martedì 25 marzo 2025

Tesori di Sicilia: Cefalù

 di Giovanni Pulvino

Cefalù, 25 marzo 2025

San Martino, Giosue’ Carducci (1835-1907) 

La nebbia agli irti colli 
Piovigginando sale, 
E sotto il maestrale 
Urla e biancheggia il mar; 

Ma per le vie del borgo 
Dal ribollir de’ tini 
Va l’aspro odor de i vini 
L’anime a rallegrar. 

Gira su’ ceppi accesi 
Lo spiedo scoppiettando: 
Sta il cacciator fischiando 
Su l’uscio a rimirar 

Tra le rossastre nubi 
Stormi d’uccelli neri, 
Com’ esuli pensieri, 
Nel vespero migrar.



mercoledì 19 marzo 2025

Il vento della Memoria, semina Giustizia

Si svolgerà a Trapani la XXX Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

di Giovanni Pulvino

Foto da libera.it

Tra le tante vittime innocenti uccisi dalla mafia che saranno ricordate a Trapani c’è il figlio di Santino Di Matteo. Il piccolo Giuseppe fu rapito il 23 novembre del 1993, mentre si trovava al maneggio di Altofonte. Secondo le deposizioni fatte da Gaspare Spatuzza i sequestratori travestiti da carabinieri convinsero Giuseppe a seguirli con la promessa che avrebbe rivisto il padre che, per la sua collaborazione, era sotto protezione.

Agli occhi del bambino – ha dichiarato il pentito - siamo apparsi degli angeli, ma in realtà eravamo dei lupi’. 

Il rapimento, durato 779 giorni, era finalizzato a spingere Santino Di Matteo a ritrattare le sue dichiarazioni sulla strage di Capaci e sull’uccisione di Ignazio Salvo. Il pentito non si piegò al ricatto e continuò la sua collaborazione con le autorità giudiziarie. L’11 gennaio del 1996, su ordine di Giovanni Brusca, il piccolo Di Matteo, che allora aveva appena 15 anni, fu ucciso e poi sciolto nell’acido

Il 15 settembre del 1993, giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno, don Pino Puglisi era appena sceso dalla sua Fiat Uno bianca e si stava avvicinando al portone di casa quando qualcuno lo chiamò, lui si voltò, sorrise ai suoi assassini e disse: ‘Me l’aspettavo’. Subito dopo Salvatore Grigoli, killer della mafia, gli sparò un colpo di pistola alla nuca. 

Un uomo di fede se n’è andato così, senza nessun timore verso chi, accecato dall’odio, ha sparato senza esitazione. Don Pino era un uomo mite, ed è morto per la sua testardaggine a credere che un’altra Sicilia è possibile e che l’amore e la giustizia prima o poi trionferanno.

Un Santo’ che forse i siciliani non meritano di avere.

Fonte libera.it

sabato 15 marzo 2025

Giorgia Meloni e il Fiscal drag

Il sei marzo scorso Giorgia Meloni per giustificare l’aumento della pressione fiscale ha dichiarato: La pressione fiscale aumenta perché grazie al Governo c'è più gente che lavora’, ma sarà vero?

di Giovanni Pulvino

Giorgia Meloni (foto da @LaPrimaManina)

L’aumento della pressione fiscale, cioè delle tasse, sarebbe dovuto, secondo Giorgia Meloni, all’incremento dei posti di lavoro. 

Dire che la nostra Presidente del Consiglio non ha le idee chiare è poco. Di certo non mastica nulla di Economia politica. I suoi studi all’Alberghiero non sono stati approfonditi, questo è sicuro, ma ciò non giustifica la bufala pronunciata con convinzione da chi deve guidare le sorti di uno dei paesi più industrializzati al mondo.

Probabilmente ha confuso la pressione fiscale con il cosiddetto Fiscal drag, letteralmente Drenaggio fiscale. Si tratta di quella situazione economica che si verifica quando l'incremento delle entrate fiscali è causata dall’inflazione.

Come si sa o si dovrebbe sapere le imposte sono calcolate e pagate in proposizione allo scaglione di appartenenza. Il nostro sistema tributario si fonda sulla progressività sancita dall’articolo 53 della Costituzione che prevede: ‘Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività’.

Ciascuno contribuisce alle entrate dello Stato ‘in ragione’ del suo reddito e del suo patrimonio.

Nel caso in cui si verifica una situazione di iperinflazione, come è avvenuto lo scorso anno, gli eventuali aumenti monetari dei redditi possono causare un incremento del prelievo fiscale, anche se il potere di acquisto degli stessi rimane invariato. Questo accade perché l’aumento delle retribuzioni o dei compensi può sconfinare in uno scaglione di reddito con un’aliquota fiscale più alta. La conseguenza è l’incremento dei tributi da pagare, anche se il reddito ‘sostanzialmente’ rimane invariato.

L’aumento della pressione fiscale registrato dall’Istat nel 2024 non dipende, quindi, dall’aumento degli occupati, ma dall’inflazione. Nei decenni passati ogni volta che si è verificato questo fenomeno, i governi, non tutti, hanno provveduto a restituire ai contribuenti il Fiscal drag, quella parte cioè di imposte pagate in più per effetto del fenomeno inflattivo.

L'attuale Governo non sembra intenzionato a farlo, anzi accampa giustificazioni che nulla hanno a che vedere con il buon senso e, soprattutto, con la tenuta del potere di acquisto dei redditi degli italiani.

La frase pronunciata da Giorgia Meloni è quindi una bugia o uno strafalcione, ma, in questo caso, non è il primo e non sarà l’ultimo.

domenica 9 marzo 2025

‘Se vuoi la Pace, prepara la Pace’, Enrico Berlinguer

'Se vuoi la pace prepara la guerra, dicevano certi antenati. E invece io la penso come i pacifisti di tutto il mondo di oggi: se vuoi la pace prepara la pace', Enrico Berlinguer

di Giovanni Pulvino


Enrico Berlinguer ed Arafat - Foto da enricoberlinguer.it
Le parole dette da Enrico Berlinguer nel 1983 sono attualissime.

Tre anni di guerra nel cuore dell’Europa. L’occupazione di Gaza e l’uccisione di migliaia di civili palestinesi. Decine di conflitti che seminano morte in tutto il mondo. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che propone di incrementare la spesa militare dei paesi UE per circa 800 miliardi di euro. E lo fa senza il consenso del Parlamento Europeo.

La storia non ha insegnato niente, l'uomo continua a ripetere gli stessi errori.

L’intolleranza crea conflitti e ostilità e l’odio, si sa, genera altro odio.

'Se vuoi la Pace prepara la guerra, dicevano certi antenati’. Ma è così? Armarsi è un deterrente efficace? O, prima o poi, 'invoglierà' qualche potente al conflitto?

La Russia non ha mai smesso di armarsi, lo stesso ha fatto la Nato ed i paesi che ad essa aderiscono, l’Ucraina di Zelensky non fa altro che chiedere nuovi armamenti, Israele è un paese sempre in stato di belligeranza, eppure tutto questo non è servito ad impedire guerre ed occupazioni.

Le armi vengono costruite per essere utilizzate.

Enrico Berlinguer aveva ragione. Dobbiamo preparare la Pace per avere la Pace e non armarci per impedire la guerra.

Negli USA, dove circolano più armi che persone, non sono diminuiti i reati, anzi. Avere più armi non impedisce i conflitti.

L’Europa ha una lunga tradizione pacifista, i guerrafondai facciamoli fare ad altri.

'Ogni guerra ha una costante: il 90% delle vittime sono civili, persone che non hanno mai imbracciato un fucile. Che non sanno neanche perché gli arriva in testa una bomba. Le guerre vengono dichiarate dai ricchi e potenti, che poi ci mandano a morire i figli dei poveri', Gino Strada.

sabato 1 marzo 2025

Ucraina: agli americani ed ai russi le terre rare, all’UE i cocci

La fine della guerra tra Russia e Ucraina sembra vicina, ma a quale prezzo per gli europei?

di Giovanni Pulvino

Volodymyr Zelensky e Donald Trump
Finalmente si è capito quale fosse lo scopo di Putin quando ha iniziato l’invasione dell’Ucraina: depredarne le risorse naturali.

Stesso obiettivo per Donald Trump. Se Zelensky, minaccia il nuovo presidente USA, non ci consentirà di sfruttare le cosiddette terre rare non gli consentiremo più di utilizzare Starlink, cioè il sistema di satelliti che ha permesso agli ucraini di non capitolare di fronte all’avanzata dell’esercito russo.

Un ricatto? Il senso è: o accettate le nostre condizioni per la pace o potete fare da soli.

La logica è economica.

Agli americani lo sfruttamento delle risorse, ai russi i territori conquistati, agli ucraini la pace, il mantenimento degli attuali confini e l’ingresso nell’UE. E la ricostruzione? Agli europei, ovviamente.

Non solo. In futuro, i paesi del Vecchio continente dovranno scordarsi degli aiuti militari a stelle e strisce, dovranno fare da soli, almeno queste sembrano le intenzioni di Donald Trump.

Nei prossimi decenni i paesi europei dovranno tagliare il welfare e spendere di più in armamenti. 

Tutto a vantaggio dell’industria militare americana, of course.

Ma, poi, per difendersi da chi? È veramente necessario o è solo un bluff per ribadire l’egemonia politica ed economica degli Usa?

L’Europa, che per tre anni ha sostenuto senza se e senza ma la guerra in Ucraina, saprà reagire al nuovo scenario politico mondiale? Saprà essere unita? Saprà difendere i suoi valori ed i sui principi fondati, tra l'altro, sul capitalismo?

I dubbi sono più che legittimi.

martedì 25 febbraio 2025

Tesori di Sicilia: veliero sulle coste di Castel di Tusa

 di Giovanni Pulvino

Piccolo veliero sulle coste di Castel di Tusa, 25 febbraio 2025 

Sarà il veliero del capitano Uncino? 

Sarà il suo fantasma? 

Si starà preparando all’arrembaggio di Castel di Tusa? 

Chissà.

sabato 22 febbraio 2025

Gli Usa sono ancora una democrazia?

La storia si sta ripetendo e non è una farsa

di Giovanni Pulvino

Zuckerberg, Musk, Trump e Bezos - (foto da instagram)

‘Nel 2024, il 10% più ricco della popolazione possedeva oltre 8 volte la ricchezza della metà più povera delle famiglie’. Quattordici anni fa il rapporto era a 6,3.

Tra i paesi dell’Unione Europea l’Italia ‘è tra i più diseguali nella distribuzione dei redditi’. Siamo anche il Paese dove le retribuzioni dei dipendenti sono diminuite negli ultimi trent’anni.

Nel mondo la ricchezza dei miliardari è cresciuta di 2.000 miliardi di dollari. Quella che deriva da eredità ‘ha superato quella attribuibile ad attività imprenditoriali’.

Non solo. Nel 2023 la ricchezza è ‘defluita dal Sud globale al Nord'. A beneficiarne è stato ‘l’1% più ricco’.

Nello stesso tempo ‘una donna su dieci vive in povertà estrema’.

Questi dati pubblicati da Oxfam Italia non sorprendono più. Siamo già oltre. I super ricchi non si accontentano del potere economico. Pretendono anche quello politico. Ciò che sta avvenendo negli Usa è emblematico. Quella degli Stati uniti è ancora una democrazia? Se si, per quanto tempo lo sarà ancora? Già oggi si parla di oligarchia.

Nell'antica Grecia questa definizione era spesso associata al governo dei ricchi, come descritto da Platone nella ‘Repubblica’ e da Aristotele nella ‘Politica’.

Quest’ultimo considerava l'oligarchia una forma corrotta di governo, in cui i pochi che detengono il potere lo esercitano a proprio vantaggio ed a scapito della comunità.

Nel corso della storia sistemi oligarchici sono stati adottati oltreché nell’antica Grecia, anche nell’Africa coloniale e nell’Italia rinascimentale. Ora stanno tornando.

Tra saluti romani, marce al Campidoglio, guerre commerciali e idiosincrasia per le regole, stiamo regredendo. Un numero ristretto di persone sta acquisendo un potere quasi assoluto, il tutto nell’indifferenza dei più.

La storia si sta ripetendo e non è una farsa.  

Fonti: oxfamitalia.it e it.wikipedia.org

martedì 18 febbraio 2025

Le foglie cadono sempre dagli alberi

Le foglie cadono dagli alberi ed il sole sorgerà di nuovo, ma domani sarà sempre un’altra cosa

di Giovanni Pulvino

Torremuzza, 19 febbraio 2025 (foto di Pulvino Calogero) 

Bastano le note di una canzone per tornare indietro nel tempo anche se è inutile farlo.

Per un momento ti ritrovi seduto sul muretto della piazzetta o in riva al mare a strimpellare con le corde male accordate di una chitarra, sempre la stessa a dire il vero, e stai lì a ripercorrere un tempo che non tornerà.

A volte il senso di ciò che è stato si ripete anche se sei in luogo ed in un tempo diverso.

Ed è allora che ritornano lo stesso vuoto e lo stesso bisogno di riconoscimento.

Lo vedi negli occhi spauriti di chi non sa dire, di chi non sa osare ed aspetta, inevitabilmente ed inutilmente aspetta.

E se lo farà, se si deciderà a farlo sarà lo stesso, potrà solo dimenticarsi per un po', solo per un pò. 

Testardamente e inevitabilmente continui a cercare un sorriso o uno sguardo che possano consolarti, o a sperare in una parola o in un gesto che possano illuderti, ma è solo un momento, ed è subito mancanza. 

Resterà una nota anch’essa persa nello scorrere lento ed inutile della vita altrui che non ti appartiene, che non ti può appartenere.

Il mare azzurro là in fondo incontra il cielo ogni sera e non serve a nulla sapere che oltre l'orizzonte tutto continua, tutto si ripete.

Dove sei, dove si posano oggi i tuoi sguardi, quali strade calpesti, quali cuori consoli? Quali carezze ispiri, quali silenzi doni, quali gioie consenti? Quali ...

Intanto, il tempo dato passa.

Le foglie cadono dagli alberi ed il sole sorgerà di nuovo, ma domani sarà sempre un’altra cosa.

sabato 15 febbraio 2025

#Disuguaglianza: povertà ingiusta e ricchezza immeritata

'Porre fine alle diseguaglianze e alla povertà è possibile. È l’ora di agire', Oxfam Italia

di Giovanni Pulvino


Nel 2024 la ricchezza dei miliardari è cresciuta di 2.000 miliardi di dollari. Tre volte più velocemente del 2023. Intanto, il numero di persone che vivono con meno di 6,85 dollari al giorno è lo stesso del 1990. Ci inducono a credere che la ricchezza dei miliardari sia il frutto di duro lavoro, in realtà gran parte è estratta, non creata deriva da eredità, monopoli e clientelismo. Nel 2023, per la prima volta, la quota di ricchezza dei nuovi miliardari che deriva da eredità ha superato quella attribuibile ad attività imprenditoriali. Il nostro è un sistema economico estrattivo che favorisce l’accumulazione di ricchezza per pochi a discapito della collettività. Nel 2023 quasi 1.000 miliardi di dollari sono defluiti dal Sud globale, beneficiando l’1% più ricco, nel Nord per 30 milioni di dollari l’ora. Allo stesso tempo una donna su dieci nel mondo vive in povertà estrema. L’estrema ricchezza è un male per l’umanità. Bisogna ricreare le condizioni per società più eque. Per noi e per le generazioni future. Porre fine alle diseguaglianze e alla povertà è possibile. È l’ora di agire. #RightTheWrongsOfHistory

Fonte Oxfam Italia

mercoledì 5 febbraio 2025

Tesori di Sicilia: Luna calante sulla Rocca di Cefalù

di Giovanni Pulvino

La Rocca di Cefalù, 16 gennaio 2025 - (Foto di Giovanni Pulvino)

E' una fredda mattina di gennaio e la Luna è calante sulla Rocca di Cefalù, il mare è piatto e là in fondo l'orizzonte fa un tutt'uno con il cielo, nient'altro, ma questo basta per non pensare, per dimenticarsi.

È un attimo, solo un attimoPoi il nulla, ecco cosa resterà, il nulla. Vorresti tornare indietro, ma non puoi, sei inchiodato al presente. Ed anche quando vorresti afferrare la realtà non puoi, è già oltre, è già passato. Rimane solo il ricordo, ma solo di chi c’era e c’è ancora. E tra poco neanche quello. Siamo memoria effimera. Solo un mucchio di pensieri a termine. Nient’altro.