E' un vano tentativo di dimenticarsi. Non tutti se ne convincono, ma non c’è altro
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| Bambini giocano a Parigi, 1960 - Foto da @alcarbon68 |
Ci sono tre categorie di
individui: quelli che comprendono subito cosa fare, quelli che invece ci
mettono più tempo ad agire, ed altri, infine, che si rifiutano proprio e
rimangono lì ad aspettare ma non si sa bene cosa.
Potremmo anche dire che ci
sono persone che si arrendono subito, quelli che invece lottano prima di
farlo e quelli che non lo fanno mai anche se sanno che è inutile insistere.
Il risultato è sempre lo stesso, ma i tempi di interiorizzazione del concetto sono diversi.
E' solo una questione di intelligenza o è ostinazione dovuta al bisogno?
Il ragionamento istintivo
è quello di chi non vuole perdersi in ‘chiacchiere’ ed egoisticamente passa ad
altro senza indugi. Potremmo dire ‘io sono io e tu non sei nessuno’.
No. È troppo semplice. Non
può essere così.
Comprendere subito è la ‘fortuna’ o, in certi casi, la ‘sfortuna’ di chi è in grado di capire all’istante, e lo sa fare per una superiore capacità intellettiva e/o sensibilità umana.
Non sono
persone che non si perdono ‘in chiacchiere’, semplicemente sono ad un livello QI oltre la media.
Chi invece insiste è perché,
probabilmente, non si basta ed allora ha bisogno di più tempo per realizzare
quello che per altri è ovvio. È vittima delle proprie fragilità. Non è una questione di 'limitatezza' nelle capacità di comprensione, piuttosto è un bisogno diverso di
riconoscimento, un non bastarsi potremmo dire. Condizione che non può durare a
lungo, anche se per alcuni è immodificabile.
Il
risultato finale è lo stesso per tutti. È un inutile tentativo di dimenticarsi.
Non tutti alla fine se ne
convincono, ma il senso di tutto è nel non senso.
Non c’è altro.
