venerdì 14 gennaio 2022

#noQUIRISILVIO e scenario Ugly

Silvio Berlusconi potrebbe essere il nuovo presidente della Repubblica e non è una battuta. La frammentazione ed il trasformismo parlamentare renderanno molto incerta l’elezione e dalla quarta votazione tutto diventerà possibile   

di Giovanni Pulvino

Foto da @MPSkino (Twitter)

L’articolo 83 della Costituzione stabilisce: Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All'elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d'Aosta ha un solo delegato. L'elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell'assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta’. In tutto i componenti dell'assemblea elettiva sono 1.009. Le maggioranze previste dai costituenti sono due: nelle prime tre votazioni occorre il consenso di almeno 673 elettori, dalla quarta ne bastano 505.

Questa procedura è stata adottata per favorire un’elezione a larga maggioranza. Tuttavia, le divisioni tra le forze politiche e tra le correnti interne ai raggruppamenti, ne hanno reso difficile l’applicazione. Ed è per questo motivo che spesso viene eletto un parlamentare di secondo piano, di solito un politico non divisivo, accettabile da una parte consistente di elettori.

Anche stavolta sarà così? Vediamo i numeri, anche se è complicato fare un conteggio esatto. A tale proposito occorre precisare che attualmente il numero degli elettori è di 1.007. Tuttavia, prima dell'elezione del capo dello Stato, un deputato ed un senatore dovrebbero insediarsi per ricoprire i due seggi vacanti.

Secondo i dati indicati dalla Camera dei deputati, del Senato della Repubblica e tenendo conto delle maggioranze nei Consigli regionali i 1.009 elettori sono distribuiti in questo modo: il Centrodestra dispone di 438 voti, il Centrosinistra (169) insieme al M5s (232) di 401 voti. Poi ci sono 44 elettori di Italia Viva (ex Pd), 8 Autonomisti e ben 118 appartenenti al cosiddetto gruppo Misto.

La frammentazione ed il trasformismo parlamentare renderanno incerta l’elezione. Molto dipenderà dal voto degli iscritti al gruppo Misto. Ne fanno parte soprattutto ex grillini e parlamentari che si collocano al centro dello schieramento politico.

Inoltre, il voto è segreto, pertanto la compattezza dei singoli gruppi è aleatoria, tutto è delegato alla coscienza del singolo elettore. L’incertezza è sovrana. Una situazione perfetta per inciuci e favoritismi. Tutto è possibile. Teoricamente anche Silvio Berlusconi potrebbe essere eletto e l’ex cavaliere ed il Centrodestra sembrano crederci. Di certo chi lo voterà deve sapere che il leader forzista non potrà mai essere il Presidente di tutti gli italiani, ma solo di una piccola minoranza. Non solo. Le ripercussioni sul Governo e sulla legislatura sarebbero inevitabili. La credibilità politica del nostro Paese tornerebbe ad essere quella disastrosa del 2011. Con l'ex cavaliere presidente della Repubblica e Giorgia Meloni o Matteo Salvini presidente del Consiglio ci sarebbero tutti i presupposti per la 'tempesta perfetta'. Gli analisti finanziari lo chiamano scenario Ugly.

L'irresponsabilità politica dei leader della Destra è nota, ma come si fa a non comprendere che per il Paese l'elezione di Silvio Berlusconi sarebbe un disastro? 

Per scongiurare questo pericolo la candidatura di Mario Draghi, personalità di garanzia per i mercati finanziari e per le istituzioni comunitarie, diventa sempre più probabile. 

Unica alternativa potrebbe essere una figura dell’ultimo momento, di secondo piano, non divisiva, che non faccia danni al paese e agli italiani, ma chi?

 

Fonti: camera.it e senato.it

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