione è sistematica’. La chiusura dei valichi sta bloccando l’ingresso di ‘forniture mediche, cibo e carburante’. Negli ospedali mancano ventilatori, incubatrici e farmaci salvavita.

Secondo la Croce Rossa le ‘operazioni umanitarie sono sull’orlo del collasso’.

Non solo, Israele ha attaccato in acque internazionali (vicino Malta) la nave umanitaria Freedom Flotilla. È un atto senza precedenti. Netanyahu non si ferma davanti a nulla, sta usando la fame come arma contro Gaza, dove da 60 giorni non entra cibo. Questa non è una guerra, di fronte all’esercito israeliano non c’è un altro esercito, ma un popolo perseguitato da oltre settant’anni. È la prosecuzione della Nakba (che in arabo vuol dire ‘catastrofe’), che ha costretto nel 1948 all’esodo forzato circa 700.000 palestinesi. Un’intera comunità fu costretta a fuggire dalle proprie case e la maggior parte non ha potuto farvi ritorno. 

Quello di oggi cos’è? È un genocidio, è pulizia etnica, è l’ennesima occupazione di territori palestinesi? L’attacco terroristico di Hamas del 7ottobre 2023 può giustificare tutto questo?

I nostri governanti, italiani ed europei, continueranno a tacere o condanneranno questo crimine?

Free Palestine, Palestina libera’ hanno gridato più che cantato I Patagarri dal palco del Concertone del Primo Maggio, ma per la comunità ebraica italiana è stato un atto ‘ignobile’. 

Dove vogliono arrivare? I palestinesi come gli israeliani hanno diritto ad una vita dignitosa, ma quello che sta avvenendo non è degno dell’uomo, soprattutto se è compiuto da chi ha subito la tragedia della Shoah.

Fonte oxfamitalia.org