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La Rocca di Cefalù, 28 aprile 2022 (foto di Giovanni Pulvino) |
giovedì 28 aprile 2022
Tesori di Sicilia: la Rocca di Cefalù
mercoledì 27 aprile 2022
Corte costituzionale: illegittimo attribuire 'automaticamente' il cognome del padre ai figli
Sono illegittime tutte le norme che attribuiscono automaticamente il cognome del padre ai figli. A stabilirlo è una sentenza della Corte costituzionale
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Palazzo della Consulta - (foto da wikipedia.org) |
Sono
illegittime tutte le norme che attribuiscono automaticamente il cognome del
padre ai figli. A stabilirlo è una sentenza della Corte costituzionale.
Le
norme censurate violano gli articoli 2, 3 e 117 comma 1 della Costituzione, quest’ultimo è in relazione con gli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
In
pratica la Consulta ha dichiarato illegittima la norma che non consente ai
genitori, quando sono di comune accordo, di attribuire al figlio/a il cognome
della madre e quelle che in mancanza di un accordo impone il cognome del padre anziché
quello di entrambi i genitori.
Quindi
è giuridicamente non valida ogni norma che preveda l’attribuzione automatica del cognome del
padre. La sentenza riguarda i figli nati nel e fuori dal matrimonio, nonché quelli
adottivi.
Per
la Corte i genitori devono poter condividere il cognome del figlio/a. In linea di principio esso/a dovrà assumere il cognome di entrambi. Ovviamente nell’ordine che essi avranno
concordato. In alternativa e di comune accordo i genitori possono attribuire il
cognome di uno dei due.
In
caso di controversia sarà il giudice, in conformità all’ordinamento
giuridico, a stabilire l’ordine da attribuire al cognome del figlio/a.
Ora,
in attesa del deposito della sentenza, spetterà al legislatore regolare con
apposita normativa la decisione presa dalla Corte costituzionale.
Fonte cortecostituzionale.it
mercoledì 20 aprile 2022
Intanto, il capitano Priebke, con precisione tedesca, prendeva nota ....
'Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo', PrimoLevi
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Foto da anpi.it |
Intanto, il
capitano Erick Priebke, con precisione tedesca, prendeva nota.
Coloro
che tentavano di resistere venivano spinti a forza e assassinati. Per
accelerare i tempi i soldati facevano salire i condannati sui cadaveri di
chi li aveva preceduti. Diversi, con il corpo devastato, non morirono subito.
In alcuni casi fu necessario sparare più colpi sulla stessa vittima.
I ‘Todeskandidaten’ erano 330. Dieci italiani per
ogni soldato tedesco morto nell’attentato di via Rasella. A stilare la lista furono il colonello Herbert Kappler ed il suo aiutante il capitano Erich Priebke.
Inizialmente
i nomi erano 280, i soldati tedeschi morti fino a quel momento erano 28. I prigionieri
presenti in via Tasso erano 290, donne comprese. Queste ultime vennero escluse.
Si optò allora per gli ebrei imprigionati in attesa di essere deportati.
All’alba
del 24 marzo giunse la notizia che i morti erano saliti a 32. Il colonnello
Kappler decise, a quel punto, di inserire tutti i 75 ebrei destinati alla deportazione,
otto antifascisti di religione ebraica e 10 tra le persone rastrellate
sommariamente in via Rasella dopo l’attentato.
Ma
ancora non bastavano. Il capitano Priebke ordinò di aggiungere coloro che
erano in attesa di giudizio, tra questi c’erano il colonnello Giuseppe Cordero
Lanza di Montezemolo e 37 militari italiani.
Infine,
fu inserito il sacerdote Paolo Petrucci che era stato accusato di ‘attività
comuniste’. Alle ore 13:00 si seppe di un altro soldato deceduto, Priebke non
perse tempo: aggiunse alla lista altri dieci nomi tra gli ebrei che erano stati
fermati nelle ultime ore.
Solo durante le esecuzioni i carnefici si resero conto che c’erano 5 ‘Todeskandidaten’ in più. Il colonnello Kappler senza esitazione decise di procedere con la loro 'eliminazione' perché ‘avevano visto tutto’.
Fonte wikipedia.org
sabato 16 aprile 2022
Povertà e disuguaglianza non sono casuali
Povertà e disuguaglianza non sono inevitabili. Sono il risultato di precise scelte politiche
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Foto da unicef.it |
Entro il 2030 sessantanove
milioni di bambini con meno di 5 anni rischieranno di morire, a denunciarlo è
l’Unicef. I più poveri hanno il doppio delle possibilità di perdere la vita rispetto a quelli più ricchi e 750 milioni di donne si sposeranno da bambine.
Un neonato in Sierra Leone ha una probabilità di morire 30 volte superiore a
quella di uno nato nel Regno Unito. Nell’Africa Sub Sahariana due bambini su
tre vivono in condizioni di povertà estrema.
Siamo nel 2022
e le disuguaglianze anziché diminuire crescono. Cosa stiamo sbagliando? Dove abbiamo sbagliato?
'Investire sui più
svantaggiati può dare benefici nell'immediato e nel lungo periodo'. Tutti
dovrebbero poter accedere ‘all’acqua, al cibo, all’istruzione, all’assistenza
sanitaria’.
Eppure, non è così. Il
sistema economico capitalista ha fallito. Il principio secondo cui le economie
ricche avrebbero dovuto trainare quelle povere per ‘emulazione’ si è dimostrato
inadeguato. Le distanze tra ricchi e poveri aumentano. Il sistema crea
privilegi ed ingiustizie. Non concede a tutti le stesse opportunità.
Nondimeno, una distribuzione equa delle risorse, l’eliminazione dello sfruttamento minorile e non solo, la riduzione dell’orario di lavoro e del precariato e non ultima la lotta ai cambiamenti climatici che stanno provocando desertificazione ambientale e povertà, sono possibili. Se si vuole si può. Ma si vuole?
La diseguaglianza non è permanente o insormontabile, basta volerlo ed agire.
Fonte oxfamitalia.org e unicef.it
venerdì 8 aprile 2022
Profughi ucraini bianchi si, neri no
Che strana la sorte dei profughi, sono accolti a braccia aperte se sono bianchi ed arrivano in comodi pullman, mentre quelli che vengono dall’Africa rischiando di morire annegati nel Mediterraneo sono considerati come degli ‘invasori’, chissà perché?
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Profughi africani e ucraini |
A
Palermo due giovani studenti universitari di origine nigeriana sono stati
respinti da una donna che intendeva ospitare dei profughi, ma solo se erano
bianchi. Non voleva due ‘africani’.
Sono tanti gli episodi di migranti respinti al confine unicamente per il colore
della pelle. In diversi hanno dovuto aspettare o gli è stato vietato di salire
sui treni in partenza dall’Ucraina. Prima i bianchi, poi voi, si sentivano
dire.
Il
presidente dell’Unione africana e del Senegal e quello della Commissione
dell’unione africana hanno denunciato i respingimenti avvenuti al confine con
la Polonia.
Il
sentimento buonista di tanti italiani e non solo è double face, riguarda
cioè solo i profughi ucraini bianchi. Del resto, un ex ministro degli Interni
ha distinto poche settimana fa i rifugiati ‘veri’ da quelli 'finti', riferendosi
ai migranti che a rischio della vita sbarcano da anni sulle nostre coste.
Il
lupo perde il pelo ma non il vizio. Il razzismo è un sentimento difficile da
estirpare. I populismi continuano ad istigarlo con le medesime motivazioni che
hanno spinto Vladimir Putin ad invadere l’Ucraina. Ed è paradossale che da un
lato si condanna l’aggressione russa e dall’altro si continuano a praticare gli
stessi sentimenti nazionalisti e razzisti.
sabato 2 aprile 2022
Basta guerre, cancelliamo l’odio dal mondo
Restiamo in silenzio, impariamo ad ascoltare, la vita è una, non sprechiamola, è breve ed estemporanea, pensiamo ad amare non ad uccidere
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Opera di Banksy - (foto da nanopress.it) |
Ideologie e fedi religiose non devono portare alla fine della vita, ma, al contrario,
devono renderla ‘facile’. Sì ‘facile’, nient’altro. È così difficile vivere. Non
ci possiamo permettere di sprecare il poco tempo che abbiamo a disposizione. Non
possiamo e non dobbiamo morire o uccidere per delega. Nulla lo può
giustificare.
‘Considerate
se questo è un uomo’.
Qui al
fronte o nei campi di prigionia, al freddo ed al gelo, siamo soli. ‘E non c’è più nessuno che mi
parli ancora un po' di lei’, solo silenzi e odore di polvere, di carne che
sa già di cadavere, ma perché continuiamo ad ammazzarci? Perché?
Eppure,
basterebbe poco.
Ma che bello il sole che sorge là, in fondo all’orizzonte, un giorno dopo l’altro, in un
dolce e lieve ripetersi della vita. Così è e così sarà con o senza di noi, non
sprechiamo questo tempo che ci è dato.
E, che bello stare seduti in riva al mare a guardare il moto perenne delle onde, magari
fissando l’azzurro dell’acqua trasparente come solo a luglio è possibile che sia, sapendo che tutto rimarrà immutato anche dopo di noi, allora perché
sprecare la nostra vita sparandoci a vicenda, a che scopo?
E che bello sorridere e gioire guardando un bambino che barcolla nel vano tentativo di alzarsi e camminare. Facciamo in modo da non fargli conoscere l’orrore della guerra, facciamo che non debba mai pronunciare questa terribile parola, cancelliamogliela dal vocabolario, per sempre. Facciamogli e facciamoci un regalo, basta guerre, basta odio.
E, restiamo in silenzio, impariamo ad ascoltare, la vita è una, non sprechiamola, è breve ed
estemporanea, pensiamo ad amare non ad uccidere.
Se
si vuole si può, ma si può? Si vuole?