‘Prima gli italiani’ ripetono spesso i leader della Destra, ma per incrementare i profitti delle loro aziende sono i primi ad andare all’estero
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Protesta degli operai della società Elica
(Foto da operaicontro.it)
Ora
la delocalizzazione. Per evitare i licenziamenti gli operai avevano deciso di
ridursi l’orario di lavoro e di rinunciare ad una parte del salario, ma tutto questo
non è bastato. La società leader nella produzione di cappe da cucina ha deciso
di spostare circa il 70% dell’attività in Polonia. E' l'ennesima beffa per i lavoratori. Dei 560 addetti, 400 saranno licenziati.
Il
piano di ristrutturazione prevede il taglio della produzione di bassa gamma. Sarà
chiuso lo stabilimento di Cerreto d’Esi. Le linee saranno spostate a
Jelcz-Laskowice. Mentre l’attività di gamma alta rimarrà nello stabilimento di
Mergo.
I
lavoratori hanno chiesto un incontro urgente con il ministro dello Sviluppo Economico
Giancarlo Giorgetti. Ma i sindacati e gli esponenti di Sinistra italiana denunciano
l’assenza di iniziative da parte del dicastero guidato dall’esponente leghista.
Una situazione di inerzia sulle vertenze industriali come questa non si era mai
verificata nel nostro paese, sottolineano.
La storia si ripete. Il
rischio della desertificazione industriale di gran parte del territorio è
evidente. La motivazione è sempre la stessa: incrementare i profitti e non
importa se a pagarne le conseguenze sono i lavoratori e le loro famiglie. Ormai è ‘macelleria
sociale’. Il post Covid-19 potrebbe causare decine di
migliaia di licenziamenti. I prossimi mesi saranno molto difficili per molte famiglie
italiane.
'È una sconfitta della politica e degli imprenditori italiani. È la sconfessione dell’efficacia del Decreto Dignità introdotto dal governo Penta-leghista e, voluto, in particolare da Luigi Di Maio. Ed è la dimostrazione dell’inutilità delle politiche di incentivi statali alle imprese private. I finanziamenti e le agevolazioni concesse per garantire i posti di lavoro non bastano, occorrono politiche industriali e piani di investimento pubblico nel medio-lungo periodo. Fino a quando la logica sarà solo quella del profitto, le delocalizzazioni continueranno, specie nel Sud Italia, ed a pagarne le conseguenze saranno sempre e solo i lavoratori'.
Fonte: REDNEWS
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