domenica 12 ottobre 2025

‘Quando il mondo dorme’, di Francesca Albanese

Ci sono troppi assenti nel piano di pace di Trump e Netanyahu...dov'è il popolo Palestinese? Dov'è la Cisgiordania? Dov'è la giustizia?’, Francesca Albanese alla marcia per la Pace Perugia-Assisi

di Giovanni Pulvino

La copertina del nuovo libro di Francesca Albanese
'Quando il mondo dorme'

‘Quando il mondo dorme’ è il titolo dell’ultimo libro pubblicato da Francesca Albanese. Ecco alcuni brani con cui l’autrice racconta la tragedia del popolo palestinese.

Quanta arroganza nella postura di noi occidentali rispetto a culture e parole di cui non comprendiamo significato, radici ed essenza. Che ha contribuito a rendere invisibile l’umanità dei palestinesi, allontanando ancora di più la loro salvezza’.

Le colonie israeliane in Cisgiordania sono state progettate strategicamente, affinché la colonizzazione creasse una frammentazione territoriale capace di ostacolare la continuità del territorio, alla gestione delle infrastrutture e della mobilità’.

Se per uccidere un corpo, infatti, bastano i proiettili, per uccidere un popolo serve molto di più: occorre attivare ogni mezzo a disposizione, affinché quel corpo collettivo venga svuotato, annientato, anche se continua a muoversi.’

L’uomo è un filo nel vasto tessuto dell’esistenza, non il fulcro. Un modo di stare al mondo che ci restituisce proporzioni dimenticate, ci riporta a una saggezza antica con il suo simbolismo magico: una rivelazione che in questo momento storico ha il potere di sussurrarci verità da tempo sopite’.

E’ proprio questo che dobbiamo fare: cogliere ogni occasione per imparare a vedere meglio, a comprendere, a preservare e onorare la memoria di ciò che è scomparso, lottando al fianco di chi resiste, per aiutarci a lenire insieme le ferite dei popoli offesi’.

Nessuno è libero finché non sono liberi tutti. Tutti. Tutti quelli che sono stati resi invisibili su questa Terra; tutti i popoli la cui memoria, tradizione, cultura sono state ridotte a folclore; tutti quelli che ancora hanno la realizzazione della libertà dall’oppressione e dal bisogno solo come orizzonte e non come presente’.

C’è qualcosa di profondamente distorto in chi non riesce a riconoscere l’umanità dell’altro .. decolonizzare la mente significa abbattere confini e barrire, fare del nostro meglio per liberarci, da entrambe le parti, delle sovrastrutture che ci impediscono di restare in contatto con ciò che di più umano e vero abbiamo in comune, su questa Terra che condividiamo e che, in fondo, è l’unica cosa che davvero conta. … i genocidi operano non solo uccidendo materialmente le persone, ma anche cancellando l’identità di un popolo’.

Le vittime finiscono per non avere più volti, storie, nomi; diventano numeri nei bollettini di guerra a cui, giorno dopo giorno, le persone sembrano assuefarsi’.

E’ quando il mondo dorme che si generano i mostri … Prima di tutto, la nostra indifferenza’.

Ricordarmi che prima di tutto il cambiamento lo devi essere, se vuoi farlo, e che non puoi cambiare nulla se in qualche modo non cambi te stesso; che non puoi lavorare ... nel mondo se prima di tutto non hai la pace interiore, se non sei un autentico costruttore di pace…. Portare la pace nella nostra vita di tutti i giorni, far diventare quella speranza il nostro vizio è la più grande delle sfide’.

‘Spero che il mondo riesca ad abbracciare israeliani e palestinesi con spirito di compassione e buon senso. Possano entrambi ritrovarsi in questo momento di dolore acuto e comprensione del trauma dell’altro’.

Fonte ‘Quando il mondo dorme’, di Francesca Albanese

'Mi votu e mi rivotu'




Mi votu e mi rivotu suspirannu
passu li notti ‘nteri senza sonnu.
E li biddizzi tò iu cuntimplannu
li passu di la notti ‘nsinu a jornu.
Pi tia nun pozzu ora
cchiù durmìri
paci nun havi cchiù
st’afflittu cori.
Lu sai quannu ca iu
t’haiu a lassari:
quannu la vita mia
finisci e mori.
Palumma ca camini mari mari
ferma, quantu ti dicu du paroli
quannu ti pinnu na pinna di st'ali
quantu fazzu na littra
a lu me amuri;
li littri ti li mannu a tri a dui
risposta ca di tia nun haiu mai.
O chi si persi la carta pi vui
o puramenti scriviri nun sai
Mi votu e mi rivotu suspirannu
passu li notti ‘nteri senza sonnu

lunedì 29 settembre 2025

La Flotilla non si ferma, ma non forzerà il blocco navale

I recenti inviti alla Global Sumud Flotilla a fermare la navigazione verso Gaza da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e del ministro della Difesa, Guido Crosetto, dimostrano la gravità del momento e dei percoli che gli attivisti ed i parlamentari della Global Sumud Flotilla stanno correndo

di Giovanni Pulvino

Non possiamo accettare la proposta del Presidente Mattarella di deviare la nostra rotta e affidare al Patriarcato Latino di Gerusalemme il compito di consegnare gli aiuti a Gaza. La questione degli aiuti è fondamentale, e siamo pronti a valutare mediazioni, ma non a costo di cambiare rotta. Cambiare rotta significherebbe ammettere che Israele può continuare ad agire nell’illegalità, indisturbato, senza che nessuno possa (o voglia) far nulla’. Così Maria Elena Delia portavoce della Global Sumud Flotillia ha risposto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che aveva lanciato un appello agli attivisti affinché accogliessero l'offerta del Patriarcato Latino di Gerusalemme di consegnare in sicurezza gli aiuti raccolti per la popolazione di Gaza.

‘Non ho paura di Israele. Ho paura di un mondo che sembra aver perso il senso dell’umanità. Quello che stiamo facendo qui è cercare di dimostrare che è rimasta ancora un po' di umanità, che ci sono ancora persone disposte a farsi avanti quando tutti gli altri mezzi falliscono. Ma questa è la nostra ultima risorsa. Questa missione non dovrebbe esistere. La Commissione delle Nazioni Unite ha ora confermato ciò che i palestinesi e le organizzazioni per i diritti umani dicono da molto, molto tempo, che a Gaza è in atto un genocidio. E secondo il diritto internazionale, gli Stati hanno il dovere legale di agire, non solo di parlare, ma di agire per fermarlo, fermando i trasferimenti di armi, ponendo fine alla complicità ed esercitando una pressione reale. E chiediamo a tutti i governi del mondo di assumersi questa responsabilità legale. Non deve ricadere su di noi, come civili il compito di intervenire, e di fornire aiuti umanitari’, Greta Thunberg dalla Flotilla diretta a Gaza.

L'hanno detto alla radio perché tutti sentissero: Impediremo alle navi di raggiungere Gaza. Come se dirlo ad alta voce lo rendesse legge. Come se il mare gli appartenesse. QUESTA TERRA ÈNOSTRA. QUESTO MARE È NOSTRO’, così dalla riva di Gaza Juwayriya, giovane palestinese,  incoraggia le imbarcazioni della Flotilla a continuare la navigazione.

Il viaggio prosegue, ma i membri del Partito democratico a bordo delle imbarcazioni hanno dichiarato a fanpage.it che 'l'obiettivo è rompere l'assedio per ripristinare un canale umanitario, ma non forzeremo il blocco mettendo a rischio vite umane'.

Fonte fanpage.it

venerdì 26 settembre 2025

La cartella della 4AL

... è come l’incontro inconsapevole tra due anime gentili

di Giovanni Pulvino

Apro il cassetto della cattedra, vedo un raccoglitore. Sono curioso, non posso non sbirciare. Sembra vuoto, poi vedo dei fogli messi in ordine. Alzo gli occhi e, mostrando la cartella, chiedo: ‘Di cosa si tratta?’. Mi risponde una ragazza, la stessa a cui poco prima avevo detto: ‘Mi sembri un po' ‘dark’’. Non so perché l’ho pensato, forse sarà stato per il colore degli occhi o per via del trucco, o forse per il sorriso e per la sua espressione solare, o per quella leggerezza tipica degli adolescenti, ancora lontani dai problemi e dai rimorsi, che ancora non hanno bisogno di dimenticarsi. ‘E' il raccoglitore dei verbali', mi dice con un sorriso compiaciuto. 'Conserviamo, il resoconto delle riunioni fatte in classe. Quelli sono degli anni passati. È un lavoro che faccio insieme al mio compagno’ e mi indica un ragazzo. Chissà perché non avrei mai pensato che potesse essere Lui, invece è proprio Lui. Questi incuriosito si gira verso di noi per capire di cosa stiamo parlando. Poi torna a chiacchierare con un compagno.

La mia espressione di meraviglia credo sia evidente e non posso non sottolineare: ‘E' bellissimo. State lasciando traccia del vostro impegno, è memoria che rimane, sia pure per poco. È un lavoro di archivio importante, dimostra l’attaccamento al gruppo, ai compagni, è un tentativo per fermare il tempo, certo è inutile ma che bello’.

Mi alzo, mi avvicino ad una ragazza che sta leggendo. Ho una stretta al cuore nel vedere un’adolescente capace di estraniarsi da chi gli sta intorno per entrare in un mondo non suo, in una storia pensata e scritta per Lei, per Noi.

Chiedo: ‘Cosa stai leggendo?’ Mi risponde: ‘Il fantasma di Canterville’. Per un momento confondo il titolo e l’autore con il Mastino di Baskerville di Conan Doyle. ‘No, prof è di Oscar Wilde’. Mi vergogno dell’errore, ma non fa nulla, che bello farsi correggere da una giovane lettrice. Noto che sottolinea le frasi più interessanti come facevo e faccio sempre. ‘Mi piace evidenziare le frasi più importanti’, mi dice. Il mio stupore e la mia ammirazione crescono.

Nonostante i nostri dubbi e i nostri pregiudizi dovuti alla maturità, i ragazzi sanno sorprenderci e sanno essere generosi senza se e senza ma. In fondo, noi ‘boomer’ viviamo un tempo che non ci appartiene più, anche se molti non lo accettano.

Mi sposto, vedo un fumetto tra le mani di un’altra ragazza e chiedo se è Diabolik. ‘No prof è Batman’. Altra correzione. ‘Non è un fumetto è una raccolta con tutti gli episodi del celebre personaggio’, sottolinea con l’espressione tipica di una lettrice soddisfatta. E' come se avesse voluto dirmi non sono una bambina che legge fumetti, questo è un libro. È evidente che non sa che tanti adulti leggono i fumetti. Per molti è memoria, è malinconia, è come ritornare ad un tempo che non esiste più.

La mia meraviglia aumenta. Che bello vedere adolescenti intenti a leggere, a discutere, a sorridere. Ragazzi che non si lasciano condizionare dalle cose fatue ed inutili.

Poco prima del suono della campana vedo la ragazza del raccoglitore che inizia a conservare negli zaini dei compagni i loro quaderni, i libri e le matite. Gli chiedo: ‘Cosa stai facendo?’. ‘Mi piace mettere le cose al loro posto’, risponde. Non lo dice ma lo fa con soddisfazione sua e della compagna.

Che bello questo gesto di solidarietà, di necessità di comunanza con i compagni.

E' il momento di uscire, si avvicina per salutare e gli dico: ‘Tra poco ci saranno le elezioni studentesche ed una persona capace di tanto altruismo non può non mettersi in gioco’. Ci pensa, mi guarda incerta e mi dice: ‘Se mi convinco La vengo a cercare’.

Non so se lo farà, ma che belli questi ragazzi. Educati, impegnati, solari. Che vivono la loro gioventù con leggerezza. Quella che con il tempo verrà meno, ma che importa.

Penso alla loro prof.ssa di Italiano e alla sua capacità di trasmettere questi valori.

Sono contento per Lei e per Loro. Del resto non poteva che essere così.

Questa classe è come l’incontro inconsapevole tra due anime gentili.

In loro resterà il ricordo di questi anni vissuti insieme, del tempo che gli ha consentito di dimenticarsi almeno per un po' ed io ho avuto per sbaglio l’occasione di rubarne un pochino.

Grazie ragazzi e grazie prof.ssa.

lunedì 22 settembre 2025

La scuola educa anche quando sceglie di fermarsi

'Facciamo silenzio quando i bambini dormono, non quando muoiono'

di Giovanni Pulvino

Palermo, 22 settembre 2025 - Foto di Maria Teresa Langona

Che tristezza vedere questi adolescenti girare tra le macerie di quelle che una volta erano le loro case. E vederli sorridere se ritrovano un oggetto o un piccolo ricordo di cosa è stata la loro vita fino a pochi mesi fa.

Che dolore vederli piangere abbracciati ad un adulto che non è il loro papà che non c’è più, o la loro mamma che è sepolta sotto le macerie.

Che sofferenza vedere questi genitori che si disperano tenendo in braccio i corpicini esanimi dei loro bambini che non potranno godere il tempo che è dato a noi che guardiamo tutto questo con indifferenza o impotenza.
Palermo, 22 settembre 2025 - Foto di Maria Teresa Langona

Che rabbia vederli raschiare inutilmente i pentoloni di cibo vuoti o vederli ridotti a scheletri per la fame.

No, l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre non può giustificare tutto questo.

È tutt’altro. Sono atti commessi con l’intenzione di distruggere e di uccidere. La guerra non si dovrebbe fare mai, ma quando si fa è perché si ha di fronte un altro esercito non una popolazione inerme.  

La guerra non si dovrebbe fare mai, ma quando si fa è perché si ha di fronte un altro esercito non una popolazione inerme.

Usiamo il termine che ci sembra più adatto, ma gridiamolo, gridiamolo forte affinché giunga alle orecchie di chi può fermare tutto questo.

Facciamo in modo che giunga nei cuori di chi è sordo alla misericordia, di chi continua a seminare odio e dolore.

'Facciamo silenzio quando i bambini dormono, non quando muoiono'.

Non dimentichiamolo mai: la vita è breve per tutti, ebrei, palestinesi, sionisti, islamici, russi, ucraini … nessuno è escluso. Il tempo dato è poco e tutti hanno il diritto di viverlo dignitosamente.

Fonte REDNEWS

lunedì 15 settembre 2025

Era un appuntamento settembrino che non capivamo

Eravamo un bel gruppetto di torremuzzari di tutte le età. Non ricordo bene chi ci fosse, ma non importa 

di Giovanni Pulvino

La chiesa del Letto Santo, Santo Stefano di Camastra (Sicilia) - Foto di Nicolò Serraino

La prima volta fu una scoperta, poi divenne un’abitudine, ma non duro a lungo. Era un appuntamento settembrino che non capivamo, ma che ripetevamo inconsapevoli. Per i nostri genitori, gli zii e i nonni era un 'Voto' al Letto Santo, per noi era solo una ‘sfida’ con noi stessi e con chi arrivava per primo.

Eravamo un bel gruppetto di torremuzzari di tutte le età. Non ricordo bene chi ci fosse, ma non importa. C’erano i nostri familiari, questo è sicuro.

Partivamo di notte, per noi ragazzi era come vivere un’avventura. Subito si formavano piccoli gruppi. Percorrevamo soprattutto strade di campagna. Tutte in salita. Attraversavamo i cincu ponti, passavamo vicino al cimitero nuovo di Santo Stefano, accanto al Collegio e poi ancora più su, tra alberi, arbusti e viottoli.

I più anziani rimanevano indietro, ma questo era scontato. Non so come facevamo a riconoscere la strada, ma non perdemmo mai la direzione. A volte si sbucava sulla statale, poi sullo sterrato, poi di nuovo un tratto sulla statale o in campagna e così di seguito. Non provavamo stanchezza o paura. Era un ‘gioco’. Bevevamo l’acqua fresca delle sorgenti che incontravamo e non ci chiedevamo se fosse potabile oppure no, lo davamo per scontato.

Le prime luci dell’alba indicavano che la meta era vicina. L’ultimo tratto era una vera e propria salita che affrontavamo per accorciare, con la statale avremmo allungato. 

Si respirava un’aria pura, di montagna. E non importava chi arrivava per primo. Le bancarelle lungo la strada e nella piccola piazzetta ci ricordavano che era un giorno di festa. I devoti che affluivano al Santuario erano intenti ad entrare in Chiesa. Le messe si susseguivano già di primo mattino. Non c'era tanta gente. Era un fresco mattino di settembre. Ed era già memoria.

Il ‘Voto’ era stato adempiuto. Per i nostri genitori era importante, ma allora non lo capivamo. Non so neanche perché questo luogo sacro si chiama Letto Santo. C’è una chiesetta su un promontorio, nient’altro. Non ho mai indagato ed ora che potrei farlo preferisco non sapere, chissà perchè?

Una volta, circa tre secoli fa, Santo Stefano di Camastra era situata in questa zona poi una frana costrinse i residenti a ricostruire il paese più in basso, quasi in marina, ma i stifanari non sono mai stati pescatori. Questo ci distingue. Portarono con loro l’arte delle ceramiche, ma u Paisi non è mai stato un borgo marinaro.

U Lettu Santu era ed è la ricorrenza religiosa più importante per i 'cattolici' di Santo Stefano e non solo. Non è un caso che in tanti hanno la seconda casa attorno al Santuario. Nelle prime due settimane di settembre u Paisi si svuota, parte della popolazione si trasferisce in campagna. La Festa è diventata un'occasione per fare scampagnate. Ormai è un evento che unisce in modo innocente sacro e profano.

In una delle bancarelle c'era u Caliaru ...

Il sole alto e l'uscita dei pellegrini dalla chiesetta ci faceva capire che la messa era finita e che era giunto il momento di ritornare al Borgo. Non ricordo come facevamo. Sicuramente non a piedi. Prima di andare non dimenticavamo di compare a calia appena arrustuta, gli zuccherini colorati, gli arachidi, i salativi di cui non ricordo il nome, ect... . In Sicilia non c'è ricorrenza padronale senza queste bancarelle e queste piccole leccornie.

Con il passare del tempo il 'pellegrinaggio' settembrino finì, almeno pi torremuzzari. A Santo Stefano c’è ancora una piccola comunità che mantiene la tradizione, ma il numero dei fedeli che ripete il 'Voto' sta diminuendo. È la conseguenza della cosiddetta secolarizzazione della Chiesa ed è un evento inevitabile.

Per i ragazzini del Borgo era un 'gioco' ed oggi rimane questo flebile ricordo, null’altro.

venerdì 5 settembre 2025

Le guerre dimenticate

'Ogni guerra ha una costante: il 90% delle vittime sono civili, persone che non hanno mai imbracciato un fucile. Che non sanno neanche perché gli arriva in testa una bomba. Le guerre vengono dichiarate dai ricchi e potenti, che poi ci mandano a morire i figli dei poveri', Gino Strada

di Giovanni Pulvino

Gaza - (foto da Emergency)

Ho chiesto a Copilot (Ai di Microsoft) di fare un elenco dei conflitti oggi in atto nel mondo, ecco la risposta: ‘Purtroppo, il numero è in crescita: si contano 56 conflitti in corso, il dato più alto dalla Seconda Guerra Mondiale’. Vediamone alcuni.

Europa ed Asia Centrale: guerra tra Russia e Ucraina iniziata nel 2022 che sta causando gravi perdite umane e instabilità regionale; Nagorno-Karabakh, nonostante il cessate il fuoco, sono persistenti le tensioni tra Armenia e Azerbaigian.

Medio Oriente: occupazione israeliana della Palestina; Siria, dopo la caduta di Assad, è frammentata e instabile; Yemen, guerra civile tra il governo e i ribelli Houthi.

Africa: Sudan, 150.000 vittime nel conflitto tra Esercito e Forze di Supporto Rapido; Sahel (Mali, Burkina Faso e Niger), continui attacchi Jihadisti e conflitti etnici; Etiopia nella regione del Tigray, scontri etnici e tensioni post-belliche; Somalia, attacchi del gruppo al-Shabaab.

Asia: in Myanmar dopo il colpo di Stato del 2021 è in corso la guerra civile con milioni di sfollati; Afghanistan, in alcune regioni è attiva la resistenza armata contro il governo talebano.

America latina: Messico, continua il conflitto tra i cartelli della droga e le forze di sicurezza; ad Haiti e Venezuela episodi di violenza armata.

L'elenco è lungo ed è difficile riportare tutti i conflitti in corso, come è difficile contare i morti ed i feriti che stanno provocando.

Le vittime registrate nel 2022 sono state 153.100, nel 2023 sono state 170.700, per il 2024 le proiezioni prevedono un aumento del 30%, cioè circa 230.000 decessi.

L’Ufficio del Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite segnala un costante aumento dei decessi di minorenni, se ne contano oltre 11.600, tra vittime e mutilati, nel solo 2023.

In Palestina si contano oltre 67.000 morti a cui si dovranno aggiungere quelli che sono sotto le macerie. Di questi oltre l’83% sono civili e secondo alcune fonti i bambini rimasti uccisi sono oltre 17mila. I deceduti per fame secondo l’ONU sarebbero centinaia, ma il numero cresce ogni giorno. I feriti sono oltre 155.000.

Non sappiamo quanti morti e mutilati sta provocando la guerra tra Russia e Ucraina. E forse non lo sapremo mai.

A causa dei conflitti oltre 100 milioni di persone sono state costrette a migrare.

Quanto altro dolore dobbiamo provocare prima di comprendere che le guerre non servono a nulla, ma perché continuiamo a farle? Perché?

Fonte Copilot

sabato 30 agosto 2025

Agosto

È un silenzio che non viene

di Giovanni Pulvino

Torremuzza, tramonto agosto 2019 - (foto di Erina Barbera)

Stai con la testa bassa per contare i passi, ma non è per questo che lo fai.

Tenti inutilmente di estraniarti da ciò che ti circonda, di non guardare chi ti sta intorno, di impedire al pensiero di tornare al punto di partenza, sempre lo stesso punto, sempre lo stesso vuoto, sempre la stessa mancanza.

Riprendi a camminare, ancora più veloce, perdi il conto, perdi il senso e non riesci più a fermarti.

Non c’è una meta, è solo una fuga, ma è tutto inutile.

Anche ad agosto il mare è piatto. Ed il sole ogni sera si dilegua all’orizzonte.

Resterà un pensiero. Non c’è nient’altro.

Eppure: ‘C’è gente che ama mille cose, e si perde per le strade del mondo’ …

Cerca quello che non ha, ma finisce per perdersi. Fa qualcosa per dimenticarsi, si questo è lo scopo, dimenticarsi. 

Ma è solo un silenzio che non viene.

sabato 23 agosto 2025

‘Il grande regno di Israele 1000 anni prima di Cristo non è mai esistito’

'Non c’era Gerusalemme, non c’era il tempio di Salomone. Non c’era niente, solo dei nomadi che vagavano nella steppa, Alessandro Barbero

di Giovanni Pulvino

Video da YouTube

Io vorrei finire rapidamente ricordandovi come è facile che il passato ci sorprenda e che quindi noi siamo costretti a scoprire che la nostra visione del passato in realtà era tutta sbagliata. Succede continuamente e può succedere per mille motivi. Per tanto tempo gli storici per esempio facendo la storia degli ebrei hanno raccontato del grande regno di Israele che mille anni prima di Cristo esisteva in Palestina. Un grande potente regno con una grande città come capitale Gerusalemme, grandiosi edifici, il tempio di Salomone. I suoi gloriosi Re, Davide, Salamone. Gli storici raccontavano questo perché le uniche fonti che avevamo erano i racconti dell’antico testamento. Poi gli archeologi israeliani hanno cominciato a scavare alla ricerca di questo grande regno e della sua grande capitale. Hanno cominciato a scavare, hanno continuato a scavare. Dopo un po' hanno cominciato a dirsi: ma sai che qui non viene mica fuori niente. Veramente siamo arrivati allo strato di 1000 anni fa, non c’era niente. Qualche focolare di nomadi. Dopo un po' gli storici e gli archeologi israeliani hanno cominciato a dirlo che loro stan trovando questo. Ovviamente i politici israeliani non sono stati contenti e neanche l’opinione pubblica. Ma e va detto a imperituro onore degli archeologi israeliani, gli archeologi israeliani sono andati avanti e hanno dimostrato che il grande regno di Israele1000 anni prima di Cristo non è mai esistito. Non c’era Gerusalemme, non c’era il tempio di Salomone. Non c’era niente, solo dei nomadi che vagavano nella steppa. Alessandro Barbero

domenica 17 agosto 2025

Si, il mondo dei sognatori esiste e meno male che esiste

'Alcuni piagnucolano, altri bestemmiano ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo? Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti', Antonio Gramsci, 11 febbraio 1917

di Giovanni Pulvino

La nave Global Sumud Flotilla e Francesca Albanese

Che tristezza sarebbe il mondo se non ci fossero i sognatori. La storia è fatta da coloro che lottano per il benessere di tutti, che ci credono nonostante tutto, che confidano nella generosità dell’uomo, che lottano perché tutti possano vivere una vita dignitosa.

Senza i sognatori tutto sarebbe più ingiusto.

I palestinesi dovrebbero rassegnarsi ad abbandonare la loro terra o lasciarsi morire come facevano i Muselmann nei campi di concentramento fascisti e nazisti.

Gli ucraini ed i russi dovrebbero a combattere fino al reciproco sterminio, anche se, è certo, non ci riusciranno.

I migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo dovrebbero continuare a subire le violenze dei loro carcerieri, degli scafisti, oppure rischiare di morire nelle acque del Mediterraneo, e se riescono ad arrivare sulle coste italiane magari finire a Gjadër in Albania senza comprendere il perché. Certo tutto sarebbe più semplice se restassero ‘a casa loro’ per continuare a morire di fame o per subire la sopraffazione del potente di turno.

I poveri dovrebbero accettare la loro miseria. I disabili dovrebbero rassegnarsi alla sofferenza e alla solitudine. 

Chi non ha diritti dovrebbe accettare solo i doveri e le umiliazioni.

I lavoratori non dovrebbero più lamentarsi se rischiano la vita o percepiscono uno stipendio da fame, anzi dovrebbero ringraziare il datore di lavoro e dovrebbero essere contenti di continuare ad arricchirlo con le loro fatiche.

Gli elettori non avrebbero motivo di sostenere chi vuole cambiare la società.

Si, tutto sarebbe più semplice, i ricchi sarebbero sempre più ricchi e i figli dei ricchi continuerebbero a diventare ricchi a loro insaputa, mentre i poveri dovrebbero continuare ad esserlo per ’colpa loro’ e delle loro incapacità e così i loro figli.

Ma c’è chi non si rassegna ed ancora ci crede.

Come coloro che hanno letto nel giorno e nel luogo dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, dove morino 560 civili innocenti, i nomi dei bambini, 16 israeliani e 12 mila palestinesi, morti dal 7 ottobre ad oggi.

Grazie al cardinale Matteo Zuppi ed a chi non si è perso d’animo ed ha ricordato le vittime innocenti di GazaChe questo resti ad eterna memoria di coloro che ancora oggi fanno finta di nulla, che sono indifferenti di fronte alle atrocità che l’uomo continua a compiere.

Grazie a Francesca Albanese che con tenacia denuncia il genocidio dei palestinesi.

Grazie agli operatori della sanità che rischiano la vita per portare le cure a chi non può permetterselo.

Grazie a tutti coloro che in silenzio lottano contro le ingiustizie.

Si, il mondo dei sognatori esiste e meno male che esiste.